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Cosa c'è dietro le dimissioni del capo del DIS?
Attualità

Cosa c’è dietro le dimissioni del capo del DIS, Elisabetta Belloni?

Alessio Sperati
Alessio Sperati
Gennaio 8, 2025

In questo articolo

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  • Estromessa dalle trattative per Cecilia Sala e all'oscuro degli accordi con SpaceX, Elisabetta Belloni anticipa di qualche mese il suo addio all'Intelligence italiana.
  • Un curriculum di primo piano
  • Molti attriti con esponenti di governo
  • I possibili candidati alla sua carica

Estromessa dalle trattative per Cecilia Sala e all'oscuro degli accordi con SpaceX, Elisabetta Belloni anticipa di qualche mese il suo addio all'Intelligence italiana.

A molti dirà poco il suo nome, ma Elisabetta Belloni è stata a un passo dal diventare la prima Presidente della Repubblica italiana senza il cromosoma Y. La notizia delle sue dimissioni dalla guida del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (DIS) è piombata sul panorama politico italiano come un fulmine a ciel sereno. Un atto che non è solo amministrativo, ma profondamente simbolico: il volto più riservato e autorevole dei servizi segreti italiani decide di farsi da parte nel bel mezzo della delicata trattativa per la liberazione di Cecilia Sala e a soli quattro mesi dalla scadenza naturale del suo mandato.

Un curriculum di primo piano

Belloni, la prima donna a ricoprire il ruolo di capo dei servizi segreti italiani, era diventata un’icona di competenza e discrezione in un campo tradizionalmente dominato da uomini. La sua carriera diplomatica inizia nel 1985 con vari incarichi presso ambasciate italiane tra cui Vienna e Bratislava. Nel 2004 viene scelta per dirigere l’unità di crisi del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Nel 2015 ricopre la carica di Capo di Gabinetto del ministro degli Affari Esteri Paolo Gentiloni. Il 12 maggio 2021 l’allora presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi l’ha nominata alla direzione del DIS.

Elisabetta Belloni
E. Belloni (66 anni) è stata insegnante di Cooperazione allo sviluppo all'università Luiss Guido Carli.

La sua nomina era stata salutata come un segnale di discontinuità e di rinnovamento. Ma le dimissioni, arrivate senza preavviso e accompagnate da poche, scarne righe di commento, lasciano spazio a una serie di interrogativi. Cosa ha spinto una figura di tale spessore a un passo così clamoroso? Le ipotesi si rincorrono, ma una costante emerge con forza: l’insofferenza di Belloni per la politicizzazione strisciante del suo incarico. I servizi segreti, per definizione, devono essere un baluardo di neutralità, un’istituzione al riparo dalle pressioni delle correnti di partito. Tuttavia, negli ultimi mesi, il DIS si è trovato al centro di tensioni e sospetti, con ingerenze politiche sempre più esplicite che ne avrebbero minato l’autonomia operativa.

Molti attriti con esponenti di governo

«Non ne potevo più, perché trascinare le cose così non era giusto e non aveva senso», sono state le sue poche parole a corredo delle premature dimissioni. Certo, devono aver pesato i rapporti da tempo compromessi con il ministro degli Esteri Antonio Tajani e con il sottosegretario con delega alla sicurezza nazionale Alfredo Mantovano. Tajani per esempio si mise di traverso quando, all’indomani della nomina di Raffaele Fitto a Bruxelles, il nome di Elisabetta Belloni venne proposto per ricoprire l’incarico vacante di ministro degli Affari Esteri con delega al PNRR che prima era di Fitto.

Giorgia Meloni e Antonio Tajani
Giorgia Meloni e Antonio Tajani in Senato.

Il capo dell’Intelligence italiana si è sentita scavalcata due volte in poco tempo. La prima quando a trattare con l’Iran per il caso Sala si sono impegnati Giorgia Meloni insieme a Mantovano e al capo dell’AISE (Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna) Gianni Caravelli. La seconda quando la Prima Ministra Meloni ha parlato in privato con Elon Musk per entrare nel sistema di comunicazione satellitare Starlink. La domanda che hanno posto le forze di opposizione è se sia opportuno o no affidare la comunicazione strategica del nostro Paese a un privato che non solo è uno dei monopolisti dell’informazione mondiale ma che sta per avere anche un ruolo politico nella nuova amministrazione statunitense. La risposta era “no” secondo Giorgia Meloni la quale, in un’intervista del 2018 diceva, a proposito della Telecom in mano ai francesi: «Noi dobbiamo nazionalizzare la proprietà, non la gestione, di tutte le infrastrutture strategiche. E dobbiamo riprenderle dai privati quando sono in mano ai privati». Ma allora non era lei a decidere.

I possibili candidati alla sua carica

Tra le soluzioni proposte per sostituire la carica di Elisabetta Belloni c’è, tra i tanti, il comandante della Guardia di finanza, Andrea De Gennaro. Senza escludere la possibilità di promuovere uno dei vicedirettori delle agenzie di intelligence, a cominciare da quelli del DIS, Giuseppe Del Deo e Alessandra Guidi (quest’ultima in scadenza ad agosto), dell’AISE Francesco Paolo Figliuolo e Carlo Zontilli e dell’AISI Carlo De Donno e Vittorio Rizzi. 

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DISDonald TrumpElisabetta BelloniElon MuskGiorgia Meloni

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