
Baglioni festeggia 40 anni de “La vita è adesso” con un nuovo brano, “Il sogno è sempre”, e una versione rivisitata, in uscita oggi, 6 giugno, dello storico album dell'85
8 Giugno 1985…
È il mio compleanno… faccio 12 anni, quel giorno (bravi, ne devo fare 52 quest’anno, tanto lo so che avete fatto il conto)… Insomma, la scuola è finita, l’estate sta arrivando, quel giorno è il mio compleanno… e invece arriva lui, La vita è adesso, e inizia con: “Bentornato a questo sole nelle camere di tutto il mondo…”. Questo refrain entra prepotente a casa mia, portato dalle mie sorelle con un’audiocassetta, e risuonerà indisturbato dentro casa per… boh, 2 anni?
Sono cresciuto in una famiglia in cui la musica italiana la faceva da padrone, e malgrado io tentassi i primi atti di indipendenza musicale (un po’ di Elton John, un po’ di Police, un bel po’ di Springsteen), il vero protagonista musicale era lui: Claudio Baglioni da Centocelle. O da Montesacro… insomma, da Roma.

Strano tipo, Claudio Baglioni. Dicevano che era cantautore ma poco impegnato…
Che, vuoi metterlo con Guccini o De Gregori?
Appartenente alla scuola romana… Sì, ma allora Venditti?
E poi c’erano ancora De Andrè e Battisti, e Bennato, e Fossati, e Vecchioni… e Vasco stava arrivando con le sue truppe…
Eppure Baglioni piaceva. Ma perché? Aveva avuto successi enormi, veramente enormi, a partire da Questo Piccolo Grande Amore del 1972 che pochi mesi prima di quel 1985 era stata eletta “Canzone italiana del secolo”, e c’erano stati “passerotti che andavano via”, “poster” e poi “E tu fatta di sguardi tu…”.
Erano per la maggior parte canzoni d’amore, ma, ecco. erano eleganti. Le storie finivano quasi sempre in modo disastroso… ma lui ne usciva sempre dignitosamente come in Solo e a volte ti sentivi come il protagonista di Poster, dove sembra che la tua vita ti stia sfuggendo di mano: ti spiegava perché le storie erano finite, tu ci stavi male, ma ecco avevi sempre una via d’uscita; ti struggevi, ma alla fine guardavi dritto e andavi avanti.
Insomma, reagiva come avrebbero voluto reagire tutti, niente “guidare a fari spenti nella notte”, qui le luci le accendiamo eccome per ritrovare la strada… giusta o no, non l’ho mai capito.

All’inizio degli anni 80, Claudio Baglioni continuò e consolidò il suo successo. Dapprima nel 1981 con l’uscita dell’album Strada Facendo impreziosita da alcuni gioielli come la title track e alcuni brani iconici quali Via, Ragazze dell’Est e uno dei suoi capolavori (a mio parere), Fotografie.
Il successo di quest’album fu immenso e il tour culminò con un concerto gratuito il 24 Ottobre 1982 di fronte a 250.000 spettatori a Piazza di Siena a Roma, immortalato dall’album live Alè-oò.
Nel giugno del 1982, il nostro “rubò” lo studio di registrazione a Sir Paul McCartney a Londra e in soli 2 giorni incise il 45 giri Avrai, dedicato alla nascita di suo figlio Giovanni. La canzone ebbe un successo enorme.
Nel 1984, si esibì in un concerto voce e pianoforte all’Arena di Verona sotto un violento nubifragio e, come già detto, nel febbraio del 1985 si esibì nella serata conclusiva del Festival di Sanremo, dove la sua Questo piccolo grande amore fu premiata come canzone del secolo, e cantò live sul palco dell’Ariston con standing ovation del pubblico.
Si, ma l’album, si chiedevano tutti?

Claudio dal settembre del 1983 stava lavorando duramente a Londra, insieme a Celso Valli agli arrangiamenti e ad alcuni turnisti di valore quali Phil Palmer alla chitarra (Eric Clapton, Dire Straits, Lucio Battisti e Renato Zero, solo per citare alcuni grandi nomi con cui ha lavorato), Stuart Elliott alla batteria (Paul McCartney, Kate Bush, The Alan Parson Project), Mo Foster al basso (Jeff Beck, Phil Collins) e il compositore Hans Zimmer, che di li a poco diventò uno dei più grandi autori di colonne sonore (Thelma & Louise e Il Gladiatore fra le centinaia di film per i quali ha prestato la sua arte), al suo nuovo Lp. La lavorazione finirà, finalmente, nel Maggio 1985.
Esce quindi La vita è adesso.
Per 27 settimane sarà al primo posto della classifica degli album più venduti e venderà oltre 1 milione e 500 mila copie. UNMILIONECINQUECENTOMILA…
L’album avrebbe dovuto chiamarsi Un bar sulla città, in onore di uno dei più noti bar della Roma di quegli anni, “Lo zodiaco”, dove il nostro da un tavolino scrisse tutti i 10 testi che compongono il disco, e da dove si vede uno splendido panorama della Città Eterna.
A partire da Un nuovo giorno o un giorno nuovo, l’album si sviluppa, come se fosse un concept, nell’arco di una giornata che rappresenta un’intera esistenza, fino ad arrivare alla canzone conclusiva e, per me, vero apice dell’Lp, Notte di note, note di notte.
Nell’album si alternano momenti di consapevolezza e sguardi fiduciosi come nella title track, momenti di miseria umana come in Uomini persi, solitudini adolescenziali in E adesso la pubblicità, amori che nascono e crescono forti, come in Amori in Corso, e che si sgretolano mentre li osserviamo dalla finestra ascoltando la domenica pomeriggio alla radio Tutto il calcio minuto per minuto.

Il 9 giugno 1985, durante la storica trasmissione condotta di Giovanni Minoli Mixer, su Rai2, l’artista annuncia l’inizio del tour “Notte di note”, che parte da Cagliari il 22 giugno e si muove lungo lo stivale per 50 date fino ad approdare il 22 settembre allo stadio Flaminio nella sua Roma, per la tappa conclusiva.
Il concerto viene dato in diretta sulla Rai, ed è la prima volta che un concerto di un artista pop viene trasmesso in diretta televisiva (potete trovarlo agevolmente su Youtube).
Anche la band che lo accompagna è di assoluto primo livello: tra i suoi compagni d’avventura spiccano i suoi due scudieri Paolo Gianolio alla chitarra e, soprattutto, il fido Walter Savelli al piano.
L’album La vita è adesso risulta ancora al primo posto assoluto come album più venduto nella storia della musica italiana (4 milioni e mezzo di copie complessive vendute da allora) e il 6 giugno uscirà, per festeggiare i 40 anni, una nuova versione chiamata “La vita è adesso, il sogno è sempre”, con le versioni risuonate e riarrangiate per la ricorrenza, e un nuovo brano, Il sogno è sempre, a unire i due progetti.

Da quell’85 passeranno 5 lunghi anni prima del ritorno di Baglioni a un nuovo progetto discografico: nel novembre 1990 vedrà infatti la luce quello che forse è il suo capolavoro assoluto, il doppio album Oltre.
Il cantante romano attualmente è impegnato nel suo tour d’addio, 1000 giorni che si dovrebbe concludere, a meno di ripensamenti, entro il 2026. Abbiamo quindi ancora un po’ di tempo per salutare il “nostro” Claudio. Perché, come dice un tale da Centocelle: “Se la vita è adesso, allora è giusto godersi anche il finale, rivivere ciò che è stato e concedersi un ultimo viaggio”.

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