
Garlasco, dopo 18 anni spunta un’impronta di Sempio sul luogo del delitto
Colpo di scena per il delitto di Chiara Poggi. La procura individua l’impronta di Andrea Sempio, frequentatore della casa nei giorni del delitto. Intanto lui non si presenta all’interrogatorio, sfruttando un cavillo.
C’è l’impronta di Andrea Sempio nella casa dove è stata trovata senza vita Chiara Poggi, uccisa a Garlasco 18 anni fa. L’impronta 33, analizzata con nuovi mezzii, mediante l’impiego della ninidrina, per gli investigatori è stata lasciata dal palmo destro di Andrea Sempio “per la corrispondenza di 15 minuzie dattiloscopiche”. Questo spiega il procuratore della Repubblica di Pavia Fabio Napoleone, che rompe il silenzio confermando quanto anticipato dal Tg1, riguardo l’impronta repertata sulle scale della villetta di Garlasco. La svolta arriva dalla nuova perizia del tenente colonnello del Ris Gianpaolo Iuliano con l’esperto Nicola Caprioli. Gli accertamenti dei consulenti, nella nuova inchiesta sull’indagine che vede indagato per omicidio in concorso Andrea Sempio, hanno setacciato, con le nuove tecniche, tutte le impronte che all’epoca erano state scartate. L’impronta della mano destra attribuita a Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, è stata trovata sulla parete della scala dove è stato trovato il corpo della vittima nell’agosto del 2007.

La nota arriva all’indomani del mancato interrogatorio di Sempio, dopo che l’immagine è stata mostrata al fratello di Chiara e ad Alberto Stasi, il fidanzato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per il delitto. La Procura precisa poi che al momento non è possibile stabilire se l’impronta palmare sul luogo del delitto, attribuita ad Andrea Sempio, presenti tracce ematiche della vittima che, per stabilirlo, servirebbe un accertamento biologico attualmente non previsto dall’incidente probatorio. Dell’impronta doveva rispondere anche Andrea Sempio, che però non si è presentato all’interrogatorio, avvalendosi di una normativa del codice di procedura penale sui tempi della notifica dell’invito a comparire. Nel documento mancava infatti “l’avvertimento” previsto dall’articolo 375 comma 2 lettera D. Articolo che prevede che “il pubblico ministero potrà disporre a norma dell’articolo 132 l’accompagnamento coattivo in caso di mancata presentazione senza che sia stato addotto legittimo impedimento”.

Davanti a centinaia di giornalisti, non si sono presentati neanche i legali di Sempio, Massimo Lovati e Angela Taccia. Quest’ultima si è resa protagonista invece di un post provocatorio su Instagram, dove ha scritto “Guerra dura senza paura”, aggiungendo “CPP we love you”, con riferimento al codice di procedura penale, al quale si sono appellati per evitare l’interrogatorio dell’indagato, suo assistito. Sentiti sull’impronta anche Marco Poggi, fratello di Chiara e amico di Andrea Sempio, e Alberto Stasi, oggi in carcere, in stato di semilibertà, per il delitto per cui è indagato lo stesso Sempio: Stasi conferma che non conosceva quest’ultimo, dando le stesse risposte che aveva dato al momento del delitto di quella che era la sua ragazza. In uno scenario che si alterna tra procura e televisione si inserisce il “supertestimone” che ha parlato alla trasmissione Le Iene, raccontando che una donna di Tromello (oggi defunta) gli aveva detto di aver visto, la sera del delitto, Stefania Cappa (una delle gemelle cugine di Chiara Poggi) con “una borsa pesante” entrare nella casa di sua nonna materna dove non andava mai. La donna ha aggiunto poi ” di aver sentito un tonfo in acqua”, nel canale dove poi sono stati ritrovati diversi attrezzi: un attizzatoio da camino, un martello e altri strumenti che potrebbero essere compatibili con l’arma del delitto, mai trovata.
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