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Siria
Attualità

La scoperta degli orrori siriani

Alessio Sperati
Alessio Sperati
Dicembre 19, 2024

In questo articolo

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  • Il sito di Qutayfa
  • L'uso di armi chimiche sui rivoltosi

Dopo più di un decennio di guerra civile, la Siria è riuscita a spodestare il suo crudele dittatore che governava con il pugno di ferro. Bashar al-Assad era l’ultimo rampollo di una famiglia che deteneva il potere in Siria dal 1970; suo padre, Hafez, era tristemente noto per i metodi brutali volti a sedare ogni forma di dissenso e ribellione interna. L’atto più grave si verificò nel 1982 quando al-Assad padre inviò i carri armati per schiacciare una ribellione organizzata nella città di Hama da un gruppo dei Fratelli musulmani. In quell’occasione ci furono 40 mila morti. Il figlio non è stato da meno, stando a quanto documentano i ritrovamenti nella Siria liberata. 

siria massacro
Il popolo siriano festeggia la fine della dittatura

Bashar al-Assad ha consolidato un regime autoritario basato sulla repressione e sul controllo centralizzato. Da quando, nel 2011, si sono susseguite manifestazioni per la democrazia e la libertà di opinione, la risposta del regime di al-Assad è stata feroce. Secondo gli osservatori internazionali decine di migliaia di oppositori politici, attivisti e semplici civili sospettati di non sostenere il governo sono stati imprigionati e torturati. Gli orrori della prigione di Sednaya sono riassunti nello sguardo impaurito di un ragazzo di 25 anni che vi è stato rinchiuso quando ne aveva solo 13. Dopo aver subito ogni genere di abuso per anni, oggi non ricorda più nemmeno il suo nome.

Fosse comuni in Siria
Resti umani vengono ritrovati a 40 km da Damasco

Il sito di Qutayfa

35 corpi in attesa di identificazione sono stati trovati invece in un ospedale militare della capitale Damasco. Si pensa siano le vittime più recenti di Assad perché riportano evidenti segni di tortura. «Nemmeno nel Medioevo torturavano le persone in questo modo», ha affermato il dottor Ahmed Abdullah che sta analizzando i cadaveri. Tutti i corpi sono martoriati e presentano segni di percosse, gravi contusioni e fratture multiple, tali per cui sarà necessario un test del DNA per una corretta identificazione degli stessi. Un’altra testimonianza dell’orrore è il sito di Qutayfa a 40 km da Damasco. Molti degli scomparsi dal 2011 a oggi (si parla di 100 mila persone) probabilmente sono state sepolte lì con una capillare organizzazione che ricorda, per la sua sistematicità, l’Olocausto.

siria massacro
Una donna siriana mostra un teschio con fori di proiettile

I camion scaricavano i cadaveri di notte mentre di giorno i becchini scavavano le fosse. Poi il terreno veniva appianato con le scavatrici per spingere i cadaveri sempre più a fondo. Il tutto pianificato con precisione ed efficienza. Un attivista di Syria Emergency Task Force, Mouaz Moustafa, ha raccolto le testimonianze di chi in questa brutale organizzazione ci lavorava. «Autoarticolati con rimorchio, ognuno dei quali trasportava circa 150 corpi, venivano due volte alla settimana», è il racconto di uno degli addetti al sito. «Un conducente di uno degli escavatori – racconta Mouaz – mi ha detto che gli ufficiali dell’intelligence costringevano i lavoratori a usare i bulldozer per appiattire e comprimere i corpi e renderli così facili da seppellire». Un altro addetto racconta che molti cadaveri avevano solo un colpo alla nuca, altri erano completamente sfigurati. 

L'uso di armi chimiche sui rivoltosi

Un altro degli aspetti più scioccanti della brutalità del governo di Assad è stato l’uso ripetuto di armi chimiche contro la popolazione civile. Rapporti delle Nazioni Unite hanno documentato attacchi con gas sarin e cloro in aree controllate dall’opposizione, come Ghouta nel 2013 e Khan Shaykhun nel 2017. Questi attacchi hanno causato la morte di centinaia di persone, compresi bambini, e hanno mostrato l’assoluta mancanza di scrupoli del regime. Nonostante le diverse condanne internazionali, le azioni contro il governo siriano sono rimaste limitate. Le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sono state spesso bloccate dal veto della Russia, alleata chiave di Assad. Questo ha creato un senso di impunità che ha permesso al regime di perpetrare nel tempo le sue atrocità.

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