
Garlasco, nel canale trovato un attizzatoio da camino. Verrà prelevato il Dna delle gemelle Cappa
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ToggleIl nuovo quadro dell’indagine sull’omicidio di Chiara Poggi coinvolge le gemelle Cappa, cugine della ragazza (non indagate), e gli amici di Andrea Sempio, che verrà sentito martedì dagli inquirenti. Nel canale trovati altri oggetti che potrebbero essere compatibili con l’arma del delitto.
È uscito fuori dal canale, l’attizzatoio da camino, ricercato nelle nuove indagini per il delitto di Garlasco, l’omicidio di Chiara Poggi avvenuto il 13 agosto 2007. Nel canale Tormello, dove si sono concentrati i carabinieri da mercoledì, oltre a un martello, è stato trovata la testa di una mazzetta da muratore, il manico e la testa di un’ascia, attrezzi cui si aggiunge appunto, l’attizzatoio da camino, la presunta arma del delitto mai trovata, con cui sarebbe stata uccisa la giovane di Garlasco 18 anni fa. Per la nuova indagine è indagato Andrea Sempio, l’amico del fratello di Chiara Poggi, che frequentava la casa della famiglia per giocare ai videogiochi. Concorso in omicidio è l’accusa da cui Sempio si è sempre difeso, dichiarandosi innocente, ma adesso il nuovo puzzle dà un altro quadro rispetto a quello che ha portato in carcere Alberto Stasi, l’allora fidanzato di Chiara Poggi.
I colpi di scena in questa vicenda però non sono finiti: oltre ad Andrea Sempio, adesso sono stati coinvolti anche le gemelle cugine di Chiara, Paola e Stefania Cappa, e Marco Panzarasa, amico di Stasi. Per loro tre è stato richiesto, dalla gip Daniela Garlaschelli, il prelievo del Dna. Le due gemelle, figlie della sorella del papà di Chiara Poggi, non sono mai state indagate ma si erano fatte notare per un fotomontaggio con Chiara subito dopo la sua morte, che era stato messo davanti casa dei Poggi con una lettera. Su di loro i fari si spensero presto ma allora un supertestimone, dipendente dell’Asm per pulire i tombini nelle strade, aveva fatto il nome di Stefania, che sarebbe stata vista su una bici, con un attrezzo che poteva essere simile a un attizzatoio. La testimonianza poi venne ritrattata ma quella pista è stata ripresa dopo 18 anni.
"Le Iene" hanno trovato un altro super testimone

A supporto della nuova tesi ci sarebbe un altro super testimone intervistato dalla trasmissione “Le Iene” e un messaggio, inviato a degli amici in cui Stefania scriverebbe “Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”. Non solo le gemelle, ma tutto il gruppo viene ripescato dopo 18 anni. Alla perquisizione di casa Sempio, sono seguite quelle nelle abitazioni dei suoi amici di videogame: Roberto Freddi e Mattia Capra, perquisiti mercoledì. Al centro dell’indagine, anche le falle commesse nella prima ispezione a casa Poggi, per la quale nessuno, tra il tenente colonnello Giancarlo Sangiuliano che comandava l’Arma a Pavia, il maggiore Marco Pizzamiglio del Ris e il capitano Gennaro Cassese e il medico legale Marco Ballardini, misero i guanti. Anche le loro tracce devono essere isolate, così come quella di Andrea Sempio, al centro dell’indagine, che sarebbe stata ritrovata nelle unghie di Chiara Poggi: un quadro totalmente nuovo, firmato da Carlo Previderè e Pierangela Grignani, i genetisti del caso Yara, che hanno convinto a riaprire il caso che era considerato chiuso dopo la condanna di Alberto Stasi.

Martedì la procura sentirà Andrea Sempio, intanto verranno esaminati gli attrezzi trovati nel canale, con l’obiettivo di trovare un’arma compatibile con quella usata per uccidere Chiara Poggi. A questa nuova indagine non crede la famiglia Poggi, per cui Stasi è l’unico responsabile, e che anche per la vicenda dell’attizzatoio si diceva non avere dubbi sul fatto che in casa ci fossero tutti. Anche per la vicenda che riguarda gli attrezzi riemerge la figura di Stefania Cappa, una mazzetta sparì a fine luglio 2007 dalla sede della Croce Garlaschese, l’associazione di volontariato che lei stessa frequentava. 18 anni dopo, su questi quesiti verranno chiesti chiarimenti ad Andrea Sempio, che martedì potrebbe anche avvalersi della facoltà di non rispondere. Intanto a Garlasco si è tornati al passato, con le telecamere che la fanno da padrone per le strade della città.
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