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"Diva Futura" riaccende i riflettori sul porno italiano. Ed Eva Henger svela un dettaglio sulla morte di Moana Pozzi
Arte e SpettacoloInterviste

“Diva Futura” riaccende i riflettori sul porno italiano. Ed Eva Henger svela un dettaglio sulla morte di Moana Pozzi

Sonia Russo
Sonia Russo
Gennaio 31, 2025

In questo articolo

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  • Diva Futura, il film
  • Protagonisti straordinari
  • La sua perdita è stata devastante
  • Una vita da pornostar
  • Il mistero sulla morte di Moana Pozzi
  • Adesso lavora come sceneggiatrice
    • Gli rimase sempre accanto

Diva Futura, il film

Dalla carriera esplosiva nel mondo del porno alla transizione verso la sceneggiatura passando per l’intrattenimento per famiglie sul piccolo schermo, Eva Henger è probabilmente una delle figure più affascinanti e per certi versi controverse dello spettacolo. È stata testimone e protagonista di un’epoca d’oro del cinema per adulti in Italia e adesso può rivivere indirettamente quel periodo grazie al film Diva Futura. La pellicola, diretta da Giulia Steigerwalt e nei cinema a partire dal 6 febbraio, è basata sul libro di Debora Attanasio e racconta la storia di Riccardo Schicchi, ex marito di Henger e famoso produttore del cinema a luci rosse. L’abbiamo così contattata per farci svelare aneddoti inediti, riflessioni personali e il suo sguardo profondo su un settore che continua a intrigare e sorprendere.

Dopo Supersex, la serie tv ispirata alla vera vita di Rocco Siffredi, il mondo del porno italiano torna protagonista del cinema con Diva Futura. Secondo lei, perché c’è tanta curiosità attorno a questo mondo?
«La curiosità verso la pornografia è sempre stata grande perché si tratta di un mondo quasi immaginario, percepito come distante dalla realtà quotidiana. Quello che è fuori dal comune affascina la gente, che desidera conoscere e vivere esperienze altrimenti inaccessibili. L’epoca d’oro della pornografia, che va dagli anni ‘60 ai ‘90, è ormai finita e, con l’avvento di Internet e dei social media, questo mondo è andato incontro a un declino. Tuttavia, rimangono i ricordi di un’epoca passata, e film come Diva Futura possono dare uno sguardo su un mondo che ha affascinato molti. Anche se ora viviamo in una realtà diversa, il fascino per ciò che è stato continua a esistere».

Il film è tratto dal libro di Debora Attanasio Non dite alla mamma che faccio la segretaria edito nel 2013 (Sperling & Kupfer) e incentrato sulla figura di Riccardo Schicchi. Ha letto il libro? E che pensa del film?
«Debora Attanasio è una carissima amica. Ci conosciamo da quando avevamo circa 18 anni e ho letto il libro ancora prima che fosse pubblicato, grazie al manoscritto che mi ha inviato. Ci siamo commosse molto e ci dispiace profondamente che Riccardo non abbia potuto leggerlo. Quanto al film, penso che Debora e Giulia abbiano fatto un lavoro eccezionale».

Protagonisti straordinari

La locandina di "Diva Futura". Il film vede Pietro Castellitto (33) nei panni di Schicchi e Tesa Litvan (28) in quelli della moglie Eva Henger (52).
La locandina di "Diva Futura". Il film vede Pietro Castellitto (33) nei panni di Schicchi e Tesa Litvan (28) in quelli della moglie Eva Henger (52).

Schicchi è interpretato da Pietro Castellitto. Lo vede adatto?
«Ho conosciuto Pietro Castellitto due anni fa e l’ho trovato un ragazzo d’oro, simpaticissimo. Quando ho saputo che era stato scelto per interpretare Riccardo, ero inizialmente sorpresa dalla sua giovane età, ma, dopo averlo visto sul set, mi sono ricreduta. Ha studiato intensamente Riccardo, guardando filmati e interviste per catturare la sua essenza. È stato straordinario nella sua interpretazione e penso che chi vedrà il film rimarrà sorpreso dalla somiglianza e dalla fedeltà alla figura di Schicchi. Io sono stata sul set mentre giravano le scene degli ultimi momenti di Riccardo. Ho visto la scena dell’ospedale: è stato come rivedere me e lui e, insieme a Giulia, ho pianto dalla commozione».

A impersonare lei c’è Tesa Litvan. Che ne pensa?
«Tesa Litvan è stata eccezionale. L’ho incontrata prima delle riprese e ho visto il suo impegno nel prepararsi per il ruolo. Ha fatto cambiamenti significativi nel suo aspetto e ha studiato con attenzione la mia persona. Quando l’ho vista in azione, mi è sembrato di vedere me stessa da fuori. Tutti sognano di rivivere un ricordo e io ho potuto farlo grazie alle sue interpretazioni».

