Un libro a lui dedicato e presentato a Sora, la sua città natale, è il più lodevole dei tributi. Tutto su Vittorio De Sica è un volume antologico scritto da 40 autori e curato da Jean A. Gili e Piero Spila, inserito in una serie di iniziative volte a celebrare il cinquantenario della scomparsa di uno dei più grandi maestri del cinema italiano. Il libro è la più completa antologia critica dedicata a De Sica e ripercorre il suo intero itinerario artistico con un approccio non specialistico ma di facile lettura e consultazione. È strutturato come un dizionario di quasi 500 pagine con più di 100 voci tra film, star, avvenimenti, premi internazionali e tematiche, il tutto completato da un’ampia biografia commentata, da una selezione di interventi dell’artista e da un inserto fotografico a colori di ben 64 pagine.
Nato a Sora il 7 luglio 1901 e morto a Neuilly-sur-Seine il 13 novembre 1974, De Sica è considerato uno dei padri del neorealismo e tra i maggiori interpreti e registi della commedia all’italiana. I suoi personaggi sono specchi dell’Italia del dopoguerra, di un’umanità piegata ma non spezzata, piena di risorse, la prima delle quali è la fantasia. Ladri di biciclette è il racconto di una miseria sia economica che morale, ma anche di una dignità ostinata che resiste nonostante tutto. Come sottolinea René de Ceccatty nella prefazione del libro «probabilmente non avremmo avuto Uccellacci e uccellini di Pasolini senza Miracolo a Milano (di De Sica, ndr). E Ladri di biciclette, in tono più dolce e sentimentale, già annuncia la tragica crudeltà di Accattone e Mamma Roma (di Pasolini, ndr) o la disperazione allucinata e meravigliosa de La strada di Fellini”.
Nelle opere di De Sica c’era una pietas laica senza dogmi, l’empatia di chi osserva il mondo con uno sguardo spogliato di ogni pregiudizio. I suoi protagonisti non sono eroi ma uomini che inciampano e si rialzano, come il suo Umberto D. che cerca di conservare un brandello di umanità nella quotidiana lotta contro l’indifferenza. E Vittorio De Sica, quando passava dall’altra parte della macchina da presa, diventando interprete di film come Pane, amore e fantasia, Addio alle armi, I giorni più belli, sapeva regalare ironia e leggerezza. Il cinema di De Sica è un invito a rallentare, a osservare, a non dimenticare che dietro ogni volto c’è una storia. In un’epoca che sembra ossessionata dal futuro, De Sica ci ricorda il valore del presente, di ciò che accade qui e ora, sotto i nostri occhi distratti.
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