
Il fenomeno Taylor Swift da star country a icona globale
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ToggleDa West Reading a Nashville: le radici country di Taylor Swift
«Taylor chi?!» La signora del bar dietro lo stadio San Siro non sa nemmeno chi sia, le hanno però detto che questa giovane cantante si sarebbe portata dietro un sacco di gente dall’America, che avrebbe fatto il tutto esaurito e che il prezzo dei biglietti avrebbe raggiunto cifre da capogiro. E come promesso il fenomeno Taylor Swift è arrivato in Italia con 18 mila “swifties” dagli States e un campeggio improvvisato di accampati davanti allo stadio per prendere i primi posti. 180 mila spettatori in totale in due giorni. Gli americani sono venuti a vederla qui perché da noi il biglietto costava molto meno che negli Stati Uniti e ci è scappata anche una settimana di vacanza. Prossime e ultime tappe dell’estenuante Eras Tour (150 concerti in giro per il mondo), il 9 agosto a Vienna e il 16 e 17 agosto presso lo stadio di Wembley a Londra. Magari in Europa non era ancora così conosciuta come Dua Lipa o Miley Cyrus, ma Taylor Swift negli Usa è una star… di prima grandezza, e da parecchio! La rivista Rolling Stone la eleggeva “regina del pop” già nel 2010. Taylor Swift, classe 1989, non nasce musicista pop, ma country. Nella cittadina natale di West Reading in Pennsylvania riceve la sua prima chitarra e a 12 anni butta giù le note di “Lucky You”. I genitori si rendono subito conto di avere una Ferrari in casa e si trasferiscono nella più vivace Nashville, la capitale del country. Qui la giovanissima Taylor suona in un pub e viene notata da Scott Borchetta che le produce il suo primo album. Il secondo disco, nel 2008, vende mezzo milione di copie in una settimana. A 18 anni è già una star da 45 milioni di dollari, che vince una sfilza di premi e che scrive la colonna sonora di un film, “Hunger Games”.

Taylor Swift e la difesa dei diritti degli artisti
Ma dietro il fenomeno Taylor Swift non c’è solo la musica, non basta saper cantare per diventare un fenomeno globale: lei è diventata un simbolo contro la prepotenza dei produttori discografici, contro il sessismo, un’eroina dei diritti civili. Sin da subito aveva richiesto la proprietà dei diritti delle sue canzoni, ma Borchetta dice no e lei passa alla Universal; Borchetta vende in blocco il “pacchetto Swift” a un altro produttore senza scrupoli e lei dichiara guerra: «Lascio solo il mio passato nelle mani di Scott, non il mio futuro. Spero che i giovani artisti leggano e imparino a proteggere i loro diritti in sede di trattativa. Meritate di essere proprietari dell’arte che create». Dalla sua parte si schierano praticamente tutti: da Lady Gaga a Miley Cyrus, da Selena Gomez a Rihanna. È qui che Taylor inizia ad essere qualcosa di più di una semplice popstar. Durante un concerto a Denver nel 2013 viene palpeggiata dal dj David Mueller; lei denuncia subito e vince la causa. Inizia quindi a battersi anche sul tema molestie e quattro anni dopo finisce sulla copertina di “Time” insieme all’attrice Ashley Judd, la prima a denunciare il produttore/molestatore Harvey Weinstein.
La connessione emotiva con i fan
Dal punto di vista artistico non si può parlare di Taylor Swift senza menzionare la sua padronanza del racconto personale. Ogni album è una finestra aperta sulla sua vita, una narrazione sincera e senza filtri delle sue esperienze, delle sue gioie e dei suoi dolori. Forse è proprio questo che la rende così universale, perché nelle parole delle sue canzoni è difficile non identificarsi. Questa trasparenza ha creato un legame indissolubile con i suoi fan, che vedono in lei non solo una cantante, ma anche una confidente. È riuscita a costruire con i suoi fan un rapporto che va oltre quello che normalmente c’è tra un musicista e un fan: i braccialetti dell’amicizia indossati dagli “swifties” sono il simbolo di un legame universale, un po’ come lo sono stati i lucchetti dell’amore di Federico Moccia.

L'Eras Tour e l'impatto sul PIL statunitense
Per di più a lei oggi non guardano come un riferimento solo i ragazzi tra i 12 e i 25 anni, ma anche gli esperti di economia. Il canale specializzato Bloomberg ha stimato che il suo “Eras Tour” in giro per gli States abbia aumentato il prodotto interno lordo del Paese di 4,3 miliardi di dollari. I suoi concerti hanno portato turisti e commercio in cittadine sperdute e dimenticate della provincia americana. In media ad ogni concerto affluiscono 54 mila fan pronti a pagare un prezzo iniziale di circa 250 dollari, che sale vertiginosamente a causa del fenomeno delle rivendite. Gli americani che sono venuti a Milano hanno preferito spendere 2.000 dollari per farsi anche una settimana di vacanza in Italia piuttosto che pagare una cifra di poco inferiore e vedere solo il concerto in America. E noi siamo contenti di questo visto che l’arrivo di Taylor Swift a Milano ha portato un indotto commerciale di circa 180 milioni di euro. Secondo il sito di alloggi Airbnb le prenotazioni nella città meneghina durante il tour della cantante sono incrementate del 250%.

Certo, anche Bruce Springsteen o Michael Jackson hanno guadagnato tanto con dischi e concerti ma loro non avevano 34 anni quando hanno fatto il loro primo miliardo di dollari. In più Taylor non ha ancora legato la sua immagine a un marchio come ha fatto invece Rihanna con la sua società di cosmetici o Jay-Z con la bevanda alcolica Armand de Brignac: lei il miliardo di dollari l’ha fatto solo con la sua musica. La sua attenzione per i dettagli è maniacale e ogni post diventa importante. Anche la sua storia d’amore con il campione di football Travis Kelce è gestita con sobrietà dopo tanti flirt con attori e cantanti che finivano puntualmente sui tabloid.
L'influenza di Swift sui giovani elettori
Non è un segreto il suo impegno politico a favore dei democratici. Nel settembre 2023 una sua storia su Instagram spinge 35 mila giovani a intasare il sito vote.org che registra un aumento del 1226% di traffico. La sua pericolosità per i politici repubblicani è sfociata in innumerevoli tentativi di discredito, deepfake, foto a luci rosse create con l’AI e notizie false. Inutile dire che i social media sono stati investiti da un terremoto per proteggerla: i “swifties” radunatisi nel gruppo #ProtectTaylorSwift hanno “affogato” le immagini hard che la riguardavano rendendole pressoché introvabili.

In definitiva, Taylor Swift è molto più di una pop star. È un’artista poliedrica, una narratrice di storie, una pioniera che continua a ridefinire i confini della musica e della cultura popolare. Ogni suo passo è seguito con attenzione, ogni sua canzone è un capitolo di una storia che continua a evolversi, la storia di tutti con fragilità, inadeguatezza, timori e successi. Ecco perché piace tanto.
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