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Antonella Ferrari
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Antonella Ferrari: «Mai lasciarsi abbattere dalle difficoltà!»

Sonia Russo
Sonia Russo
Maggio 30, 2025

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      • Fino al 5 settembre, Antonella Ferrari cura una rubrica settimanale nel programma “Camper”, mostrando i luoghi di vacanza più inclusivi per le persone con disabilità. Viaggiare, quando ci si sposta in sedia a rotelle, può essere difficile. Ma se si ha pazienza di cercare e pianificare, può rivelarsi una sorpresa – ci ha detto
  • Parlo di temi che mi stanno a cuore
  • Il dolore della mancata maternità
    • Un legame indissolubile

Fino al 5 settembre, Antonella Ferrari cura una rubrica settimanale nel programma “Camper”, mostrando i luoghi di vacanza più inclusivi per le persone con disabilità. Viaggiare, quando ci si sposta in sedia a rotelle, può essere difficile. Ma se si ha pazienza di cercare e pianificare, può rivelarsi una sorpresa – ci ha detto

Da lunedì 2 giugno, torna su Rai 1 l’appuntamento quotidiano con Camper, il programma che racconta l’estate italiana in tutte le sue sfumature. In onda dal lunedì al venerdì dalle 12.00 alle 13.25, la trasmissione sarà condotta anche quest’anno da Peppone Calabrese, volto ormai familiare al pubblico di mezzogiorno. Tra i protagonisti di questa edizione una bella conferma: Antonella Ferrari che, come lo scorso anno, cura una rubrica settimanale sul turismo accessibile, viaggiando per l’Italia per mostrare luoghi inclusivi per le persone con disabilità, dalle spiagge alle città d’arte e alle attività sportive.

L’attrice e scrittrice, già nella passata edizione, si era detta entusiasta di questa avventura professionale soprattutto per la possibilità di fornire un servizio utile ai telespettatori con disabilità, spesso in difficoltà nell’organizzare le proprie vacanze, e ringrazia la Rai per questa opportunità. «Mi ero accorta che in tv si parlava poco delle vacanze accessibili, per questo sono felice della possibilità che mi dà Rai. Sui social ricevo molti messaggi da persone con disabilità che non sanno dove andare in vacanza; perciò, negli ultimi anni ho dato molti consigli in questo senso, viaggiando io stessa alla scoperta di luoghi accessibili. Da questo è nata la mia rubrica a Camper».

Parlo di temi che mi stanno a cuore

Antonella Ferrari: «Mai lasciarsi abbattere dalle difficoltà!»
Antonella Ferrari (54) ha parlato della sua malattia anche sul palco di "Sanremo" 2021.

Lei nasce attrice, si è reinventata scrittrice e oggi lavora come inviata. Una bella evoluzione!
«Continuo a essere un’attrice e amo il mio lavoro. Un paio di anni fa ero stata inviata del programma O anche no e mi era piaciuta molto l’esperienza, così, quando mi hanno chiamato per Camper, ho accettato con gioia questa sfida professionale. Parlo di temi che mi stanno a cuore e la trasmissione è deliziosa, la guardavo anche prima di far parte del cast».

Qual è il consiglio più importante che darebbe a una persona con disabilità che vuole intraprendere un viaggio?
«Di non fermarsi di fronte alle apparenti difficoltà. Bisogna cercare i posti giusti, ma di località accessibili ce ne sono tante, anche in Italia. Anche molte attività sono inclusive: io ho provato il paddle con le persone in sedia a rotelle, ho fatto kayak… Occorre solo la pazienza di cercare. E Camper di suggerimenti ne dà tanti!».

Quali criteri utilizza per determinare se sono veramente accessibili?
«Il criterio principale è la possibilità di andarci io con la mia disabilità, tenendo conto anche del periodo trascorso in sedia a rotelle. È necessario che ci siano vie di accesso alle strutture e alla spiaggia, ma anche attività accessibili, come sport, escursioni, visite ai musei… ».

Quali sono le principali difficoltà che le persone con disabilità incontrano quando organizzano le proprie vacanze?
«Spesso gli hotel sono accessibili, ma non lo sono le spiagge perché non hanno le passerelle, né i bagni attrezzati, né la JoB, ovvero una sedia a rotelle ideata appositamente per andare in mare. Molte limitazioni, inoltre, sono sulle attività e sui servizi. Una persona con disabilità non può lasciare niente al caso e deve pianificare tutto nei minimi dettagli».

