
Ma come vi vestite?! Considerazioni semi-serie sui look delle prime 3 serate di Sanremo
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Toggle"Il Festival di Sanremo" si guarda per criticarlo. E chi siamo noi per sottrarci a cotale tradizione nazionale?
Archiviata anche la terza serata di Sanremo ed essendo sopravvissuti, possiamo tirare qualche bilancio. Il Festival, si sa, si guarda per criticarlo. E infatti com’è o come non è sembra che anche questa 75sima edizione condotta da Carlo Conti abbia registrato un super seguito, buono per tutti i lavoratori coinvolti nella titanica opera di intrattenimento, forse l’unico super show rimasto con un grosso budget a sostegno.
Le promesse di rapidità di Conti ci avevano fatto ben sperare, perché le ultime edizioni, diciamocelo, si configuravano più come sequestro di persona che non come spettacolo di intrattenimento. Io da parte mia ho resistito ogni sera fino a mezzanotte, ritirandomi con discreto onore.
Molta retorica, sempre presente nei Festival nazionali, poca comicità, ridotti i siparietti scherzosi (grazie per aver ridotto la quota gringe), molti co-presentatori ma tutti accelerati da un Conti che sembra un direttore di un ufficio postale il giorno del versamento delle pensioni: presto che è tardi! Tanta musica, anche se, personalmente, non una che mi sia rimasta in testa, se non al limite “cuoricini” di Coma Cose, testo impegnato nascosto dietro a un ritornello semplice e di acchiappo.
Siamo al Festival, mica alla festa della zia: sì all'eccesso nei look
E poi ci sono i veri protagonisti della serata, loro, gli immancabili vestiti, l’elemento che cambia inesorabilmente negli anni, perché la moda non si ferma mai e sembra superare ogni barriera, volontaria o involontaria. Mi diverte parlare di vestiti, io che sono la cosa più lontana dalla Moda esistente, che non so distinguere un Armani da un abito da bancarella. Quindi posso esprimere solo una ignorante opinione da telespettatore, con l’aggravante di un gusto classico e di una età nella quale si comincia a blastare i giovani per le stravaganze e i coetanei per l’ardimento, pensando un iconico televisivo “Ma come ti vesti??”.
Partiamo dal presupposto doveroso che siamo su un palcoscenico in mondovisione, non a casa propria o alla festa della zia, quindi è chiaro che l’eccesso ci sta e, soprattutto per i cantanti in gara, i vestiti fanno parte sempre più dello spettacolo e del messaggio che si vuole dare.
Poi c’è il gusto personale, e qui a ognuno la sua. Ecco i miei due spicci.
Sul palco sfilano abiti che sembrano incartamenti per dolcetti, ma domina anche lo stile "dopo tutta 'sta palestra ci manca che copro il pettorale"














Abbiamo lo stile alimentare, vestiti che sembrano incartamenti per i dolcetti che stanziano sui nostri tavolini del salotto e che nessuno mangia mai perché sappiamo tutti che sono avanzi del Natale passato, e a volte nemmeno l’ultimo. Esempi per lui e per lei: Jovanotti che sembra un torroncino ed Elodie con la carta stagnola che avvolge il panino.
Poi c’è lo stile sirena: abiti avvolgenti che rendono inumano pensare di scendere una scala di tre gradini, figurarsi quello scalone traballante e sospeso davanti a milioni di occhi che ti guardano. Esempi: Gaia e la Clerici, con differenti esiti chiaramente.
Lo stile sposa non sposa, con vestiti vaporosi, gonne da principessa e strascichi di metri. Esempi: Miriam Leone, Elettra Lamborghini e Cristiano Malgioglio.
Lo stile smoking o almeno ci provo, per l’uomo che non rinuncia al classico. Esempi: lo stesso Carlo Conti o Francesco Gabbani.
Poi c’è lo stile dopo tutta ‘sta fatica in palestra ci manca che copro il pettorale o il bicipite. Esempi: Tony Effe, Irama od Olly.
Lo stile da costume di scena. Esempi: tutti quelli che sono arrivati in pigiama, o col trucco da teatro giapponese.
Dalle pietre preziose per gli uomini alla dignità di Bianca Balti


Insomma c’è di tutto e tutto va bene, perché vestirsi è personalità ma anche spettacolo in questo caso, e in fondo non conta tanto quello che pensiamo noi spettatori ma come ci si sente dentro all’abito, anche se inguainati dentro un bustino contenitivo o una panciera perché la dieta non ha dato i frutti sperati, che poi ci è capitato a tutti nella vita!
Un fatto che personalmente ho molto amato è che gli uomini hanno sdoganato le pietre preziose, per cui pur non essendo Achille Lauro, nè per arte nè per personalità, dimostra che faccio bene a chiedere in prestito la spilla di diamanti di nonna e che persevererò!
L’ultimo stile che voglio citare è Lo Stile: quello di Bianca Balti. Non solo per la bellezza degli abiti e perché è una Top Model, quindi grazie che li porta alla grande! Soprattutto perché la sua scelta di essere e non dire mi è arrivata con forza e mi ha ricordato la dignità che ognuno di noi merita: nella malattia o nella difficoltà siamo le stesse persone, abbiamo solo bisogno di un po’ di attenzione in più.
Grande Bianca, non possiamo che dirti Forza, sei tutti noi!
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