
8 marzo: ode al femminile per un secolo di conquiste in rosa
Nella giornata internazionale dei diritti delle donne, ricordiamo, con i loro successi, alcune protagoniste della lotta per l’emancipazione e la parità di genere e contro gli abusi. Con una consapevolezza: è ancora troppo poco!
Può un uomo raccontare le donne? Non è facile. Qualcuno afferma sia sessismo anche quando si dice che le donne hanno una “marcia in più”: anche constatare una superiorità vuol dire per qualcuno porre un confine. Eppure, quel confine in un certo senso c’è: lo scatto in avanti della donna sull’uomo è quotidiano. Ciò nonostante, lei si arresta e ci tende una mano per aspettarci, e anche se cadiamo, se commettiamo errori, spesso ce la tende un’altra volta, perché conosce il senso della fragilità. Qualcuno dice che le donne siano complicate, ma è proprio questa la loro straordinarietà: tutto ciò che è superlativo è anche complesso.
Ah, se solo imparassimo tutti il valore dell’appartenenza… Ogni donna appartiene solo a se stessa, come ogni altra creatura vivente. Sebbene nel corso di una vita una donna possa decidere di condividere la sua unicità con quella di un altra persona, di fare un percorso di vita insieme, ciò non vuol dire cedere i propri diritti a qualcun altro. La “tua”, la “sua”, sono aggettivi “possessivi” senza senso quando si parla di una donna, che portano il vuoto dentro e fanno il vuoto attorno, perché una donna non si “possiede”.
Ode alla donna, dunque, in questi giorni che già aprono barlumi di primavera. Che sia un giorno o un anno intero, non importa, le donne andrebbero amate sempre, per la loro perseveranza e per le loro “magiche” giornate da 48 ore, spesso al servizio di chi amano prima ancora che di se stesse. È inutile tentare di stare al passo con loro; possiamo solo incrociare il loro turbinare quotidiano e sussurrare nel loro orecchio, sempre teso per ascoltare il pianto di un figlio, o il malessere di un amico, “Io ti rispetto”.
Dedichiamo a tutte le donne questa carrellata di scienziate, artiste, intellettuali, donne che con la loro opera, la loro determinazione e i loro successi hanno contribuito a elevare lo status del genere femminile nel corso dell’ultimo secolo. Solo un tassello della strada che c’è ancora da fare…
In calce alle foto, un’Ode alle donne della poetessa Alda Merini.








Fragile, opulenta donna,
matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d’amore.

UN PO’ DI STORIA, SIMBOLI E MEMORIA
L’8 marzo ricorre la Giornata internazionale dei Diritti della Donna, per ricordare le conquiste sociali ma anche discriminazioni e violenze cui le donne sono spesso soggette. In Italia la Giornata internazionale della donna si tenne per la prima volta nel 1922 (in America dal 1909), per iniziativa del Partito comunista che la celebrò il 12 marzo. In quei giorni fu fondato il periodico Compagna, che il 1º marzo 1925 riportò un articolo di Lenin che ricordava l’8 marzo come Giornata internazionale della donna per il suo fondamentale ruolo nelle lotte sociali. La prima comparsa del suo simbolo, la mimosa, che fiorisce tra febbraio e marzo, è del 1946.
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