La sua perdita è stata devastante

Nel salotto di Domenica Live, Eva Henger (52) aveva raccontato un'esperienza paranormale riguardante il marito scomparso, Riccardo Schicchi.
Nel salotto di Domenica Live, Eva Henger (52) aveva raccontato un'esperienza paranormale riguardante il marito scomparso, Riccardo Schicchi.

Lei è stata a lungo legata al produttore Riccardo Schicchi. Che ricordo ha di lui?
«Il ricordo di Riccardo è meraviglioso. Per me, lui è stato molto più di un marito; è stato un padre, un fratello, una mamma. È stato tutto ciò che mi è mancato nella mia infanzia. Mamma c’era, ma Riccardo ha riempito i vuoti che ho avuto nell’infanzia. Era una persona che teneva profondamente a me, e io a lui. La sua perdita è stata devastante e mi manca ogni giorno».

Se dovesse descriverlo, quali aggettivi userebbe?
«Userei l’aggettivo “generoso” per descrivere Riccardo, ma non in senso economico, perché era noto per essere piuttosto tirchio (ride, ndr): ecco, questo è un altro aggettivo! Riccardo era generoso nella sua anima e nella sua energia. Ricordo un episodio in cui, nonostante non stessimo più insieme, è venuto fino a Campagnano per portarmi una medicina di cui avevo bisogno. Era una persona su cui si poteva contare sempre. Anche se in televisione spesso appariva in modo diverso, qualcuno lo definiva “viscido”, in realtà quella era solo una corazza; era una persona dolcissima e autentica».

Può condividere un aneddoto significativo che riassume il carattere e la personalità di Riccardo Schicchi?
«Riccardo trascorreva sempre le festività con noi, anche dopo che avevo iniziato a frequentare Massimiliano (Caroletti, ndr). Ogni Natale e Pasqua eravamo insieme e lui amava giocare con i bambini. Ricordo che, dopo pranzo, anche a causa del diabete di cui soffriva, si addormentava sul tappeto o sul divano mentre giocava con loro. Riccardino, poi, si sdraiava su di lui e dormivano insieme! Era affettuoso e presente anche con Memi (Mercedesz, ndr)».

Una vita da pornostar

Riccardo Schicchi (12 marzo 1953 – 9 dicembre 2012) fu regista e fotografo. Inventò il concetto di pornostar.
Riccardo Schicchi (12 marzo 1953 – 9 dicembre 2012) fu regista e fotografo. Inventò il concetto di pornostar.

Sotto la guida di Schicchi, “ragazze della porta accanto” come lei, Ilona Staller e Moana Pozzi, siete diventate all’improvviso dive di fama mondiale. Come ha vissuto quel periodo e quale pensa che sia stata l’abilità di Schicchi?
«Riccardo era un genio folle. La sua abilità stava nel credere fermamente nelle sue idee e nella libertà. Aveva il coraggio di realizzare visioni straordinarie e trasmetteva un’energia contagiosa che ci spingeva a dare il meglio di noi. Il messaggio che trasmetteva a tutti era quello di godere la vita, di vivere ogni giorno gioiosamente. Non imponeva nulla, ma ci ispirava a migliorare e a eccellere, facendoci sentire belle e speciali. Riccardo era convinto che la donna fosse la creatura più bella e importante di tutte e che dovesse essere sempre libera di decidere. Quando venivano le ragazze in agenzia chiedendo di fare le pornostar, lui le incoraggiava a pensarci bene, le invitava a fare altro, magari gli spettacoli, e a tornare quando davvero si fossero sentire pronte. Alcune tornavano anche cinque o sei volte prima di dire sì. Non era semplice entrare in Diva Futura. Questo approccio unico ha trasformato la nostra carriera e ha avuto un impatto duraturo sul mondo della pornografia».

Guardando indietro, qual è stato il momento in cui ha realizzato che la sua vita stava cambiando radicalmente?
«In tanti punti della mia vita ho sentito un cambiamento radicale, a partire dal divorzio dei miei genitori, fino a quando sono andata a vivere con mia nonna o quando sono entrata in questo settore. Uno dei momenti più significativi è stato quando, durante una fiera a Torino, mi sono trovata di fronte a 7.000 persone che urlavano il mio nome. È stato un cambiamento radicale rispetto alla mia vita provinciale. Solo Riccardo era capace di creare tutto ciò da un semplice spogliarello, da uno spettacolo di burlesque».

Ci sono stati momenti in cui in quel mondo non si sentiva a suo agio?
«Sì, ci sono stati momenti in cui mi sono sentita a disagio, come quando ho visto ragazzini di 18 anni seduti in prima fila, mentre io avevo già 32 anni. Decisi di lasciare gli spettacoli per non invecchiare sul palco e per chiudere quel capitolo della mia carriera nel modo migliore».

Il mistero sulla morte di Moana Pozzi

Il 15 settembre 1994 moriva, a soli 33 anni, Moana Pozzi, una delle figure più iconiche del cinema hard italiano.
Il 15 settembre 1994 moriva, a soli 33 anni, Moana Pozzi, una delle figure più iconiche del cinema hard italiano.

