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Attualità

Fenomenologia di Elon Musk: un alieno alla corte di The Donald

Roberto Foti
Roberto Foti
Dicembre 4, 2024

Elon, Donald e la nomina a "Consigliere per l'Efficienza": la strana alleanza tra tycoon che nessuno aveva davvero previsto.

Non lo hanno visto arrivare. “Ci mancava Elon Musk”, avranno anzi pensato i notabili del Partito Democratico e del pensiero liberal, mentre erano ancora impegnati nel nobile e volenteroso intento di coprirsi gli occhi di bacon per nascondere a se stessi e al loro elettorato quanto fosse “bollito” e impresentabile il proprio candidato Joe Biden, prima di prendere atto della realtà e giocare la tardiva carta Kamala Harris, concedendosi peraltro anche il lusso di una risata sarcastica per le affermazioni di Trump sugli immigrati “mangiagatti”.

Nel frattempo, il magnate di origine sudafricana, quasi in sordina, aveva già da tempo iniziato a sostenere dal suo social preferito (“suo” nel vero senso della parola), X, la corsa del candidato repubblicano alla presidenza, dapprima timidamente, poi, via via, con dichiarazioni sempre più esplicite a favore del collega tycoon e abbondanti finanziamenti.

Infine, ha rotto definitivamente gli indugi mettendoci “la faccia” e incontrando a più riprese i campioni del sovranismo mondiale come il neo presidente argentino Javier Milei e la nostra Giorgia Meloni (con reciproci sguardi languidi che hanno persino fatto sospettare inauditi gossip internazionali), e apparendo a braccetto di “The Donald” in uno degli ultimi comizi prima del voto, come se fosse ormai “Trump-Musk” e non “Trump-Vance” (il vicepresidente designato) il ticket presidenziale vincente.

Un endorsement che è stato premiato con la nomina di Musk al DOGE, il neonato Dipartimento per l’Efficienza Governativa che dovrà svecchiare e migliorare la macchina amministrativa della nuova legislatura repubblicana, dove ha già lasciato la sua impronta di “imprenditore del futuro” con la richiesta di candidarsi a impiegarvisi a titolo gratuito e volontario, in pratica per Amor di Patria.

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L' "apparizione" sulla scena politica di Elon Musk... © Shutterstock

La “distrazione” dei media

Insomma, una presenza sempre più inattesa, invasiva e “ingombrante”, che ha unito la potenza di fuoco comunicativa, che Musk ha a disposizione grazie all’uso sempre più spregiudicato del social personalizzato che è diventato “X”, il vecchio Twitter acquistato a suon di dollari nel 2022 e immediatamente ribrandizzato e abbondantemente “Elonizzato”, al forte impatto emotivo e psicologico che può aver avuto la discesa in campo tra i “titolarissimi” della contesa elettorale di un campione dall’aura vincente e proiettata verso il futuro com’è quella del multimiliardario proprietario o fondatore, tra le altre cose, di Tesla, Space X, Starlink e Open AI, tutti progetti legati al progresso e all’innovazione.

Affermare che Trump abbia trionfato grazie alla presenza al suo fianco dell’amico Elon nell’ultimo mese di campagna elettorale sarebbe ingannevole e ingeneroso verso le capacità politiche di The Donald. Eppure, nonostante l’uomo considerato dalla rivista Forbes il più ricco del mondo, con un patrimonio stimato di 314 miliardi di dollari, sia calato come un asteroide venuto da Marte sulla corsa presidenziale, la sua progressiva integrazione nella campagna e nelle tematiche affrontate dal “Trumpismo” ha suscitato a lungo un misto di incredulità, ilarità e scetticismo nel campo avverso.

“Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci”, recita un celebre aforisma (erroneamente attribuito al Mahatma Gandhi, ma questa è un’altra storia). E ripercorrendo i commenti e gli interventi dei principali colossi dell’editoria USA di stampo liberal, si percepisce appieno, in effetti, il passaggio dalla sorpresa, alla negazione, alla ribellione inconcludente.

