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ToggleIl prezzo del successo: quando l'Impegno diventa sovraccarico
La nostra cultura, lavorativa e non solo, ci dice che se ci impegniamo abbastanza raggiungeremo i nostri obiettivi. Spesso però non ci chiediamo quale sia l’altra faccia della medaglia del successo, personale o professionale, e quanto ci costerà davvero, una volta ottenuto. Talvolta, infatti, raggiungere il successo e impegnarsi molto nella vita lavorativa si può tradurre in stanchezza ed esaurimento. E se si è stanchi esauriti e difficilmente si faranno scelte salutari riguardo all’alimentazione, al movimento o alla socializzazione. Le abitudini malsane si radicano, mentre noi cerchiamo di evitare, sfuggire o soffocare la sensazione dentro di noi che ci sia qualcosa che non va.
Due libri esplorano il successo a tutti i costi
Ad analizzare e approfondire questa dinamica, a volte perversa, di successo a tutti costi e di ambizione ossessiva fino a risucchiare le energie dell’individuo e diventare controproducente, ci pensano due recenti libri, entrambi editi della casa editrice Lswr.
Nel primo, “Inizia da te – Investi nel benessere mentale e nella soddisfazione lavorativa”, la coach ed esperta di salute mentale e superamento dei traumi Petra Velzeboer, suggerisce una serie di approcci e di azioni da far diventare routine quotidiana e che possono costituire un’ottima base di partenza per mantenere un buon equilibrio mentale nel cercare di far combaciare l’ambito lavorativo con la vita privata.
Muoversi!
Siamo sedentari come non siamo mai stati nella storia umana! Non si tratta solo del molto tempo trascorso davanti agli schermi per motivi di lavoro, ma anche del molto tempo trascorso, semplicemente, seduti! Davanti alla tv, in macchina, nelle riunioni, finanche nei momenti di svago come al cinema o al ristorante: non ci muoviamo quanto sarebbe salutare. Come fare, quindi, per muoversi di più e aumentare la nostra energia? Ci sono dei piccoli trucchi che si possono adottare. «Ho avuto riunioni con persone molto importanti e ho sempre chiesto se potevamo parlare al telefono in modo da poter contemporaneamente camminare – racconta l’autrice – Ogni volta le persone mi hanno risposto: “Che idea fantastica! Non avevo pensato di farlo durante la giornata lavorativa”!» Le terapie contro il trauma e lo stress, oggi, sono incentrate sul movimento. Le terapie somatiche tengono conto del fatto che lo stress, il trauma e il burnout sono bloccati nel nostro corpo, non nella nostra mente e il movimento permette di liberare il corpo dallo stress.
Coltivare relazioni (sane)
Chi sono le persone con cui avete legami nella vita? Di chi vi circondate e chi ascoltate? Che tipo di influenze ammettete nella vostra vita e potete gestirle in modo consapevole? Una valutazione semplice consiste nel chiedersi: “Questa persona mi dà energia o la prosciuga?”. Anche se un amico ha problemi di salute mentale, “potreste sentirvi un po’ prosciugati per qualche tempo, ma ciò potrebbe semplicemente significare che dovete fissare dei limiti al supporto che potete dare”.
Dare agli altri
La forza motivazionale primaria di ogni individuo è trovare un significato nella vita. Anche nelle piccole cose. «Una delle cose che più ci aiutano a trovare un significato è dare agli altri. Vuol dire mettere da parte i nostri pensieri e concentrarci su qualcun altro». Essere presenti per qualcuno può incoraggiare la gratitudine, le relazioni e farci uscire dalla nostra comfort zone, tutti fattori che favoriscono una vita mentalmente sana.
Crescita e consapevolezza
Essere consapevoli significa apprezzare la vita per come è ora. «La vostra mente, il vostro corpo, la vostra esistenza sono un dono, e la vita è piena di opportunità per la bellezza e la crescita». Essere consapevoli di ciò che proviamo ed essere aperti alle emozioni positive è un atto di coraggio, in un mondo impantanato nella conflittualità. Ma come essere consapevoli e grati? Lo spiega Viktor Frankl, citato dall’autrice, e che indica il modo con cui possiamo cambiare la nostra prospettiva: “Tra stimolo e risposta c’è uno spazio. In questo spazio si colloca la nostra possibilità di scegliere la nostra risposta. Dalla nostra risposta dipendono la nostra crescita e la nostra libertà”. «Ricordate però» – aggiunge Petra Velzeboer – «di decidere autonomamente cosa va bene per voi e cosa lasciar andare».

