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World Environment Day, June 5
Attualità

Il 5 giugno è la Giornata mondiale dell’ambiente

Concetta Patafi
Concetta Patafi
Giugno 5, 2025

In questo articolo

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  • Un po’ di storia
  • Il tema del 2025: #BeatPlasticPollution
  • Cosa possiamo fare

La Giornata Mondiale dell’Ambiente è un’occasione fondamentale per ricordare che la cura del pianeta è una responsabilità condivisa

Il 5 giugno è la Giornata mondiale dell’ambiente, un’importante iniziativa promossa dalle Nazioni Unite che da oltre cinquant’anni invita a riflettere sulla necessità di proteggere e salvaguardare il pianeta. Ogni anno, milioni di persone in tutto il mondo partecipano a eventi, attività e campagne online al fine di promuovere e adottare pratiche sostenibili.

La sede dell'UNEP a Nairobi, Kenya. - © melena1977/Shutterstock
La sede dell'UNEP, Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente, a Nairobi, Kenya. - © melena1977/Shutterstock

Un po’ di storia

L’origine di questa giornata risale alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente Umano, tenutasi a Stoccolma, in Svezia, tra il 5 e il 16 giugno 1972. Si tratta del primo grande vertice globale dedicato alle questioni ambientali, durante il quale si riconobbe la necessità di un impegno internazionale per affrontare le crescenti preoccupazioni ambientali che minacciavano l’equilibrio del nostro pianeta.
Come risultato, furono stabiliti 26 principi fondamentali sui diritti e doveri dell’uomo verso l’ambiente e fu istituito l’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente), con sede a Nairobi, in Kenya. Tra i suoi compiti principali, l’UNEP si occupa di monitorare lo stato dell’ambiente a livello globale e di raccogliere e diffondere le informazioni su tale tematica.

Tutti noi possiamo fare la nostra parete per proteggere l'ambiente. - © STEKLO/Shutterstock
Tutti noi possiamo fare la nostra parete per proteggere l'ambiente. - © STEKLO/Shutterstock

Lo slogan della prima edizione del 1973 fu “Only One Earth“, ripreso anche nel 2022 per sottolineare che, quasi cinquant’anni dopo, la Terra è ancora l’unico pianeta sul quale possiamo vivere.

Ogni anno, un Paese diverso guida le celebrazioni e coordina le iniziative di alto impatto.

Ospitando la Giornata Mondiale dell’Ambiente per la seconda volta, la Repubblica di Corea sta promuovendo una strategia per ridurre l’inquinamento da plastica, tenendo conto dell’intero ciclo di vita della plastica (dalla produzione, al consumo, fino allo smaltimento), grazie anche al coinvolgimento di diversi attori: istituzioni, aziende e consumatori.
In particolare, la provincia autonoma speciale di Jeju, che ospita l’evento quest’anno, si è posta l’ambizioso obiettivo di eliminare l’inquinamento da plastica entro il 2040.

La locandina principale e il claim della Giornata Mondiale dell'Ambiente 2025
La locandina principale e il claim della Giornata Mondiale dell'Ambiente 2025.

Il tema del 2025: #BeatPlasticPollution

Il tema centrale di questa edizione è l’inquinamento da plastica (#BeatPlasticPollution), uno dei problemi ambientali più urgenti e pressanti che affliggono il nostro pianeta.
La Giornata Mondiale dell’Ambiente di quest’anno cade esattamente due mesi prima che i Paesi si incontrino ad agosto a Ginevra proprio per continuare i negoziati relativi al trattato globale sull’inquinamento da plastica.

La plastica è ovunque, persino nei nostri corpi sotto forma di microplastiche: frammenti di qualsiasi tipo di plastica di lunghezza inferiore a 5 millimetri.
Ogni anno accumuliamo milioni di tonnellate di plastica, e gran parte di essa finisce in tutti gli ecosistemi.
Liberare il pianeta dall’inquinamento da plastica, attraverso soluzioni condivise e applicate su scala globale, rappresenta un passo fondamentale verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.

