
Alba Parietti: «Ho paura di uscire la sera da sola»
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ToggleUna brutta disavventura
Quello della sicurezza nelle nostre città è un tema caldo che riguarda tutti, anche i volti noti dello spettacolo. Numerose sono le ville dei vip che negli ultimi mesi sono state derubate e alcune celeb hanno dovuto fare i conti con furti, rapine e tentativi di aggressione: Emanuela Folliero, ad esempio, è stata scippata, Valeria Marini inseguita nell’androne di casa e anche Alba Parietti, di recente, ha avuto un’amara sorpresa quando, recandosi alla sua auto lasciata in un parcheggio alle porte della sua casa a Milano, ha trovato un piccolo “regalino” da parte di qualche delinquente!
Alba, ci racconta cosa è successo con la sua auto?
«È successo che ho trovato la mia auto senza ruote. Non ero l’unica, altre persone tra Basiglio e Milano 3 hanno subito lo stesso furto. C’è una telecamera proprio sopra la mia macchina, eppure nessuno ha visto nulla in tempo reale. È stata aperta un’indagine e i filmati saranno visionati. Non è il furto delle ruote in sé il problema, è che ormai a Milano non ci si sente più sicuri».

Lei ha affermato che, tra scippi, furti e aggressioni, vivere a Milano è diventato una roulette russa. Quindi il furto delle ruote è solo un sintomo di un problema più grande?
«Assolutamente. Il vero problema non sono le quattro ruote rubate, ma la mancanza di sicurezza che viviamo quotidianamente. Si verificano episodi gravissimi, basti pensare all’omicidio di Manuel Mastrapasqua a Rozzano, un ragazzo di 24 anni ucciso per un paio di cuffie. Le cuffie erano solo un pretesto: quella persona, con evidenti disagi comportamentali, era uscita di casa con il chiaro intento di uccidere. Ormai vivere in certe zone è diventato impossibile».
Salvini ha commentato in un post l’accaduto, sostenendo che lei abbia cambiato idea circa la cancellazione dei decreti sicurezza da lui stesso firmati. Cosa pensa delle sue parole?
«Non capisco perché si debba sempre strumentalizzare ciò che dico. Salvini dovrebbe pensare a migliorare il Paese, invece di gettare odio. Mi accusa di incoerenza, quando è stato lui a cambiare idea su tanti temi, come la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina o la Tav. Io non ho mai cambiato posizione su accoglienza e sicurezza, ho sempre sostenuto che lo Stato dovrebbe investire in tre aree fondamentali: la sicurezza, la salute e l’istruzione. Purtroppo, non si fa abbastanza su nessuno di questi fronti. Ma, intanto, non è ancora stata accertata l’identità di chi ha commesso il furto e potrebbe trattarsi di italiani o di stranieri, poco importa. Se anche si trattasse di stranieri, il furto di quattro ruote non mi farebbe cambiare idea sul fatto di considerare essere umani da accogliere le persone che scappano da una guerra».

La delinquenza giovanile
Italiani o stranieri che siano, la verità è che purtroppo sempre più spesso i protagonisti dei reati più efferati sono giovani. Cosa pensa al riguardo?
«Baby gang, bullismo, giovani borseggiatori… Penso che dietro a ogni bullo ci sia un ragazzo che vive un disagio. Noi grandi riproponiamo lo stesso scenario, che poi i più piccoli riproducono».
Non pensa che la televisione, rendendo i casi di cronaca quasi dei reality da seguire quotidianamente, possa favorire il rischio emulazione da parte dei giovani? Pensiamo, ad esempio, al diciassettenne omicida che sui social inneggiava a Filippo Turetta…
«Se un ragazzo inneggia a Turetta, dovrebbe esserci una società, dietro, che si rende conto che c’è qualcosa che non va e interviene».
Noi adulti cosa possiamo fare per arginare la violenza che dilaga tra i giovani?
«Parlare con i figli, supervisionare l’utilizzo della tecnologia. A scuola lo smartphone andrebbe vietato e anche a casa. Il cellulare è alienante. Questi ragazzi non hanno empatia, non conoscono più le emozioni vere, non concepiscono l’attesa, non sanno concentrarsi perché abituati alla fruizione di immagini che scorrono velocemente, si annoiano anche davanti a un film».
Insomma, si stava meglio quando si stava peggio?
«No, ma tutte le cose vanno usate con moderazione».
Ha paura di uscire la sera da sola

Cosa si aspetta dal futuro?
«Niente di particolarmente buono. Bisogna rendersi conto di quanto accade e intervenire per porre rimedio, per il bene delle prossime generazioni».
Qualcuno aveva avanzato l’ipotesi di militarizzare le grandi città. Cosa ne pensa?
«Non lo so, non è il mio mestiere. So solo che non c’è sicurezza. Ho paura a uscire da sola la sera. Non ci sono abbastanza forze dell’ordine e spesso le telecamere non vengono utilizzate nel modo giusto, non per prevenire crimini, ma solo per accertarli. Se venissero visionate in tempo reale, probabilmente molti episodi si sarebbero potuti evitare, perché qualcuno che gira armato di coltello può essere visto e quindi bloccato prima che commetta un reato».
Questa situazione ha cambiato le sue abitudini quotidiane?
«Sì, purtroppo sì. Ho smesso di frequentare certi luoghi la sera perché ho paura. Non prendo più il treno di notte e, quando lo faccio, non chiamo più neppure il taxi, perché ti aspetta fuori dalla stazione, ma mi sento costretta a chiamare qualcuno che mi aspetti al binario. Se ci fossero più forze dell’ordine in giro, forse mi sentirei più sicura. Ma oggi no, non è così».
Un’ultima domanda: le va di fare un appello a Matteo Salvini?
«No, io non parlo con chi, invece di dare risposta alla richiesta di una libera cittadina, le scaraventa addosso la brutalità dei suoi sostenitori. Per me questa è istigazione alla violenza e mi riservo di agire per vie legali contro tutti i commenti che sono stati scritti sotto al suo post, perché sono di una cattiveria inaudita. Salvini dovrebbe ricordarsi che, se si vuole migliorare il mondo, bisogna migliorare prima se stessi».

Per mestiere non si occupa di affari pubblici, eppure Alba Parietti non ha mai avuto paura di metterci la faccia e portare avanti le battaglie in cui crede. A proposito del suo rapporto con la politica, la conduttrice ha affermato: «Mi hanno offerto la candidatura praticamente solo dal centro destra. Ho grande rispetto per il PD di Elly Schlein, ma la vera sinistra per me era Berlinguer. È come quando vedi Sanremo di oggi e pensi a quando cantavano Albano e i grandi del passato. Il tempo corre, ma la nostalgia delle cose davvero importanti resta. Giorgia Meloni? Bene per l’empowerment femminile, lei, Schlein e anche Von Der Leyen, ma io vorrei meno donne al potere e più diritti per le donne normali, più asili nido o maggiore equità salariale».
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