
Papa Francesco: le ultime 24 ore e cosa succede ora
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ToggleLa crisi prima dell'alba, dopo una Pasqua densa di impegni. Funerali entro 6 giorni, poi il Conclave. Il mondo in lutto guarda ai prossimi passi della Chiesa
Se n’è andato come in fondo avrebbe sempre voluto, Papa Francesco. Senza perdere neanche un giorno di pontificato attivo, di missione ecumenica, dopo essersi concesso fino all’ultimo giorno ai fedeli, e non con un semplice messaggio apparendo da una finestrella o da un balcone di San Pietro, ma a stretto contatto, scendendo in piazza e divulgando e testimoniando la fede, sua e dei milioni di credenti delle cui anime, in un ormai lontano giorno di poco più di dodici anni fa, diventò il pastore.

Le ultime 24 ore di Papa Francesco
È stata una giornata di Pasqua intensa e, in assoluto, una Settimana Santa intensa, quella vissuta dal Pontefice.
Sabato 19 sera, dopo aver presenziato a sorpresa, alla veglia pasquale nella basilica di S.Pietro (affidando però le parole della sua omelia al Card. Re), Papa Francesco aveva trascorso una notte apparentemente tranquilla. Sempre nella serata di sabato, la Sala Stampa Vaticana aveva precisato che il Pontefice desiderava essere presente alla Benedizione pasquale Urbi et Orbi del giorno dopo, ma che si sarebbe dovuto attendere il mattino successivo per valutare se le condizioni di salute lo avrebbero consentito.
Nella mattinata del giorno di Pasqua, dunque, dopo la preghiera mattutina, la colazione e la preparazione spirituale per le attività liturgiche pasquali, è ragionevole ritenere che il Santo Padre abbia subito gli ultimi controlli medici e l’ultima valutazione sulle sue condizioni fisiche e si sia quindi dedicato alla preparazione del Messaggio pasquale da diffondere ai fedeli.
A partire dalle 10.30, dalla sua residenza a Casa Santa Marta, Papa Francesco ha poi seguito la messa di Pasqua in Piazza S.Pietro, delegando a presiederla Mons. Angelo Comastri, vicario generale emerito di Sua Santità per la Città del Vaticano.
Intorno alle 11.30, sempre a Casa Santa Marta, ha poi ricevuto il Vice Presidente degli Stati Uniti d’America J.D.Vance in visita a Roma, per un breve incontro di pochi minuti di saluto e scambio di regali pasquali. Un colloquio richiesto da Vance non solo in qualità di Vice Capo di Stato, ma da cattolico, in cui non è mancata occasione anche di discutere di pace e dialogo globale.

Alle 12.02 si è affacciato dalla loggia centrale, in Piazza S.Pietro. Solo poche parole per fare, con una voce flebile, gli auguri ai fedeli e pronunciare la benedizione Urbi et Orbi, per poi restare “in disparte”, sia pur al centro della scena, lasciando la parola al Card. Diego Ravelli, maestro delle Celebrazioni Liturgiche in Vaticano, che ha letto il messaggio scritto dallo stesso Pontefice, in cui Papa Francesco ha espresso un messaggio di conforto per le popolazioni colpite dalle guerre, in Africa e in altre regioni del mondo, e di rifiuto della corsa al riarmo globale.
Subito dopo, il Santo Padre è sceso tra la gente direttamente in Piazza San Pietro, effettuando un giro tra la folla con la “papamobile”, che è sconfinato, per un breve tratto anche in via della Conciliazione, prima di far ritorno a Casa Santa Marta nel primo pomeriggio.
In serata avrebbe poi cenato e sarebbe andato regolarmente a dormire.
Secondo una ricostruzione riportata anche dal quotidiano Il Tempo, è nelle prime ore del mattino che il Pontefice avrebbe avuto un peggioramento improvviso del quadro clinico, con una grave difficoltà respiratoria sopraggiunta intorno alle 5.00. Sarebbero seguiti momenti concitati in cui il Pontefice sarebbe riuscito ad allertare il suo staff che avrebbe cercato invano di portargli aiuto. A “tradire” Bergoglio potrebbe essere stato il cuore, che in un quadro clinico già compromesso dalla polmonite bilaterale ancora non del tutto debellata e forse anche affaticato dai ritmi che lo stesso Santo Padre si era imposto per non mancare alle liturgie della Santa Pasqua, non avrebbe retto agli effetti dell’ennesima crisi respiratoria, mentre, secondo ipotesi più approfondite, potrebbe essere sopraggiunto un ictus celebrare a complicare il quadro clinico, generando poi il collasso cardiocircolatorio irreversibile.
Alle 7.35 è poi sopraggiunto il decesso, comunicato poi alla stampa e ai fedeli dalla cappella di Casa Santa Marta dal camerlengo, Mons. Kevin Farrell, in presenza del Segretario di stato Mons. Pietro Parolin e di Mons. Ravelli.