L'inquinamento da plastica è uno dei più subdoli: oltre ad innervare gli oceani con buste di plastica facilmente scambiabili per meduse o altri invertebrati dalla fauna marina, chwe finisce per rimanervi intrappolata, dà vita al fenomeno delle microplastiche, frammenti di plastica inferiori ai 5mm, con grandezze a volte anche di pochi micron che finiscono per essere assorbiti dagli organismi viventi, compresi gli esseri umani attraverso il cibo o la respirazione, generando stati infiammatori o manifestazioni tumorali. © martiBstock/Shutterstock
L'inquinamento da plastica è uno dei più subdoli: oltre a innervare gli oceani con buste di plastica facilmente scambiabili per meduse o altri invertebrati dalla fauna marina, che finisce per rimanervi intrappolata, dà vita al fenomeno delle microplastiche, frammenti di plastica inferiori ai 5mm, con grandezze a volte anche di pochi micron che finiscono per essere assorbiti dagli organismi viventi, compresi gli esseri umani attraverso il cibo o la respirazione, generando stati infiammatori o manifestazioni tumorali. © martiBstock/Shutterstock

Non si tratta di un problema isolato, ma anzi è legato a tre crisi planetarie interconnesse: cambiamento climatico, perdita di biodiversità e inquinamento, e le conseguenze ricadono, a catena, su tutti gli esseri che abitano il pianeta, umani compresi. Dalle isole di plastica come il Pacific Trash Vortex, vagante nell’Oceano Pacifico, agli animali che muoiono ingerendo questo materiale, dalla contaminazione della catena alimentare a quella di suolo e acqua a causa delle sostanze chimiche rilasciate dalla sua degradazione, l’inquinamento da plastica rappresenta una minaccia per la salute di tutti gli ecosistemi che non può più essere ignorata.

Talvolta, a causa delle correnti, nell'oceano o in vicinanza delle coste i rifiuti scaricati in mare e più leggeri dell'acqua, galleggiando, finiscono per radunarsi a causa delle correnti generando delle vere e proprie "isole di plastica", come il famigerato Pacific Trash Vortex in pieno Oceano Pacifico, grande al momento circa 1,6 milioni di Km quadrati, ossia più di due volte l'area della Francia! - © Ethan Daniels/Shutterstock
Talvolta, a causa delle correnti, nell'oceano o in vicinanza delle coste i rifiuti scaricati in mare e più leggeri dell'acqua, galleggiando, finiscono per radunarsi a causa delle correnti generando delle vere e proprie "isole di plastica", come il famigerato Pacific Trash Vortex in pieno Oceano Pacifico, grande al momento circa 1,6 milioni di Km quadrati, ossia più di due volte l'area della Francia! - © Ethan Daniels/Shutterstock

Cosa possiamo fare

Ognuno di noi può fare qualcosa per costruire un futuro più verde e questa Giornata è un’occasione per riflettere sulle nostre abitudini quotidiane. Piccoli e semplici gesti come ridurre l’uso della plastica monouso, preferire prodotti locali e stagionali, sprecare meno acqua, piantare alberi, sostenere politiche ambientali efficaci, se condivisi da molti, possono generare un impatto reale.

L'immagine "Sewage surfer" del fotografo subacqueo Justin Hofman, che vinse l'edizione 2017 del concorso fotografico "Wildlife Photographer of the year", diventando poi virale: un cavalluccio marino avvinghiato a un cotton stick - © Justin Hofman / Wildlife Photographer of the year 2017
L'immagine "Sewage surfer" del fotografo subacqueo Justin Hofman, che vinse l'edizione 2017 del concorso fotografico "Wildlife Photographer of the year", diventando poi virale: un cavalluccio marino avvinghiato a un cotton stick - © Justin Hofman / Wildlife Photographer of the year 2017

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