
In tutto il mondo, oltre a Babbo Natale, le renne, gli elfi, l'albero, le luci, il cenone, i doni, esistono alcune tradizioni particolarmente bizzarre e curiose. Vediamone alcune...
Albero agghindato con decine di luci intermittenti, regali infiocchettati portati da un simpatico e grassoccio personaggio vestito di rosso e con un lanugginoso barbone bianco che scende giù per i camini, cene e pranzi con prelibatezze e leccornie varie, riunione con i parenti più stretti, atmosfera festosa… Per tutti noi, l’iconografia del Natale e dei giorni che lo precedono e lo seguono nel calendario è legata a queste tradizioni. Ma non dovunque è così.
In tutto il mondo vi sono, infatti, usanze curiose e alquanto bizzarre che sembrerebbero non collimare troppo con l’aria di festa e armonia che i giorni del Natale portano con sé. Orchi e altri esseri spaventosi, statue di paglia date alle fiamme, montagne di (sia pur metaforica)… pupù. Roba che sembra partorita dalla fantasia del “Grinch” e invece appartiene a tradizioni antiche. Un modo per esorcizzare le brutture del mondo e dare quel “brivido” in più per apprezzare il senso della festa e della comunità, quando il gelo invernale non è sufficiente.
Insomma, per farla breve, ecco 5 “orride” tradizioni natalizie da tutto il mondo:
1) I Krampus

Sono esseri demoniaci appartenenti alla mitologia dei Paesi di lingua tedesca e, in parte, slava (Austria, Germania, Slovenia), che nelle fredde notti invernali in prossimità delle festività natalizie si aggirerebbero per le strade alla ricerca dei bambini. In molti Paesi dell’Europa centrale vengono organizzate vere e proprie sfilate di questi “esseri” vestiti di stracci logori e con maschere dalle sembianze demoniache e animalesche e rumorosi campanacci che prendono a colpi di frusta i malcapitati passanti. Guai però a farsi “smascherare” in pubblico: ne deriverebbe grande disonore. Il mito deriverebbe dalla figura del servo di San Nicola, Krampus, appunto, che una volta era un demone e fu poi sconfitto dal santo e costretto a essergli fedele. Il nome, Krampus, a sua volta potrebbe derivare da una radice germanica, hrampa, a indicare gli artigli, da cui è originato anche il termine “rampino”.
2) Gli Yule Lads e il Jólakötturinn

Gli Yule Lads sono 13 folletti del folklore islandese dall’aspetto deforme e dalle lunghe barbe bianche, figli di una gigantessa che mangia i bambini, Gryla, che vanno in giro nel buio delle notti islandesi, in particolare nelle 13 precedenti a quella di Natale, per rubare, infastidire e fare scherzi come leccare cucchiai e padelle, spaventare pecore, spiare dalle finestre o rubare candele o salsicce (ognuno è specializzato in uno scherzo diverso). Nella notte di Natale si aggira, poi, il Jólakötturinn, un enorme e famelico gatto nero con gli occhi che brillano come fuoco, che va a caccia di persone che non siano riuscite a procurarsi, ottenendolo in regalo o fabbricandolo con le proprie mani, un capo di abbigliamento nuovo da indossare a Natale.
3) Il Caga Tió

Nella tradizione catalana e in parte della regione francese dell’Occitania, nei giorni precedenti al Natale si agghinda un tronco di legno, personalizzadolo nella figura mitologica del “Caga Tió” (letteralmente, “defeca, tizzone”), nutrendolo ogni giorno con piccoli doni e dolciumi come nocciole e torroni e coprendo il tutto con una coperta perché “non prenda freddo” e per nascondere i regali che vengono accumulati. La notte di Natale lo si pone in mezzo a una stanza, dove i bambini cominciano a colpirlo con un bastone cantando una filastrocca che inizia appunto con le parole “Caga tió”, sperando che “defechi” i doni e i dolci ricevuti nei giorni precedenti. Gli adulti, infatti, avranno nel frattempo provveduto a spostare il tutto nel retro del tronco…
4) La capra di paglia di Gävle

Ogni anno nella Slottstorget, la piazza principale di Gävle, una cittadina a nord di Stoccolma in Svezia, viene eretta una scultura di paglia su base di legno, raffigurante una capra. Appendere piccole caprette di paglia o di legno è una tradizione beneaugurante in tutta l’area nordica (nella mitologia erano due capre a trainare il carro del dio Thor), ma in questo paese dal 1966 ne viene costruita una versione alta 13 metri. La particolarità sta nel fatto che, dalla sua prima apparizione a oggi, sono più le volte che la capra non ha visto “brillare la Stella Cometa”, che non il contrario: in tutti questi anni, infatti, goliardi e buontemponi hanno trovato il modo di bruciarla o comunque distruggerla per ben 40 volte, nonostante ordinanze e sistemi di sorveglianza sempre più stringenti, l’ultima l’anno scorso, quando la paglia destinata a comporre la struttura fu cosparsa di semi che, col tempo, gli uccelli vennero a mangiare, rovinando la capra. Col passare degli anni, i tentativi sono stati sempre più fantasiosi, dal lanciare auto a tutta velocità contro la capra, allo scoccarvi contro frecce infuocate da lontano, vestiti col costume di Babbo Natale. Quest’anno, comunque, finora, non si ha notizia di fiamme o distruzioni anticipate…
5) La Quema del diablo

5) La Quema del diablo
il “rogo del diavolo” è una tradizione magico-religiosa che si svolge in Guatemala. La sua origine risale al XVI secolo, come preambolo alle festività della nascita di Cristo, che rappresentavano il trionfo del bene sul male. In questa occasione venivano e vengono tutt’ora dati alle fiamme oggetti vecchi o rovinati, residui e altro materiale non più utile come vecchi giornali, a simboleggiare la “pulizia” che ogni persona compie in se stesso e nelle proprie case nel giorno di Natale. Col tempo, la tradizione ha aggiunto figure e diavoli di carta dando vita a veri e propri falò collettivi. Questa tradizione è stata dichiarata Patrimonio Culturale Immateriale della Nazione. Il problema è che spesso vengono dati alle fiamme anche oggetti in plastica o in gomma, che provocano un forte inquinamento atmosferico anche per diversi giorni, mentre in alcune occasioni gli incendi sono sfuggiti di mano provocando incidenti anche gravi, tanto che vi sono ogni anno campagne stampa e appelli per sensibilizzare le popolazioni locali su questo e non rischiare conseguenze dannose per cose e persone.
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