
Sulle tracce del "conte": leggende, curiosità e consigli di viaggio per l’isola di Montecristo, la più blindata dell’Arcipelago toscano…
Montecristo è poco più di uno scoglio, un’isola di 10,39 chilometri quadrati interamente montuosa, con sporgenze rocciose che calano a picco sul mare. La sua sommità, denominata Monte della Fortezza, è a quota 645 metri e i portolani (gli antichi manuali per la navigazione costiera) descrivevano l’isola “una montagna alta come un diamante apuntato”.
Eppure, forse non esiste un nome più affascinante ed evocativo di quello dell’isola di Montecristo.
Il merito, ça va sans dire, è senza dubbio di Alexandre Dumas padre, lo scrittore francese che nel diciannovesimo secolo decise di ambientare il suo celebre romanzo su quest’isola minuscola dell’Arcipelago toscano, conferendole notorietà internazionale e sempiterna. Ed è proprio in una grotta dell’isola di Montecristo che Edmond Dantès, il protagonista de Il conte di Montecristo, troverà il prezioso tesoro indicatogli dall’abate Faria, che lo renderà un uomo dall’immensa ricchezza e dall’implacabile potere (di vendetta).

Perché si chiama così?
Secondo una leggenda, l’origine del nome Montecristo, già denominata “Ocrasia” dai greci, “Oglasa” da Plinio e successivamente “Mons Jovis”, è riconducibile a San Mamiliano, il vescovo palermitano che nel V secolo, in seguito alle persecuzioni di Genserico Re dei Vandali, fu fatto prigioniero e venduto come schiavo. Riparato in Sardegna al termine di una fuga rocambolesca, si rifugiò successivamente sull’isola, allora abitata da un drago, che egli stesso avrebbe sconfitto. Trascorse il resto della sua vita in meditazione e completa solitudine in una grotta (detta appunto “Grotta del Santo” o “Grotta del Drago”), ribattezzando l’isola in “Mons Christi” (Monte di Cristo).

L’isola del tesoro
C’è mai stato davvero un tesoro sull’isola di Montecristo?
Ebbene la leggenda narra che fu proprio sotto l’altare dell’Abbazia di San Mamiliano, costruita a Montecristo nel ‘600, che i monaci benedettini, incalzati dalle scorrerie del pirata “Dragut”, abbandonarono nel 1553 il celebre tesoro, frutto di diverse donazioni di nobili corsi. Nel corso dei secoli, molti pirati e avventurieri, convinti della veridicità di questa leggenda che ispirò Dumas per il suo celebre romanzo, batterono l’isola in lungo e in largo addentrandosi lungo impervi sentieri ed esplorando le sue grotte e i molteplici anfratti, senza mai trovare nulla.
Il colpo di scena si ebbe nel 2004, quando un tesoro sotto l’altare della chiesa di San Mamiliano fu realmente trovato, anche se non sull’isola di Montecristo, bensì nel minuscolo borgo medievale di Sovana, in provincia di Grosseto: 498 monete d’oro in fior di zecca (oggi esposte nel prezioso museo di Sovana) databili agli imperatori Leone I e Antemio, tra il 457 e il 474, quindi poco dopo la morte di Mamiliano. Due chili e duecento grammi d’oro per un valore di quattro milioni di euro (niente male come tesoro no?).

La realtà al di là delle leggende…
Selvaggia e disabitata (fatta eccezione per i suoi guardiani e per le guardie forestali), Montecristo è accessibile da un unico punto, da Cala Maestra, con il suo fondale sabbioso sul versante occidentale. Le uniche costruzioni presenti sono l’antico monastero di San Mamiliano a 345 metri di altezza (accanto a cui si trova la grotta del drago, dove si dice che il santo abbia soggiornato), i ruderi della Fortezza di Montecristo e la villa Reale di Cala Maestra, costruita nell’800 dal suo proprietario di allora, l’inglese Giorgio Watson-Taylor, e che oggi è sede di un piccolo museo naturalistico.

Un santuario della natura.
Ed è proprio la natura a rendere straordinaria l’isola di Montecristo, che rappresenta uno degli ambienti più importanti per la tutela della biodiversità dell’Arcipelago toscano e del Mar Tirreno. Riconosciuta Riserva Naturale Statale da 1971 e Riserva Naturale Bioenergetica dal Consiglio d’Europa fin dal 1988, l’isola di Montecristo fa parte della Riserva della Biosfera MAB dell’Unesco “Isole di Toscana”, nonché del Santuario internazionale per la protezione dei Mammiferi Marini Pelagos.
Montecristo ospita l’unica popolazione italiana di capra selvatica (la cosiddetta “capra dell’isola di Montecristo”), la cui presenza è testimoniata almeno dalla seconda metà del XVI secolo.
L’isola è, inoltre, luogo di sosta per migliaia di uccelli migratori e ospita importanti colonie di uccelli marini (tra cui, la berta minore).
L’ambiente marino è piuttosto ricco: vi sono praterie di posidonia, anemoni marini, gorgonie, coralli e il pesce luna. Fino alla fine degli anni ’70, era presente anche la foca monaca, specie ormai rarissima nelle acque italiane.
Per preservare il prezioso e fragile ecosistema dell’isola la sua fruizione è da sempre contingentata, sottoposta a rigide regole di comportamento e modalità gestite dall’Ente Parco, in accordo con il Reparto Carabinieri per la Biodiversità di Follonica.

Come accedere all’isola più inaccessibile d’Italia
A partire dalle 9 dello scorso 27 gennaio, il Parco Nazionale Arcipelago Toscano ha aperto le prenotazioni on line 2025 per le ambitissime visite guidate sull’Isola di Montecristo. Le date di vista previste quest’anno sono 23: la prima è fissata per sabato 22 marzo e l’ultima per domenica 21 settembre. La prenotazione è nominativa e subordinata al pagamento contestuale con carta di credito.
Per ciascuna data il numero massimo di persone ammesse è 75.
Ma attenzione, perché i posti disponibili sono solo 1725 e vanno letteralmente a ruba: generalmente si esauriscono nel giro di una settimana o poco più… forse siete ancora in tempo.
Tra le novità del 2025, nelle date del 5 aprile e del 7 settembre sarà possibile partecipare a una escursione speciale che consentirà di raggiungere il Monte della Fortezza (la vetta dell’isola, la seconda più alta nell’Arcipelago Toscano, dopo il Monte Capanne all’Elba) per un massimo di 12 posti (dei 75 disponibili). Il percorso è impegnativo, è riservato a escursionisti esperti, ed è attrezzato con cavi e gradini per facilitare la progressione.
Per info: www.parcoarcipelago.info

Tutto quello che NON potete fare sull’Isola di Montecristo
Sull’isola di Montecristo è severamente vietato:
1) accedere con minori al di sotto dei 12 anni e, men che mai, con animali da compagnia;
2) fare il bagno;
3) prelevare come souvenir qualsiasi specie animale o vegetale o materiale di interesse geologico;
4) farsi male: sull’isola non è presente alcun presidio medico (esiste un piccolo eliporto per le emergenze);
5) pernottare;
6) pescare;
7) avvicinarsi (con mezzi propri) entro 1000 metri dalla costa.
Si tratta di regole molto rigide, è vero, ma indispensabili, non solo per salvaguardarne l’ecosistema, ma anche affinché l’isola di Montecristo possa continuare a trasmetterci quella sensazione di magia e mistero che l’accompagna da secoli.

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