
Fiori di Bach: guarire le emozioni per ritrovare il benessere del corpo
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ToggleI fiori hanno un loro linguaggio delicato, che cura l'anima. Ma hanno effetti benifici anche sul corpo, se assunti sotto forma di essenze: cosa c'è da sapere sul potere dei Fiori di Bach.
Mente, corpo e anima perfettamente allineati: ecco la formula della salute secondo Edward Bach, il “padre” dei fiori che portano il suo nome. I sintomi fisici di una malattia, per questo medico gallese, non sarebbero altro che il risultato finale, lo stadio ultimo di un profondo malessere emotivo. È dunque sulle emozioni negative che si dovrebbe intervenire per mettere in atto un autentico processo di guarigione. Ma come riportare in equilibrio gli stati d’animo di una persona? Bach trovò la risposta nella natura, individuando – tra il 1928 e il 1932 – una connessione tra le vibrazioni umane e quelle dei fiori selvatici. Il risultato della sua ricerca sono 38 fiori in grado di riequilibrare 7 differenti stati d’animo, trasformando un’emozione negativa nel suo tratto positivo e predisponendo così il fisico alla guarigione. “Guarendo la mente, il corpo seguirà”: questa la convinzione del medico britannico. Ma come “cogliere” il fiore più adatto a noi? Per capirlo abbiamo parlato con l’esperta Arianna Borghese, che ci ha introdotti nell’affascinante giardino di Bach.
Come scegliere quello giusto

Cosa sono i fiori di Bach?
«Io li definirei “una chiave dell’anima” – ci dice Borghese – è come avere davanti a sé una cassaforte con tante chiavi simili tra loro: bisogna saper trovare quella giusta per aprire lo scrigno. Ecco, questi rimedi floreali funzionano più o meno così con le nostre emozioni».
Non tutti i fiori, dunque, sono utili per aiutarci: dobbiamo essere in grado di capire a fondo noi stessi e di individuare quale sia il nostro effettivo stato d’animo. È solo a quel punto che potremo trovare il rimedio floreale più adatto.
È possibile fare un’autodiagnosi o serve necessariamente un esperto che “prescriva” il fiore giusto?
«Si può fare un’autodiagnosi, ma si deve riuscire a essere obiettivi e a riconoscere i sintomi alla base del proprio malessere. C’è da dire che la prima volta che ci si affaccia ai fiori di Bach e se ne legge la descrizione, si ha la sensazione di avere bisogno di ciascuno di loro!».
Esiste comunque un criterio da seguire per scegliere il fiore: «Mettere al primo posto il sintomo che impressiona al massimo per intensità, il più caratteristico. Fare un’indagine sulle cause chiave – spirituali, mentali, emozionali – che possono essere all’origine di uno scompenso fisico».
Come può aiutarci il parere di un esperto?
«La prescrizione viene fatta dopo un attento colloquio – spiega Arianna – è importante che l’esperto non solo conosca bene i fiori, ma che abbia anche una sensibilità e una capacità di empatia sufficienti a capire quale sia lo stato d’animo di chi gli si rivolge. Bisogna riuscire a entrare anche nelle paure delle persone, nelle loro emozioni profonde. Un disturbo fisico, infatti, può essere il risultato di un insieme di fattori che vanno presi in considerazione».
E se dovessimo assumere un fiore poco indicato per il nostro reale stato di salute emotiva, se insomma la diagnosi dovesse essere sbagliata, potrebbe nuocerci in qualche modo?
«Assolutamente no, nel peggiore dei casi non otterremmo alcun risultato».
38 essenze per 7 stati d'animo

