
Il Bra-Fitting: l’arte del reggiseno perfetto
Dalla taglia al modello: la rivoluzione del Bra-Fitting in Italia
Si fa presto a dire reggiseno. Eppure, uno non vale l’altro. Non basta semplicemente conoscere la propria taglia (a proposito: siete così sicure che la misura che acquistate di solito sia effettivamente quella che vi calza a pennello?), bisogna anche saper scegliere il modello giusto, quello che valorizza di più le curve e la silhouette. Da dieci anni in Italia ci sono due “guru” del settore, due ragazze polacche che rispondono al nome di Patrycja Lewicka e Joanna Grunt e che hanno portato da noi il bra-fitting, ovvero l’arte del reggiseno perfetto. Partendo da Roma, dieci anni fa, Pati e Jò hanno aperto la loro boutique anche a Milano e Napoli, diventando punto di incontro, confidenze e consigli di bellezza e autostima per tantissime donne. Perché la biancheria intima è molto più di un indumento: è strumento di seduzione ma anche di cura di se stesse. Noi abbiamo incontrato Pati e ci siamo fatti spiegare come vada scelto il reggiseno perfetto. E allora, petto in fuori e buona lettura.
Pati, che cos’è il bra-fitting?
Potrebbe essere definito “l’arte del reggiseno perfetto”, un servizio molto particolare di misurazione. Così come fa la sarta per creare un abito su misura, noi entriamo con la cliente nel camerino e misuriamo le sue curve, il suo seno. Non la abbandoniamo, stiamo sempre accanto a lei e facciamo insieme tutte le prove per trovare la sua taglia perfetta. Deve sentire bene la misura sotto il seno e la coppa. Ogni reggiseno svolge un lavoro diverso: abbiamo bisogno di capire quale sia l’esigenza della nostra cliente, quale il suo modo di vestirsi. A quel punto iniziamo con le prove dei modelli più idonei. Posso assicurarle che, nel 99,9 percento dei casi, arriviamo a una taglia diversa rispetto a quella che la cliente pensava di portare.

Le taglie che si trovano nella grande distribuzione, quindi, non sono realistiche?
Le taglie che si trovano nella grande distribuzione sono poche, rappresentano lo 0,5 percento del nostro magazzino. Le abbiamo, ma ne aggiungiamo moltissime altre.
Voi avete portato il bra-fitting in Italia dieci anni fa: come è cambiata, nell’arco di questo tempo, la consapevolezza delle clienti di quanto conti saper scegliere bene il proprio reggiseno?
Totalmente. Quando penso ai primi momenti, ricordo quanto ci sforzassimo io e Jò per far capire alle donne che c’era qualcosa che non andava. Ma quel qualcosa non aveva niente a che fare con il loro corpo, era piuttosto il commercio dei reggiseni a non adattarsi alle esigenze di tutte. I seni delle donne sono così diversi tra loro, come possono entrare in sole 4, 5, 8 taglie? Bisogna avere più scelta. E poi, non è solamente la taglia a essere importante: anche il modello conta molto. Non tutti i modelli stanno bene addosso. All’inizio è stato difficilissimo, molte clienti ci dicevano che si sentivano troppo compresse, che percepivano il reggiseno come fosse un’armatura. Si sentivano troppo dritte. Poi, però, tornavano e ci dicevano: “Avevate ragione!”
Come si valorizza il seno di una donna?
Ognuna si sente valorizzata in modo diverso: c’è chi desidera alzare il proprio seno, chi lo vuole “ingrandire”, chi punta a un effetto più naturale. La tendenza del momento verte su un look leggermente vintage. Le dive del cinema anni ’50 avevano un seno elegante, ben vestito, più coperto e con una forma meno “costruita”. Non una palla dunque, ma un seno un pochino più a punta. Ecco, adesso va tantissimo questo look, abbinato a una mutandina a vita alta.
Che cosa si capisce di una donna dal tipo di reggiseno che vuole?
Nel camerino comprendi tante cose di una donna, da come si spoglia, da come si muove, da come si guarda nello specchio. A seconda del reggiseno che porta, deduci se ci tiene, se è una persona curata. Sicuramente le donne hanno un rapporto pieno di conflitti con il loro seno, nessuna ne è totalmente soddisfatta. Il seno è un simbolo di femminilità, di sesso, ci fa sentire più o meno adeguate per i canoni della società. Poi si modifica con l’età, con le gravidanze, con la variazione di peso. Solitamente le donne iniziano a rendersi conto di quanto sia importante avere un reggiseno giusto dai 35 anni in su. E infatti quando entrando da noi ci dicono: “Vi spiego qual è il mio problema!”. Traggo grande soddisfazione nell’aiutarle, nel vederle felici e grate: non c’è niente di più bello.

