
Bianca Balti: una lezione di professionalità e coraggio
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ToggleLa top model ha illuminato il palco di Sanremo con il suo sorriso contagioso. Con i suoi abiti ci ha regalato una carrellata di eleganza, con la sua gioia di vivere ci ha donato un prezioso esempio di forza e resilienza
Bianca Balti ha mantenuto la promessa. La sua partecipazione alla seconda serata del Festival di Sanremo in qualità di co-conduttrice è stata una celebrazione, della bellezza certo, ma soprattutto dell’allegria, della simpatia e della gioia di vivere. Durante la conferenza stampa pre-Festival aveva subito messo in chiaro che lei non avrebbe partecipato “in qualità di malata di cancro”, precisando che il dolore nella sua vita c’è, c’è stato, ma il senso del suo essere sul palco dell’Ariston doveva essere un altro: “la celebrazione della vita”. E non ci viene in mente nulla di più celebrativo della vita dello splendido sorriso che la super top model ci ha regalato scendendo dalle scale dell’Ariston e durante tutto il corso della serata. Bianca Balti ha fatto il suo ingresso trionfale accolta da Carlo Conti come una vera regina, e ha regalato al Festival una ventata, incredibile ma vero, di entusiasmo e leggerezza.
Testimonial della bellezza autentica

Entusiasmo e leggerezza sono due parole che potrebbero sembrare difficilmente conciliabili con il periodo estremamente difficile che la modella sta vivendo dallo scorso settembre, quando le è stato diagnosticato un cancro alle ovaie al terzo stadio. Ma Bianca Balti ha reagito con un’energia disarmante: ha scelto di mostrarsi nella sua realtà di oggi, di donna che sta lottando contro una grave malattia, senza capelli, senza parrucca, senza foulard o turbanti, dimostrando che la vera bellezza è essere se stessi, autentici, sempre, senza maschere o artifici. La vera bellezza è il coraggio, di scegliere la vita nonostante tutto.
I 4 look che ci hanno incantato

«Io sono una professionista”, aveva annunciato ai giornalisti poche ore prima del Festival, “per cui sono qua in qualità di top model per indossare tutti i miei bei vestiti».
E definirli belli è davvero un eufemismo: i quattro abiti, sfoggiati dalla super modella lodigiana con la naturalezza di una vera professionista, ci hanno lasciati letteralmente senza fiato.
Il primo abito: etereo Valentino
Per il suo ingresso sul palco dell’Ariston, Bianca Balti ha scelto un look che è stato un vero inno alla luce e alla leggerezza. Firmato dalla Maison Valentino e creato appositamente per lei dal direttore creativo Alessandro Michele, l’abito in chiffon di seta color azzurro polvere, con un profondissimo scollo a V e una gonna con lungo strascico impreziosita da leggere applicazioni di piume tono su tono, ha incantato il parterre e il pubblico a casa, celebrando il trionfo della vera eleganza. A completare il look, un paio di guanti in merletto scuro e un paio di orecchini di Bulgari dal forte valore simbolico. Gli orecchini, infatti, fanno parte della Collezione di Gioielleria “Divas’ Dream” che vuole celebrare la bellezza e la potenza della vita.
Il secondo abito: tutta la classe di Armani
Per la sua seconda uscita Bianca Balti ha puntato su un lungo abito a sirena blu scuro firmato Giorgio Armani Privé e impreziosito da una cascata di paillettes luminosissime, che non ha certo fatto rimpiangere il look d’esordio. Anche questo vestito, decorato lungo gli orli con decorazioni di cristalli argento, ha valorizzato il decolleté esplosivo di Bianca con una scollatura a “V” generosa e sensuale. A completare il look una splendida collana con diamanti e zaffiri, in parure con l’anello e gli orecchini. Ai piedi, sandali intrecciati sui toni del blu firmati da Rene Caovilla. Una celebrazione di raffinatezza e classe.

Il terzo abito Fendi Couture: gioco di trasparenze
Il terzo cambio d’abito sorprende ancora: una pioggia di cristalli cuciti da Fendi Couture su una trama di tessuto semitrasparente abbagliano la platea. Lo scollo dell’abito questa volta è dritto, con spalline discrete che si incrociano dietro il collo, per lasciare lo sguardo libero di seguire i ricami di perline che corrono lungo tutto il vestito, che nella parte inferiore lascia intravedere le gambe chilometriche della top model. Un mix perfetto di sensualità ed eleganza.
Il quarto abito: la grinta di Cavalli
Il quarto abito della modella è la vera sorpresa, una creazione Roberto Cavalli Collection ancora una volta tempestata di paillettes, che si incrocia sul décolleté per poi mettere in risalto sul ventre la cicatrice della sua operazione, che, lungi dall’essere celata, viene esibita con orgoglio e fierezza come esempio per tutte le donne che come lei stanno affrontando la stessa battaglia.
Un messaggio potentissimo questo che la top model ha voluto fortemente veicolare con il suo corpo, senza troppe parole, realizzando il suo proposito dichiarato: «Voglio mostrare al mondo intero il potere dell’aspetto che ho adesso. Ho sbloccato il potenziale di una nuova me e sento di valere di nuovo». Una bella lezione per tutti quei brand che da quando si è ammalata hanno rinunciato alla sua collaborazione…