Le 38 essenze naturali identificate da Bach (più una 39esima, il Rescue Remedy) agiscono in presenza di 7 determinati stati d’animo. Più fiori, dunque, sono utili a riequilibrare uno stesso stato emotivo. Starà alla sensibilità della persona o di chi la consiglia, scegliere l’essenza più adatta.
Ma come ha fatto Bach a ricollegare un determinato fiore a un’emozione umana?
«La somiglianza – sostiene Borghese – Ogni pianta è somigliante a livello comportamentale a determinate caratteristiche dello stato emotivo di una persona. Il mimolus, ad esempio, il fiore della mammola, è piccolino e si nasconde dietro le altre piante. Secondo il metodo di Bach, esso aiuta ad accettare le esperienze della vita senza avere paura».
Come si assumono e come si conservano le essenze floreali
I fiori di Bach si trovano in commercio dentro boccette di vetro con contagocce. Possono essere assunti sia puri che diluiti in un bicchiere di acqua e l’ideale sarebbe prenderne uno, massimo due alla volta. Detto questo, è anche possibile creare una combinazione di fiori diversi (da un minimo di 4 a un massimo di 7) che andranno miscelati in una boccetta da 30 ml, di vetro scuro (per impedire alla luce di interferire) insieme ad acqua e a un cucchiaio di brandy o cognac, usati come conservanti. «Chi prepara i fiori di Bach deve sapere quali stanno bene insieme – precisa l’esperta – bisogna stare attenti a miscelarli, per non mandarli in conflitto fra loro». Il fiore di Bach è molto delicato e rischia di ammalarsi. Sarà bene, quindi, non mettere la boccetta vicino a fonti di calore, computer, radiosveglie e telefonini (attenzione quando si mette in borsa il flacone): dato che i fiori agiscono a livello vibrazionale, le interferenze di altre vibrazioni potrebbero alterarli.
Posologia e avvertenze

Quante gocce vanno prese al giorno?
«4 gocce sotto la lingua, per un minimo di 4 volte al giorno. Non bisogna mai toccare con la lingua il contagocce: gli enzimi contenuti nella saliva distruggono il fiore. In caso dovesse accadere, basterà pulire il contagocce sotto l’acqua corrente e poi asciugarlo».
Quanto al periodo di assunzione, è assolutamente soggettivo: «Dipende dallo stato d’animo. Una volta che ci si rende conto che un malessere è passato, allora si capisce che quel fiore può essere superato. Finita una boccetta, va fatto un nuovo colloquio, un nuovo test su se stessi, per capire a che punto si è».
Non ci sono controindicazioni né effetti collaterali dei fiori di Bach. Non creano nessuna alterazione metabolica, non danno dipendenza. Un eccessivo dosaggio non provoca alcun problema. I fiori non interagiscono con i farmaci e si possono prendere senza prescrizione medica. «E poi – aggiunge Arianna Borghese – non agiscono per effetto placebo, come sostengono alcuni: non si capisce altrimenti per quale ragione darebbero risultati anche su piante, animali e bambini».
I fiori di Bach in pratica
- Per la paura: Rock Ros, Mimulus, Cherry Plum, Aspen, Red Chestnut
- Per l’incertezza: Cerato, Scleranthus, Gentian, Gorse, Hornbeam, Wild Oat
- Per lo scarso interesse verso le circostanze attuali: Clematis, Honeysuckle, Wild Rose, Olive, White Chestnut, Mustard, Chestnut Bud
- Per il senso di solitudine: Water Violet, Impatiens, Heather
- Per l’ipersensibilità alle influenze e alle idee: Agrimony, Centaury, Walnut, Holly
- Per il senso di avvilimento e la disperazione: Larch, Pine, Elm, Sweet Chestnut, Star of Bethlehem,Willow, Oak, Crab Apple
- Per la troppa preoccupazione del benessere altrui: Chicory, Vervain,Vin, Beech, Rock Water
Rescue Remedy: “rimedio di pronto soccorso” o consolatore dell’anima, è una combinazione di 5 fiori (Star of Bethlehem, Rock Rose, Impatiens, Clematis, Cherry Plum) che va presa eccezionalmente in acute situazioni di stress, come attacchi di panico, svenimenti, shock o brutte notizie. Oltre che per via orale, il Rescue Remedy può essere applicato direttamente sulle tempie o sui polsi.
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