Voi insegnate anche quanto sia fondamentale indossare il reggiseno nel modo giusto: può spiegare come va messo?
Il reggiseno va messo inserendo le braccia nelle bretelline e chiudendolo dietro, sulla schiena. Deve essere aderente: se si riesce a girarlo intorno a sé, significa che non va bene. Quando è giusto, aderente e della taglia del proprio busto, lo si aggancia, poi si inserisce la mano dentro la coppa, si arriva fin sotto l’ascella per prenderlo tutto e tirarlo in avanti, verso il centro, a riempire la coppa. A questo punto il seno va “scrollato” per sentire il ferretto perfettamente posizionato. È importante che il reggiseno si chiuda al primo gancetto, quello più esterno: deve calzare perfettamente così. Piano piano, lavandolo e portandolo, cederà. Si dovrà a quel punto passare a usare i gancetti successivi. Se quando lo comprate lo chiudete subito all’ultimo gancetto, quello più interno, allora dopo un mese lo butterete.
Qual è il metodo di manutenzione ideale?
Un reggiseno che sia di buona qualità innanzitutto costa intorno ai 60 euro, va lavato in acqua fredda, specialmente se ha un colore chiaro. Se è bianco, consiglio di lavarlo in acqua ghiacciata. Va messo in una bacinella, con sapone neutro e acqua fredda: va poi lasciato in ammollo per un tempo congruo, sciacquato con acqua fredda e messo a sgocciolare sullo stendino appendendolo dalla parte centrale, quella tra le due coppe.
Come deve essere riposto nel cassetto?
I reggiseni morbidi vanno piegati con la coppa sulla coppa, sono invece più delicati quelli che hanno una coppa spacer, nuova tecnologia molto in voga ultimamente. È un reggiseno memory foam, preformato, leggerissimo, traspirante, si adatta perfettamente al seno, non ha nessun cugno, è liscio. Questa coppa è la più delicata da mantenere: se piegata o buttata in lavatrice, si rovina, fa le pieghe. I reggiseni di questo tipo vanno riposti nel cassetto uno dentro l’altro, coppa nella coppa, aperti e allacciati al gancetto più stretto, così non c’è pericolo che altri gancetti si aggancino a pizzi di altri reggiseni e facciano buchi.
Look vintage a parte, ci sono altre tendenze moda per questa stagione?
Le donne stanno abbandonando i pizzi sexy per virare verso comodità e praticità. Vogliono avere un reggiseno da poter utilizzare, in caso di nuovo lockdown, per stare in ordine dentro casa, fare smart working e andare a fare una piccola passeggiata, senza indossare sempre il ferretto. Quanto ai colori, in questo momento c’è tanto bisogno di leggerezza: si scelgono tinte allegre oppure pastelli delicati. Nuance che diano aria, respiro, senso di vento addosso. È una tendenza che resterà anche nella prossima primavera.

Da quando avete iniziato la società è mutata. Il rapporto tra uomo e donna è cambiato, così come quello della donna con se stessa: i canoni di perfezione fisica che propongono i social, poi, generano senso di inadeguatezza. Questa rivoluzione dei costumi si è riflettuta in qualche modo sulla scelta della biancheria intima?
Sì: le donne hanno iniziato a comprare la lingerie per loro stesse. All’inizio venivano da noi con il fidanzato, che dovevano consultare. Ora questo capita raramente e quando succede mi fa impressione. La donna si vuole più bene, comincia a capire che è lei la salvezza del mondo. Non è più insicura per via dei modelli di perfezione che girano sui social, tutt’altro: si ama nelle sue imperfezioni. Viva il body positivity!
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