A proposito di Moana Pozzi, cosa pensa della leggenda secondo cui la star sia ancora viva?
«Ho parlato spesso di Moana e posso confermare che sicuramente adesso è morta. Era malata di un tumore al fegato molto aggressivo, era dimagrita tantissimo e stava molto male. Ricordo che era il 15 settembre quando è stata annunciata la sua morte. L’anno dopo, chiesi a Riccardo di organizzare una commemorazione, ma lui era molto abbattuto e non voleva discuterne. Allora gli ho chiesto il perché e lui mi rispose solamente: “Tanto non è morta quel giorno, basta!”. Un’altra volta, uscì una copertina su Moana e lui, scherzando disse: “Figurati se Moana si sarebbe persa la risonanza della sua morte, figurati se non avrebbe voluto vedere la reazione del mondo alla sua scomparsa”. Riccardo scherzava su tante cose, ma non su queste; perciò, sono quasi certa che Moana sia deceduta, ma non nel momento ufficialmente annunciato: forse è morta qualche settimana o qualche mese dopo».

L’impatto mediatico del porno è stato tale da portare fino all’elezione in Parlamento di Ilona Staller, alla nascita del Partito dell’Amore e alla candidatura di Moana Pozzi a sindaco di Roma. Perché, secondo lei, gli italiani sono stati così travolti dal fenomeno dell’hard?
«Ero troppo giovane a quel tempo, ma Riccardo mi ha spiegato che, nel periodo in cui Ilona e altre pornostar erano in auge, c’era una grande confusione politica in Italia. Il partito radicale, guidato da Marco Pannella, era l’unico con un programma alternativo e provocatorio. Ilona, con i suoi 20.000 voti, riuscì a entrare in Parlamento, grazie alla disillusione degli elettori nei confronti dei politici tradizionali. Questo aprì la strada ad altri tentativi, ma alla fine la gente si stabilì su una linea politica più definita».

Adesso lavora come sceneggiatrice

Dal 2013, Eva Henger (52) è sposata con Massimiliano Caroletti (54), produttore cinematografico e televisivo, con il quale ha iniziato anche un sodalizio professionale.
Dal 2013, Eva Henger (52) è sposata con Massimiliano Caroletti (54), produttore cinematografico e televisivo, con il quale ha iniziato anche un sodalizio professionale.

Lei da tempo si dedica alla sceneggiatura. Dopo The Contract, può darci qualche anticipazione sui suoi prossimi progetti cinematografici? C’è un tema che le piacerebbe esplorare particolarmente?
«Ho scritto una nuova sceneggiatura intitolata Quella brava ragazza, che esplora le dinamiche sociali dei matrimoni, dei tradimenti e dell’impatto che questi eventi hanno sui bambini. Il film è una riflessione su come i genitori, concentrati sulle loro sofferenze, spesso ignorino il dolore dei loro figli. Penso che sarà un progetto molto profondo e stimolante».

Potrebbe esserci nel suo futuro un film in cui racconta il suo personale punto di vista sul porno?
«Attualmente sono molto concentrata sulla sceneggiatura e sulla preparazione del mio prossimo film, quindi non ho in programma di trattare il tema del porno nei miei progetti futuri. Ci sono altri temi che vorrei esplorare. Preferisco mantenere una certa distanza dal passato e concentrarmi su altre storie. Tuttavia, la vita è imprevedibile, quindi mai dire mai».

Come pensa sia cambiata la rappresentazione delle donne nel mondo dell’hard e del cinema nel corso degli anni?
«Recentemente, ho notato che la figura della donna nel porno è cambiata significativamente. È stato Schicchi a inventare il concetto di pornostar creando personaggi che divenivano celebrità grazie alla visibilità mediatica; spesso le portava anche in trasmissioni televisive e salotti pubblici. Questo ha elevato la figura della donna nel settore, facendola passare da persona anonima a star riconosciuta. In parallelo, esisteva un’altra realtà: le lavoratrici del porno che partecipavano a numerosi film, ma rimanevano spesso nell’anonimato. Quando Riccardo portò Ilona Staller in Parlamento, l’attenzione su queste figure cambiò anche a livello internazionale. Negli anni ‘90, la figura della pornostar iniziò ad avere successo anche in altre forme di intrattenimento, come i film comici o le trasmissioni televisive. Schicchi ha rivoluzionato il settore, facendo sì che le donne ottenessero maggiore visibilità. Tuttavia, con la sua scomparsa, mi sembra che il panorama sia tornato a una rappresentazione più tradizionale».

Gli rimase sempre accanto

Eva Henger e il produttore Riccardo Schicchi si conobbero in Ungheria e iniziarono a convivere nei primi anni Novanta, dopo l’arrivo di Mercedesz, primogenita dell’attrice, nata nel 1991 da una precedente relazione. Eva e Riccardo si sposarono in Italia nel 1994 e dal loro matrimonio nacque Riccardo Jr. Nonostante vivessero separati da tempo, Eva rimase accanto a Riccardo fino alla sua morte, avvenuta nel nel 2012.

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