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Un'auto dei Carabinieri a Vigevano. Andrea Sempio produsse nel 2008 uno scontrino di un parcheggio della cittadina lombarda per dimostrare che non era a Garlasco durante i momenti dell'uccisione di Chiara Poggi. © Shutterstock
Attualità

Garlasco, ispezioni a casa di Andrea Sempio e in un canale: si cerca l’arma del delitto

Alan David Scifo
Alan David Scifo
Maggio 14, 2025

Blitz all’alba dei carabinieri, esaminati pc e supporti informatici di Sempio, indagato per concorso in omicidio. Perquisita anche la casa dei genitori del 37enne e quella dei suoi amici. Per il delitto è stato condannato Alberto Stasi.

Blitz all’alba per Andrea Sempio, nuovo indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, a Garlasco, avvenuto 17 anni fa. I carabinieri si sono recati, questa mattina, nella sua casa a Voghera e in quella dei suoi genitori, a Garlasco, a pochi metri da quella del delitto. Le ispezioni si sono anche concentrare in un canale a Tromello, alla ricerca dell’arma del delitto, che sarebbe un attizzatoio per camino. Per aiutare le ricerche, questo canale verrà svuotato temporaneamente. La pista sarebbe stata indicata da un testimone che nei giorni scorsi ha riferito, durante una intervista al programma televisivo “Le Iene”, di un oggetto metallico gettato nel canale. Questo canale, che secondo i residenti è stato comunque ripulito 8 anni fa, sarebbe il punto in cui sarebbe stato gettato l’attizzatoio da camino con cui sarebbe stata uccisa Chiara Poggi e si trova vicino il vecchio casolare delle gemelle Cappa, cugine di Chiara. Proprio una di loro, Stefania, era stata indicata da un testimone, come colei che si era disfatta dall’arma, portando un attizzatoio con una pigna come decorazione, in bici, per poi gettarlo. Nonostante i dubbi di oggi, per il delitto è stato condannato a 16 anni Alberto Stasi, allora fidanzato di Chiara Poggi, sempre dichiaratosi innocente. Poche settimane fa, però, è tornato al centro della vicenda Andrea Sempio, oggi indagato per omicidio in concorso. Dalla casa di Sempio sono stati esaminati dai carabinieri, su delega del Procuratore capo di Pavia, Fabio Napoleone, dell’aggiunto Stefano Civardi e della pm Valentina De Stefano, supporti informatici, computer e telefoni.

Chiara Poggi in una foto dell'epoca. La ragazza fu rinvenuta in un lago di sangue nella villetta di famiglia a Garlasco, in uno dei casi più intricati e che hanno smosso l'opinione pubblica. A 18 anni di distanza non si esauriscono i colpi di scena... © KIKA
Chiara Poggi in una foto dell'epoca. La ragazza fu rinvenuta in un lago di sangue nella villetta di famiglia a Garlasco, in uno dei casi di cronaca più intricati di sempre e che più hanno smosso l'opinione pubblica. A 18 anni di distanza non si esauriscono i colpi di scena... © KIKA
In un delitto pieno di colpi di scena, dopo la nuova indagine a carico di Sempio, è stata sentita anche la madre del ragazzo oggi 37enne, donna che ha accusato un malore durante il colloquio con gli investigatori, avvenuto, secondo indiscrezioni, dopo un nome fatto dagli inquirenti che stanno seguendo la nuova pista. Le perquisizioni nei luoghi di Sempio si sono allargate anche a Roberto Freddi e Mattia Capra, due amici (non indagati) di Marco Poggi (fratello di Chiara) che, come Andrea Sempio, nel 2007 frequentavano la villetta del delitto per giocare ai videogame. I due, infatti, erano stati contattati da Sempio la mattina del delitto, con una chiamata e con un messaggio in passaggi che adesso gli inquirenti stanno cercando di ricostruire. Passaggi a vuoto secondo i genitori di Chiara Poggi, per cui l’assassino è colui che è stato condannato, ovvero Stasi. Negativi anche i pareri sull’attizzatoio da camino, che per la famiglia non sarebbe mai scomparso da casa: “Tutti gli attrezzi del camino ci sono ancora – hanno dichiarato- l’attizzatoio che avevamo allora c’è ancora adesso“.
Alberto Stasi nel dicembre 2015, nel giorno della sentenza della Corte di Cassazione che confermò la condanna in Corte d'Appello.
Alberto Stasi nel dicembre 2015, nel giorno della sentenza della Corte di Cassazione che confermò la condanna in Corte d'Appello.

L’avvocato dei Poggi, Francesco Compagno, parla addirittura di “famiglia basita” dalle nuove perquisizioni: “Il nostro ordinamento attribuisce alle Procure un amplissimo potere in fase di indagini – scrive in una nota – ma non per questo gli inquirenti possono collocarsi al di sopra della giurisdizione ignorando quanto accertato in un giusto processo, valorizzando – a distanza di quasi 20 anni – delle ipotesi stravaganti e creando in tal modo i presupposti per una loro immediata diffusione sugli organi di stampa. ll rispetto per le persone coinvolte in una cosi’ tragica vicenda, e ora nuovamente esposte a sofferenze indicibili, richiederebbe a nostro avviso un maggior rigore nella valutazione dei dati probatori e nella tutela della riservatezza degli eventuali accertamenti ritenuti opportuni”.

Andrea Sempio che ha assistito alla perquisizione insieme alla sua legale Angela Taccia, ha dato piena disponibilità al fine di collaborare con le forze dell’ordine e continua a dirsi “tranquillo”.

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