Qual è il messaggio principale che desidera trasmettere attraverso la sua rubrica?
«Che la vacanza è di tutti, che tutti hanno diritto al divertimento e al meritato riposo, anche chi ha una disabilità». 

Il dolore della mancata maternità

Antonella Ferrari (54) ha praticato danza per anni, abbandonata dopo la diagnosi di sclerosi multipla, malattia che le ha anche impedito di diventare madre.
Antonella Ferrari (54) ha praticato danza per anni, abbandonandola dopo la diagnosi di sclerosi multipla, malattia che le ha anche impedito di diventare madre.

Ha avuto una carriera ricca e variegata tra televisione, cinema e teatro. C’è un ruolo che ricorda con particolare affetto?
«Mi sono molto divertita a fare il pm Grossi ne La squadra: era molto antipatica e, per una volta, non ho avuto il solito ruolo della santarellina! Anche quello ne Il Paradiso delle Signore è stato un personaggio che ho adorato: una baronessa a dir poco simpatica!».

Il suo memoir Più forte del destino ha avuto un grande successo. Cosa l’ha spinta a raccontare la sua lotta con la sclerosi multipla?
«Sentivo il bisogno di condividere la mia esperienza: molti mi scrivevano dicendo che la mia storia li aveva aiutati e ispirati. Ho scritto con entusiasmo, ma anche con timore perché era il mio primo libro. È stato molto terapeutico perché mi ha aiutato a far pace con ricordi dolorosi, come i momenti peggiori della malattia. Da questo libro è nato anche uno spettacolo teatrale».

Anche nel suo secondo libro, Comunque mamma, affronta un tema molto personale. Quanto è stato difficile per lei scriverlo?
«Era un tema intimo, il travaglio di un sogno non realizzato. Racconto una grande sofferenza ed è stato molto doloroso scrivere questo libro».

La mancata maternità è una ferita aperta o si è cicatrizzata con il tempo?
«È un dolore ancora acceso, una ferita ancora aperta. Sto cercando di curarla con le testimonianze di altre non mamme». 

Affronta anche il tema dell’adozione…
«La cosa sconvolgente è che a una donna come me non danno un figlio in adozione. Abbiamo provato, ma ci è stato negato. L’11 giugno scorso sono stata al Senato per presentare il libro proprio perché voglio che diventi una battaglia politica. Bisogna svecchiare le leggi, rendere possibile l’adozione anche per le persone che vivono la malattia. Non mi riferisco solo a persone come me, ma anche, ad esempio, alle donne che hanno avuto un tumore e che possono adottare solo dopo dieci anni dalla guarigione».

Molte celeb si sono fatte portavoce dell’idea che non serva diventare mamma per sentirsi realizzate come donna. Lei si sente realizzata?
«Sicuramente sono riuscita a fare tante cose. Ma continuo a sentire un grande vuoto lasciato dalla non maternità. Non mi sento del tutto appagata e completa. C’è una parte di me che soffre. Se sono felice? A tratti: ho momenti di scoraggiamento e altri in cui sto bene. Il lavoro, di certo, è terapeutico e se lavoro mi sento meglio».

Suo marito Roberto d’Agosta che ruolo gioca in tutto questo?
«L’amore mi dà tantissimo sostegno. Ho la fortuna di avere un marito splendido. In queste settimane saranno ventun’anni che stiamo insieme e a luglio ne festeggeremo sedici di matrimonio. Siamo sempre l’uno accanto all’altro, l’uno l’amico, il compagno e l’amante dell’altro. Roby mi sostiene in tutto: nel lavoro e nel dolore. È la certezza più importante della mia vita».

Antonella Ferrari con il marito Roberto D'Agosta
Antonella Ferrari con il marito Roberto D'Agosta

Un legame indissolubile

È un amore fortissimo quello che lega Antonella Ferrari al marito Roberto d’Agosta, un uomo che preferisce rimanere lontano dai riflettori e dal gossip. Sulla proposta di matrimonio l’attrice e scrittrice aveva raccontato: «Roberto mi ha invitato a cena e ha nascosto l’anello dentro un cestino con i petali di rosa e da quel giorno non ci siamo mai lasciati». Del resto, a una dichiarazione così romantica arrivata da un uomo così speciale era impossibile resistere!

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