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Nel 2022 Elon Musk è diventato il proprietario di Twitter, subito ribattezzato "X". © Shutterstock

Se agli albori della corsa presidenziale la CNN era convinta che Trump e Musk non potessero andare d’accordo, con Donald che chiamava Musk “Bullshit Artist”, letteralmente “l’artista delle stronzate”, e il proprietario di Tesla che ribatteva che fosse “ormai tempo per Trump di appendere il cappello al chiodo e navigare verso il tramonto”, ancora nello scorso agosto il ritorno di Trump su X con relativo dibattito online tra i due miliardari era stato commentato più per mettere alla berlina i problemi tecnici che il magnate del BigTech non aveva saputo evitare, che non per analizzare le due ore circa di conversazione sul manifesto della politica trumpiana. Soltanto ai primi di ottobre il New York Times e la stessa CNN si rendevano conto che Musk stava andando “all in” su Trump, con un finanziamento al suo comitato elettorale di 75 milioni di dollari. Sono quindi seguiti, per tutte le settimane successive, tentativi di delegittimare la sua presenza accanto al candidato repubblicano, aleggiando conversazioni non autorizzate con Putin, come fece pochi giorni prima del voto il Wall Street Journal, o presunte irregolarità compiute negli anni ’90 quando l’imprenditore di origine sudafricana avrebbe lavorato illegalmente negli USA, come messo in rilievo dal Washington Post. E solo a giochi fatti, due settimane dopo il voto, l’autorevole rivista “New Yorker” si chiede perché Musk abbia effettivamente abbracciato Trump.

Già, perché?

Donald Trump ed Elon Musk sul palco insieme al comizio di Butler, Pennsylvania
Donald Trump ed Elon Musk sul palco insieme al comizio di Butler, Pennsylvania.

Tra “Paperoni” ci si intende?

La risposta più semplice sarebbe anche quella più ovvia: i soldi. Tra miliardari, si può supporre, ci si intende, gli interessi in comune sono tanti e dal ritorno alla Casa Bianca del “Billionaire” per eccellenza beneficerà ovviamente anche Elon Musk, a molti livelli: in materia di trattazione fiscale dei patrimoni multimilionari, ad esempio, o delle tutele sociali dei lavoratori dipendenti e dell’iperliberismo in materia economica, con un intervento statale ridotto ai minimi termini, per non parlare dell’indirizzo sullo sviluppo industriale e tecnologico.

Eppure la “fratellanza capitalista” rischia di essere una spiegazione riduttiva. Musk con le sue aziende è sicuramente uno degli attori privati che più hanno voce in capitolo sul progresso globale, al pari di Jeff Bezos di “Amazon”, Bill Gates di “Microsoft” o Mark Zuckerberg di “Meta”. Eppure è l’unico tra questi multimiliardari ad aver appoggiato esplicitamente Trump.

I loghi di Space X, Tesla, X, alcune delle aziende di Elon Musk
Alcune delle aziende fondate o possedute da Elon Musk © Shutterstock

Un approccio visionario

Nato in Sudafrica, con cittadinanza canadese per parte di madre, Elon Musk fin da ragazzino si appassiona alla programmazione, e, cresciuto, viene accettato alla Queen’s University in Ontario, in Canada, e poi alla Pennsylvania University, affiancando studi in economia, fisica applicata e scienze dei materiali, per trasferirsi infine in California, dove comincia a dar mostra delle sue doti imprenditoriali. Fonda una società di software, poi una di servizi finanziari che sfocerà (pochi lo ricordano) nella creazione di PayPal. Venduta quest’ultima, investe il ricavato nella creazione di Space X, azienda mirata alla progettazione, costruzione e gestione di veicoli spaziali, in anni in cui l’espansione tra le stelle era ancora sotto shock per il disastro del Challenger del 1986 e subì un ulteriore contraccolpo, con la definitiva messa in soffitta delle navette Nasa, per l’esplosione del Columbia del 2003. L’anno dopo entra nell’azienda Tesla Motors, specializzata in veicoli elettrici, in un periodo in cui il concetto di “auto elettrica” era ancora d’élite e ben lungi dall’essere abbracciato quale nuova frontiera della green economy.