Il burnout? Meglio prevenirlo!
Conciliare la vita privata e professionale è anche l’argomento del libro “Smetto di esaurirmi – Come prevenire il burn-out” di Marlène Schiappa e Cèdric Bruguièere, sempre per Lswr edizioni, che raccoglie consigli di facile applicazione nella vita quotidiana e offre un programma completo di 21 giorni che permettere di costruire una propria strategia per tornare a una vita “normale”. Per ogni singolo giorno delle 3 settimane gli autori spiegano cosa fare e cosa evitare per poter ritrovare il proprio equilibrio. Vediamo alcuni esempi.
Settimana 1 – Agire sulle fonti interne dell’esaurimento iniziando, per esempio, ad ascoltare i propri bisogni, identificandoli e rispondendo ad essi.
Quali sono i propri bisogni? Osservando la piramide di Maslow troviamo, alla base, i bisogni fisiologici.
Seguono:
– il bisogno di sicurezza
– il bisogno di appartenenza
– il bisogno di stima
– il bisogno di auto-realizzazione.
Il fenomeno di burn-out solitamente attacca la piramide dall’alto: quindi ci si realizza di meno, si perde la stima del gruppo a cui si appartiene e di conseguenza l’appartenenza ad esso. Ci si sente, così, insicuri e non si riesce più a dormire e nutrirsi correttamente.
Come intervenire?
Dopo aver disegnato la piramide, provare a identificare in quale livello ci si ritrova (a quale bisogno si pensa di non aver dato ascolto?). Successivamente, approfondire l’analisi cercando di capire quali bisogni fisiologici (o meno) non sono stati soddisfatti nel corso della giornata.
Per esempio: ho rimandato la mia pausa pranzo? O mangiato velocemente? Non mi sono riposato durante la pausa caffè? Identificare i bisogni non soddisfatti oggi permette di dare loro una risposta (e di soddisfarli) domani.
Settimana 2 – Riprendere il controllo sul proprio ambiente professionale e personale. Come?
Tra le attività previste nella settimana c’è quella di imparare a dire no.
Ogni persona è cosciente dei propri limiti come della propria impossibilità a lavorare anche su altre attività. È importante, quindi, non mettersi nei panni del proprio interlocutore, che ci richiede un lavoro extra per esempio. È essenziale ascoltare sé stessi, rispondendo ai propri bisogni e possibilità.
Sapere a cosa si può dire “si” e a cosa “no” permette di stabilire un contratto chiaro con l’interlocutore e con sé stessi e ci porterà ad eseguire un lavoro che non ci esaurirà.
Se non si sa dire “no”, significa che si teme qualcosa, per esempio:
– di ferire l’altro
– di essere respinto
– di perdere qualcosa a causa del proprio rifiuto
– di apparire pigro o poco disponibile.
Tuttavia, occorre ricordare che quando si vorrebbe dire di “no” e non lo si fa, complichiamo le nostre relazioni con gli altri rendendole, talvolta, anche disastrose.

Settimana 3 – Circondarsi di persone positive e trovare la propria vitalità.
Non basta, in questa fase, evitare le persone tossiche ma occorre anche curare sé stessi. Dopo aver rivisto i rapporti con gli altri, durante le 2 settimane precedenti, in questa ultima settimana sarà necessario dedicarsi al proprio corpo dandogli i mezzi per combattere lo sfinimento e consolidando le basi salutari e di benessere. Sarà importante quindi:
1) idratarsi bene, per tutta la giornata
Spossamento e disidratazione vanno di pari passo.
2) mangiare bene
Certi alimenti sono stressanti: troppo grassi, troppo elaborati, troppo zuccherati ecc…
Anche certi comportamenti alimentari sono nocivi, tanto quanto gli alimenti, perché conta non solo cosa mangiamo ma anche come lo mangiamo.
In conclusione, l’approccio al successo lavorativo e personale non è sempre detto che debba passare “come un caterpillar” sul nostro modo di essere e sulle energie che abbiamo a disposizione. Conoscere noi stessi, ma soprattutto imparare a capire e gestire in funzione del nostro benessere e dei nostri bisogni il mondo intorno a noi è la base per un percorso, che sia professionale o in senso ampio di vita, sano e proficuo.
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