L’unica nota stonata (che non ha a che fare con Balti)
Se proprio vogliamo individuare qualcosa che non ha funzionato perfettamente nella performance di Bianca Balti a Sanremo dobbiamo cercarla della scarsa sintonia che si è percepita in alcuni momenti con il conduttore Carlo Conti. Il mattatore della serata sembrava non voler assecondare l’intento dichiarato di Bianca, cioè di testimoniare la sua battaglia con la “sola” forza del suo corpo esibito nella sua autenticità. In più di un’occasione, infatti, Conti ha provato a introdurre l’argomento in modo per così dire “didascalico”, chiamandola ad esempio “guerriera“, nonostante Balti avesse esplicitamente messo in chiaro di non voler essere ridotta al ruolo di malata di cancro. Ma il culmine è arrivato quando Conti si è rivolto a lei definendola “un esempio per tante donne”. E qui Bianca ha dimostrato di essere elegante non solo negli abiti, ma anche nell’animo, rispondendo al conduttore con un leggiadro quanto tranchant: “Soprattutto, noi donne siamo sempre di grande esempio per tanti uomini”. A chi si riferisse nel caso specifico forse non vale la pena di sottolinearlo. Chapeau.

La partecipazione nel 2013 e la stoccata (?) a Fabio Fazio
Come ha ricordato lo stesso Carlo Conti questa non è stata la prima volta di Bianca Balti all’Ariston. Era il 2013 quando la modella lodigiana, allora ventinovenne, partecipò all’edizione presentata da Fabio Fazio e Luciana Littizzetto.
Bianca Balti è stata protagonista della serata finale durante la quale ha consegnato il premio a Marco Mengoni, vincitore con il brano “L’essenziale”. Aveva 29 anni ed era, come oggi, una delle modelle italiane più famose nel mondo, musa ispiratrice di Dolce&Gabbana, che la vestì per l’occasione.
Proprio ricordando la sua precedente partecipazione Bianca Balti ha confidato a Carlo Conti “Non mi ero divertita allora, sono sicura che mi divertirò un sacco quest’anno”. A molti questa è sembrata una stoccata, neanche troppo velata, a Fabio Fazio, ma probabilmente la genuina emozione di Bianca l’ha portata a dire sinceramente una verità senza rendersi conto di poter essere fraintesa. Undici anni fa l’emozione di approcciare per la prima volta a un palco così prestigioso l’aveva portata forse a essere troppo tesa per potersi godere l’esperienza, ma ora, con la maturità acquisita (e immaginiamo anche con la nuova consapevolezza “regalatale” dalla malattia) ha capito che non bisogna prendersi troppo sul serio e che la priorità nella vita è godere appieno di ogni momento. Un’altra lezione che ci ha dato Bianca Balti.

La battaglia contro il cancro di Bianca
Da quando ha ricevuto la terribile diagnosi, Bianca Balti non ha mai smesso di raccontare il suo difficile percorso sui social, sempre positiva, sempre con il suo splendido sorriso, per farsi testimonial di un approccio “positivo” alla malattia e spronare tutte le donne che in questo momento condividono il suo stesso destino a non lasciarsi andare e vivere questa sfida con coraggio.
E secondo i dati forniti dall’AIRC (Associazione italiana per la ricerca sul cancro) sono circa 5.400 le donne che ogni anno in Italia vengono colpite dal tumore alle ovaie, che risulta quindi essere il decimo tumore femminile più frequente. Si tratta di una malattia particolarmente insidiosa perché generalmente all’inizio non dà sintomi o ne dà di aspecifici, comuni ad altre malattie, come disturbi addominali e intestinali.
Un altro serio ostacolo nella lotta a questa patologia è che a oggi purtroppo non esistono test per la diagnosi precoce e nella maggior parte dei casi il tumore dell’ovaio è identificato quando è già in uno stadio avanzato, come nel caso di Bianca Balti. “Purtroppo, nessun esame di screening è ancora in grado di identificare il tumore dell’ovaio in fase precoce”, spiega la Professoressa Domenica Lorusso, Direttore dell’Unità Operativa di Ginecologia Oncologica di Humanitas San Pio X, “Così ben l’80% dei tumori ovarici viene diagnosticato quando la malattia è già progredita e le probabilità di guarigione si riducono. La ricerca però sta facendo importanti progressi”.
Attualmente è allo studio un metodo per la diagnosi precoce, basato sull’analisi di specifici marcatori instabilità genomica che si possono trovare nei campioni raccolti per il pap-test. Inoltre, si stanno valutando nuovi farmaci anche immunoterapici che possano agire in maniera mirata e in combinazione con terapie standard.
Una luce di speranza che illumina il percorso di tutte le donne che, come Bianca Balti, non hanno alcuna intenzione di arrendersi e che, citando una poesia attribuita (?) a Camus, nel bel mezzo dell’inverno hanno scoperto dentro di loro un’invincibile estate.

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