E proprio questo approccio visionario, forse, è il marchio di fabbrica dell’imprenditore sudafricano “fattosi da sé”: planare su un progetto prima di tutti, portarlo a diventare centrale nel dibattito mondiale, commercializzarlo, intascare i dividendi e poi saltare al successivo, a un livello sempre più alto. Quando l’elettrico diventa pane quotidiano, Musk rilancia annunciando di voler progettare un razzo per raggiungere Marte. Quando la competizione tra vettori spaziali aumenta, Elon lancia la rete di satelliti Starlink per la diffusione globale di Internet a basso costo e si lancia nel campo dell’Intelligenza Artificiale, dando vita a OpenAI, l’azienda creatrice di ChatGPT, da cui poi si dimetterà, mentre nel frattempo è già proiettato su nuovi piani visionari e a lungo termne, ipotizzando connessioni iperveloci via rotaia o via tunnel sotterranei a corto e medio raggio con le sue società Hyperloop e The Boring Company, e studia le interazioni uomo-macchina con sensori applicati direttamente al cervello, attraverso il progetto Neuralink.

Il trait d’union di tutte queste attività sono le modalità con cui sono state presentate, finanziate e concretizzate. Ogni volta, Musk lancia un obiettivo ambizioso e a lungo termine, sul momento bollato come irrealizzabile. Nel frattempo che chi gli sta intorno non fa in tempo a dire “Si, vabbè! Boom!”, lui ha già trasformato l’idea in oggetto di consumo, consolidato l’azienda e reinvestito quanto guadagnato in un nuovo progetto.

Il giovane e l'attuale Elon Musk "patriottico" con una bandiera USA
Piccoli, patriottici Elon crescono... © X Elon Musk

“Alien” Musk…

Chi è, dunque, Musk: un “artista delle stronzate”, che spara idee ambiziose e suggestive che finiscono con l’autorealizzarsi (o col dare l’idea che lo faranno), o un imprenditore con una marcia in più capace di vedere dove altri sono ciechi, un “alieno” (a partire dal nome, Elon, che pare calato paro paro da una puntata di Star Trek, per non parlare di quelli attribuiti agli ultimi tre dei suoi 11 figli, quelli avuti dalla cantante Grimes, chiamati, rispettivamente, X Æ A-XII, nato nel 2020, Exa Dark Sideræl nata da maternità surrogata nel 2021, e Techno Mechanicus, per gli amici Tau), con uno sguardo alle stelle e un altro al futuro?

Forse è scorrendo i suoi innumerevoli post su X che si capisce davvero chi sia Elon Musk e cosa lo accomuna e lo rende utile per Trump: la visione. Del presente, intanto, prima ancora che del futuro, con il miliardario sudafricano che è uno dei pochi che può davvero capire a che stadio siano le ricerche cinesi sulle nuove frontiere tecnologiche come l’Intelligenza Artificiale e l’esplorazione spaziale, perché sono il suo campo di ricerca e ne conosce implicazioni e pericoli. E poi del ruolo degli Usa sullo scenario globale.

elon l'alieno meme
meme autoironico immigrati
Una raffigurazione di Elon Musk con armatura da gladiatore
Un meme autoironico con l'armatura da Iron Man e la dicitura "Irony Man"

Alcuni meme autoironici postati da Elon Musk sul suo profilo X

Così, quando, tra un meme autocompiaciuto, un razzo di Space X che conclude con successo il suo atterraggio e un’autocandidatura a campione della libertà di parola contro lo strapotere dei Media, Elon pubblica un video di migliaia di droni che alzandosi in volo all’unisono finiscono per formare la figura di un dragone, o uno di Roma vista dall’alto, o un altro in cui paragona gli Stati Uniti all’Impero Romano, l’ “alieno” sta mandando una dichiarazione d’intenti precisa: attenzione, siamo noi gli eredi e i depositari della più importante istituzione e tradizione politica della storia e stiamo per rivoltare come un calzino la società globale. È il nostro compito, dobbiamo farlo noi che vediamo il pericolo prima che lo facciano altri.

Ed è un messaggio doppiamente inquietante. Per due motivi.

Il primo: che di solito chiunque, popolo o singolo essere umano, si autoidentifichi come salvatore del mondo, eletto, supereroe o depositario di un’aura e una missione per conto del Destino – la storia insegna – ha una visione distorta di sé e della realtà, che sarebbe forse perfetta per fare il paio con le dichiarazioni di Flavia Vento in una puntata di Belve, ma può creare solo danni se trasformata in manifesto politico.

Il secondo: e se invece avesse ragione lui e il “pericolo” che noi non vediamo – e lui afferma di sì – qualunque esso sia, stesse davvero arrivando?

Dei droni formano la figura di un dragone illuminato di rosso in un cielo notturno
Il "dragone" cinese incombe... © Profilo X di Elon Musk

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