Il mondo in lutto. Le reazioni dei leader
Immediate sono giunte, da tutto il mondo, le condoglianze e le parole di cordoglio per la morte del Papa. Tra le prime a giungere, le parole del Capo dello Stato italiano, Sergio Mattarella: “Ho appreso con grande dolore personale la notizia della morte di Papa Francesco, avvertendo il grave vuoto che si crea con il venire meno del punto di riferimento che per me ha sempre rappresentato. La morte di Papa Francesco suscita dolore e commozione tra gli italiani e in tutto il mondo”. Il Presidente Mattarella ha poi fatto riferimento al suo insegnamento ispirato “al messaggio evangelico, alla solidarietà tra gli uomini, al dovere di vicinanza ai più deboli, alla cooperazione internazionale, esprimendo la riconoscenza sua personale e dell’Italia alla sua opera svolta in funzione della pace“.
“Una notizia che ci addolora profondamente, perché ci lascia un grande uomo e un grande pastore”. Così Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio, che ha aggiunto: “Ho avuto il privilegio di godere della sua amicizia, dei suoi consigli e dei suoi insegnamenti, che non sono mai venuti meno neanche nei momenti di prova e di sofferenza. Nelle meditazioni della Via Crucis, ci ha ricordato la potenza del dono, che fa rifiorire tutto ed è capace di riconciliare ciò che agli occhi dell’uomo è inconciliabile. E ha chiesto al mondo, ancora una volta, il coraggio di un cambio di rotta, per percorrere una strada che non distrugge, ma coltiva, ripara, custodisce”.
Non si è fatto attendere il commento del Vice Presidente USA J.D Vance, rilasciato sulla sua pagina ufficiale sul social “X” (“Ho appena appreso della morte di Papa Francesco. Il mio cuore va ai milioni di cristiani in tutto il mondo che lo hanno amato. Sono stato felice di vederlo ieri, anche se era ovviamente molto malato. Ma lo ricorderò sempre per l’omelia che ha tenuto nei primissimi giorni del Covid. È stato davvero molto bello”), mentre la pagina della Casa Bianca si è limitata a un laconico “Rest in Peace, Pope Francis”, seguita da una croce e da due foto del Pontefice, con Donald Trump e dell’incontro di ieri con lo stesso Vance.

Re Carlo III d’Inghilterra, insieme alla consorte Camilla, ha voluto esprimere con un messaggio ufficiale, comunicato anche sui sui social, la sua tristezza per la scomparsa di Papa Francesco, “in qualche modo alleviata dal fatto – ha aggiunto il Sovrano britannico – di sapere che Sua Santità era stato in grado di condividere il suo saluto pasquale con la Chiesa e con il mondo che ha servito con immensa devozione durante tutta la sua vita e il suo ministero”. Soltanto pochi giorni fa i Reali inglesi avevano avuto un colloquio cordiale e intenso col Santo Padre, durante la loro visita ufficiale in Italia, tra Roma e Ravenna. “Sua Santità – ha aggiunto Re Carlo III nel suo messaggio – sarà ricordato per la sua compassione, la sua preoccupazione per l’unità della Chiesa e per il suo instancabile impegno per le cause comuni dei popoli di tutte le fedi”.
Dall’isola di Mayotte dov’era appena giunto per un viaggio ufficiale, anche il Presidente Francese Emmanuel Macron ha voluto testimoniare la tristezza di tutta la Francia all’apprendere la notizia del decesso del Papa, esprimendo “le condoglianze a tutti i cattolici nel mondo” e “riconoscendo il posto speciale che Papa Francesco ha avuto nei nostri cuori” e ricordando i recenti viaggi compiuti dal Santo Padre in Corsica e, prima ancora, a Marsiglia. “Durante il suo Pontificato, è sempre stato dalla parte dei più vulnerabili e dei più fragili”, ha poi aggiunto il Capo dell’Eliseo.
Tra i messaggi più rilevanti, va sottolineato quello di Vladimir Putin, che in una nota inviata al card. Farrell ha sottolineato come il Pontefice godesse “di una grande autorità internazionale come fedele servitore dell’insegnamento cristiano, saggio religioso e statista, e come coerente difensore degli alti valori dell’umanesimo e della giustizia” e che durante il suo pontificato ha “contribuito attivamente allo sviluppo del dialogo tra la Chiesa ortodossa russa e quella Romana cattolica, così come all’interazione costruttiva tra la Russia e la Santa Sede”.
Grande anche il cordoglio da parte dei rappresentanti di altre confessioni religiose come lo Sceicco Mohammad bin Abdulkarim Al-Issa, segretario generale della Lega Musulmana Mondiale, il Primate della Chiesa Anglicana Julius Welby o il rabbino Capo di Roma, Riccardo Di Segni, con un riconoscimento unanime delle capacità di dialogo interreligioso che Francesco ha saputo attivare e e mantenere nei suoi dodici anni di pontificato.

