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Ritratto di Dante alighieri nella cattedrale di Orvieto
AttualitàArte e Spettacolo

Buon Dantedì! Una giornata per celebrare il Sommo Poeta

Roberto Foti
Roberto Foti
Marzo 25, 2025

Oggi, 25 marzo, si celebra in tutta Italia Dante Alighieri, il genio letterario fiorentino che con la sua opera ha rinnovato e plasmato la nostra lingua

Pensavate che ormai, superato il Carnevale e con il Festival di Sanremo abbondantemente alle spalle, la prossima ricorrenza significativa del calendario fosse quella di Pasqua? O magari, per i più burloni tra voi, il 1° aprile? Ebbene, vi sbagliavate! Oggi, 25 marzo 2025, l’Italia festeggia il Dantedì, giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri  – una delle figure più luminose della letteratura mondiale e il padre della lingua italiana – giunta alla sua sesta ricorrenza. Dal 2020, infatti, in questo giorno si rende omaggio al genio fiorentino autore della Divina Commedia, capolavoro che ha segnato per sempre la cultura occidentale.

Una data, quella del 25 marzo, che non è stata scelta a caso. Secondo gli studiosi, infatti, proprio il 25 marzo 1300 coinciderebbe con il giorno in cui Dante, in base a ciò che lui stesso narra nella Divina Commedia, “nel giorno del cammin di sua vita” comincia il suo viaggio immaginario ultraterreno attraverso l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. Questa data simbolica corrisponde all’Annunciazione nella tradizione cristiana, un evento che segna l’inizio della redenzione umana – tema caro a Dante, il cui poema è intriso di significati teologici e spirituali.

Un dettaglio del volto della statua dedicata a Dante Alighieri in Piazza Santa Croce a Firenze.
Un dettaglio del volto della statua dedicata a Dante Alighieri in Piazza Santa Croce a Firenze.

Nato a Firenze nel 1265 e morto a Ravenna nel 1321, Dante Alighieri è stato un innovatore linguistico: scrivendo la Divina Commedia in volgare toscano anziché in latino, ha gettato le basi per l’italiano moderno, rendendo la letteratura accessibile a un pubblico più ampio. La sua opera, composta da 14.233 versi suddivisi in tre cantiche, racconta un viaggio simbolico verso la salvezza, guidato da figure come Virgilio e Beatrice. Ancora oggi, versi e espressioni come “Nel mezzo del cammin di nostra vita”, “Amor, ch’a nullo amato amar perdona” , “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza“, “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”  risuonano familiari, studiati nelle scuole e citati nella cultura popolare.

Il Dantedì nasce con l’obiettivo di mantenere viva questa eredità. L’idea è partita da un appello di intellettuali e accademici per celebrare il Poeta, sull’esempio di altre ricorrenze culturali internazionali come il Bloomsday dedicato a James Joyce. La proposta è stata poi rilanciata nel 2019 e ripresa e accolta dalla politica: la ricorrenza è stata istituita ufficialmente nel 2020 dal Consiglio dei Ministri (su proposta dell’allora Ministro della Cultura Dario Franceschini).

La statua dedicata a Dante Alighieri in Piazza Santa Croce a Firenze.
La statua dedicata a Dante Alighieri in Piazza Santa Croce a Firenze.

Il primo Dantedì ufficiale si è tenuto dunque il 25 marzo di quell’anno. Eravamo purtroppo in piena pandemia e l’occasione lieta di celebrare il nostro Sommo Poeta si infranse contro le restrizioni dovute al lockdown. Ciononostante, le letture online della Commedia hanno unito migliaia di persone, dimostrando la forza senza tempo di Dante.

Nel 2021, anno del 700° anniversario della morte di Dante, il Dantedì ebbe perciò una risonanza straordinaria, dovendo dar conto anche della “celebrazione tronca” dell’anno precedente. Da Firenze a Ravenna, da Roma a Verona – città legate alla sua vita e al suo esilio – si sono tenuti eventi memorabili: letture pubbliche in Piazza della Signoria, mostre di manoscritti antichi alla Biblioteca Laurenziana, concerti ispirati al poema.

Ogni giorno "maneggiamo" l'eredità Dantesca senza accorgercene. Nella lingua, certamente, ma anche sulle monete che abbiamo in tasca: il suo profilo infatti fu scelto all'epoca per essere raffigurato su quelle da 2 Euro coniate in Italia.
Ogni giorno "maneggiamo" l'eredità Dantesca senza accorgercene. Nella lingua, certamente, ma anche sulle monete che abbiamo in tasca: il suo profilo infatti fu scelto all'epoca per essere raffigurato su quelle da 2 Euro coniate in Italia.

Oggi, nel 2025, il Dantedì continua a essere un momento di festa e riflessione. In tutta Italia, scuole, università, teatri e biblioteche e istituzioni come l’Accademia della Crusca, la Società Dante Alighieri e persino il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale organizzano iniziative per coinvolgere il pubblico. Ma il Dantedì è anche un invito a riscoprire Dante nella vita quotidiana. La Divina Commedia non è un testo polveroso, ma tratta e approfondisce temi universali come l’amore o la giustizia, che ci toccano da vicino ancora oggi. Pensiamo alla “selva oscura” come metafora della crisi personale. O al tema della tentazione amorosa, come nel canto di Paolo e Francesca. E poi c’è la lingua: circa il 90% del vocabolario di base dell’italiano moderno deriva dal volgare dantesco, un’eredità che usiamo ogni giorno senza accorgercene.

L’opera di rinnovamento della lingua da parte di Dante non si fermò alla Divina Commedia. Tutta la sua opera contribuì a delineare i tratti del “dolce stil novo” letterario (un’espressione coniata proprio da Dante) che avrebbe prodotto di lì a poco un fiorire di capolavori letterari e una nuova consapevolezza storica, culturale e sociale. Il poeta fiorentino diede vita a trattati come il De vulgari eloquentia, saggi come il Convivio, opere, poemetti semplici sonetti come Tanto gentile e tanto onesta pare o testi come Donne ch’avete intelletto d’amore, contenuto ne La Vita Nova, e composto in forma di canzone, genere metrico dell’antica letteratura, che veniva spesso utilizzato dai cantori occitani che alle parole del componimento abbinavano anche musica più o meno improvvisata. Tanto che qualcuno si è chiesto se un simile testo non fosse destinato ad essere corredato da un abito musicale.

Un’ipotesi che ha ispirato anche cantori moderni: il duo formato da Stefano Palladini e Nazario Gargano, che è stato anche ospite del Premio Tenco nel 2003, ha realizzato una serie di “poesie in musica” su testi letterari, tra cui, proprio Donne ch’avete intelletto d’amore. E noi proprio con questa insolita, ma illuminante interpretazione, che testimonia la vitalità della “penna” e dell” “intelletto” di Dante, e la validità dei suoi temi anche ai nostri giorni, vogliamo celebrare il nostro (e speriamo il vostro) Dantedì.

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