Cosa succede ora: la “Sede Vacante” e la preparazione del conclave
La gestione delle giornate immediatamente successive alla morte di un Papa e fino all’elezione del successivo sono rigidamente codificate in una serie di protocolli proprio di recente rinnovati e ratificati dallo stesso Papa Francesco.
Già nelle ore successive al decesso, il camerlengo, in questo caso Mons. Farrell, accerta ufficialmente il decesso del Papa, avvicinandosi a lui e chiamando per tre volte il suo nome di battesimo e toccandogli la fronte con un martelletto d’argento, per poi constatare la mancata risposta.
Viene quindi prodotto un certificato di morte e lo stesso Cardinal Camerlengo provvede a sigillare gli appartamenti papali e a informare il Cardinale Vicario.
Con questo atto ufficiale inizia a tutti gli effetti il periodo cosiddetto di “Sede Vacante” del Pontificato, la cui gestione permarrà in mano allo stesso Camerlengo Farrell, che gestisce i beni e le funzioni temporali vaticane affiancato da tre assistenti.
Al contempo, decadono invece tutte le nomine “politiche” vaticane e della curia, a partire dal Segretario di Stato e dai capi dei Dicasteri.
Sarà il Collegio Cardinalizio nel suo complesso sia a vigilare sugli atti compiuti dal Camerlengo, sia a decidere sulle questioni più urgenti, fino all’elezione del nuovo Papa.
Il triste evento della scomparsa del Pontefice è sopraggiunto, inoltre, in pieno Giubileo. Anche se il direttore della Sala Stampa Vaticana Matteo Bruni ha dichiarato a caldo che “il Giubileo resta aperto”, da protocollo non è proprio così: è prevista invece l’immediata sospensione del Giubileo stesso e degli eventi ad esso collegati che erano in calendario, che verranno annullati o ridimensionati, a seconda dell’importanza (compresa la canonizzazione del Beato Carlo Acutis originariamente prevista per il 27 aprile nell’ambito del Giubileo degli Adolescenti e ora rimandata a data da destinarsi). Spetterà poi al nuovo Pontefice stabilire se e come tutte le attività dell’Anno Santo Giubilare debbano essere riprese.
Entro i sei giorni dal decesso avverranno i funerali solenni, che vedranno la presenza di leader religiosi e capi di stato da tutto il mondo.
Il papa verrà esposto alla venerazione dei fedeli sul sagrato di Piazza S.Pietro in una bara di legno e zinco, con la parte superiore aperta.
I funerali saranno celebrati dal Cardinale Decano, Giovan Battista Re. Papa Francesco verrà poi sepolto, ma non in San Pietro come gran parte dei suoi predecessori, bensì nella Basilica di Santa Maria Maggiore, dove lui stesso ha espresso il desiderio di venire tumulato dopo la morte, in ossequio alla sua devozione mariana.
Seguiranno altri otto giorni di lutto e di messe in suffragio del defunto Pontefice, che insieme al giorno del funerale stesso compongono i cosiddetti “novendiali”.
Solo a questo punto i 135 cardinali con età inferiore a 80 anni attualmente ordinati potranno essere richiamati e riuniti in Conclave, che si svolge nella Cappella Sistina, in una data compresa solitamente tra i 15 e i 20 giorni dopo il decesso del Pontefice.
Prima della chiusura delle porte con la pronuncia della celebre esortazione “Extra Omnes”, (fuori tutti) rivolta a tutti coloro che non sono titolati a parteciparvi, la Cappella Sistina, destinata a ospitare le votazioni, viene sottoposta ad approfonditi controlli anti spionaggio, con bonifiche ambientali accurate.
Le porte del Palazzo Apostolico vengono quindi chiuse e rimangono serrate fino alla fumata bianca: i Cardinali Elettori sono, così, isolati dal mondo esterno e, salvo riposare nelle stanze di Casa Santa Marta predisposte all’uopo, saranno impegnati costantemente nelle votazioni in attesa che la Provvidenza suggerisca loro il nome del prossimo Pontefice: voteranno, infatti, quattro volte al giorno, due al mattino e due al pomeriggio, fino all’elezione del nuovo Papa, che avverrà quando uno dei nomi indicati avrà raggiunto almeno due terzi dei votanti.
A quel punto il Pontefice così eletto dovrà formalmente accettare la nomina, scegliendo contestualmente il nome con cui vorrà farsi conoscere dai fedeli. Un atto tutt’altro che formale, ma spesso programmatico. Un Pio XIII, un Paolo VII o un Benedetto XVII o un, Francesco II darebbero sin dal primo imprinting, un’indicazione ben precisa a tutti i fedeli sull’orientamento che la Chiesa vorrà prendere.
Per capire quale, non resta che aspettare il prossimo conclave…
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