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ToggleIl 13 aprile ha avuto inizio ufficialmente l’Expo 2025 che si terrà fino al 13 ottobre sull’isola artificiale di Yumeshima, nella baia di Osaka, in Giappone.
L’Expo 2025 di Osaka è stata inaugurata il 13 aprile alla presenza dei delegati di 160 Paesi e Regioni. L’evento è stato salutato come una vetrina di innovazione e sostenibilità, un’occasione unica e imperdibile per affrontare alcune delle tematiche più urgenti del presente: le sfide del cambiamento climatico e dello sviluppo tecnologico in un’ottica di progresso sostenibile.
I padiglioni sono pensati per essere smontati e riutilizzati, puntando a un impatto ambientale minimo e a un’estetica innovativa e i progetti presentati esplorano la bioarchitettura, l’uso di materiali riciclabili e la connessione tra natura e tecnologia, ridefinendo potenzialmente il modo in cui viviamo e lavoriamo.
Un tema ambizioso e visionario: la società del futuro

Il titolo di questa edizione made in Japan è “Progettare la società futura per le nostre vite”, e si articola in altri tre focus: Connecting Lives (“Connettere vite”), una sezione dedicata alle connessioni tra persone e comunità attraverso tecnologie avanzate e dati; Empowering Lives (“Potenziare vite”), che punta a migliorare la qualità della vita individuale con l’uso dell’intelligenza artificiale e robotica; e Saving Lives (“Salvare vite”), tema che si pone l’obiettivo di proteggere la vita da malattie infettive e disastri naturali, promuovendo salute globale e sicurezza.
Il fil rouge dell’intera esposizione è quello di stimolare nel pubblico importanti riflessioni sul futuro, affrontando alcune delle questioni più calde del nostro tempo come il cambiamento climatico, l’uguaglianza di genere, la riduzione della povertà, la sostenibilità e l’etica delle nuove tecnologie, unendo innovazione, cultura e cooperazione internazionale.
Expo 2025 si presenta come una vetrina di innovazione e sostenibilità, con un forte impatto globale. Dalla mobilità intelligente all’energia rinnovabile, i progetti presentati potrebbero ridefinire il modo in cui viviamo e lavoriamo. L’esposizione è un’occasione unica per affrontare le sfide del cambiamento climatico e dello sviluppo tecnologico in un’ottica di progresso sostenibile, una sorta di laboratorio di idee per ripensare il futuro.
Una location avveniristica e dal grande futuro

La location che ospita i padiglioni non potrebbe essere più affascinante e avveniristica: un imponente anello in legno di 60.000 metri quadrati, progettato da Sou Fujimoto Architects su un’isola artificiale, l’isola di Yumeshina (il cui nome in giapponese significa “Isola del Sogno”).
L’isola artificiale di Yumeshima, concepita all’intero di un più ampio piano di sviluppo urbano per la città di Osaka, non è stata realizzata appositamente per l’Expo, ma la sua costruzione è iniziata negli anni ’70, con l’obiettivo di espandere l’area industriale e portuale della baia di Osaka, ed è poi stata scelta come sede dell’evento per la sua posizione strategica e il suo potenziale di sviluppo. “L’isola del sogno” è un nome che riflette la visione ambiziosa per Yumeshima, pensata come un luogo di innovazione e sviluppo; oltre all’Expo, l’isola è destinata a diventare un hub per tecnologie sostenibili e turismo (ospitando, in futuro, anche un resort con casinò) e si inserisce in un progetto di ampio respiro, che ha come protagonista la stessa città di Osaka. Il capoluogo dell’omonima prefettura, infatti, ha le idee chiare: vuole sostituire Tokyo diventando il nuovo motore economico del Giappone e lo stress test per misurare le ambizioni di questa metropoli di circa 2,7 milioni di abitanti coincide proprio con l’Expo 2025, evento che si stima attirerà 28 milioni di persone.
I padiglioni più visionari
Se dare una descrizione completa dei numerosissimi padiglioni che arricchiscono l’Expo di Osaka 2025 è impresa impossibile, vi proponiamo un viaggio breve tra quelli che, sulla carta, sembrano i più interessanti e promettono di attrare un maggior numero di visitatori.
Il Padiglione del Cile: la sapienza indigena incontra l’innovazione sostenibile

Il Cile è un Paese immenso e affascinante, celebre per il paesaggio vario e ricco di contrasti che si estende dal deserto di Atacama ai ghiacciai delle Ande.
Il Padiglione del Cile all’Expo di Osaka è caratterizzato da un design che fonde l’artigianato indigeno con l’innovazione moderna, all’insegna della sostenibilità e del progresso scientifico.
Il “pezzo forte” è il “Makun” o mantello, un pezzo tessile realizzato da 200 tessitori provenienti dalle comunità Mapuche del Cile meridionale, il gruppo indigeno più numeroso del Paese. Il mantello è posizionato su una costruzione in legno industrializzata e simboleggia l’unità tra patrimonio tradizionale e progresso contemporaneo.
Le mostre allestite nella struttura mettono in risalto l’impegno del Paese nei confronti delle energie rinnovabili e della ricerca astronomica. Uno dei momenti salienti dei programmi del padiglione sarà una settimana dedicata all’astronomia, durante la quale saranno presentati gli osservatori di fama mondiale del Cile, che rappresentano il 50 percento della capacità di raccolta della luce dei telescopi del mondo.
Il Padiglione dell’Australia: un viaggio immersivo in un continente unico

Il Padiglione australiano offre un vero e proprio viaggio immersivo nei paesaggi unici del continente australiano e del suo prezioso patrimonio indigeno.
Il progetto del padiglione incorpora tecniche di costruzione innovative e sostenibili ed è ispirato all’albero di eucalipto, sacro agli aborigeni australiani, e ai suoi fiori. Ed è proprio una rigogliosa foresta di eucalipti (simulata), con tanto di fauna selvatica autoctona e una cascata di roccia, ad accogliere i visitatori all’inizio del percorso.
Lasciandosi alle spalle la foresta di eucalipti e addentrandosi nel cuore del padiglione, i visitatori incontreranno lo “Sky Country” e saranno catturati da un affascinante viaggio immersivo nel cielo notturno australiano, avendo la possibilità di apprendere le nozioni astronomiche tramandate per generazioni dagli aborigeni.
Il padiglione offre ai visitatori l’opportunità di sperimentare l’approccio degli aborigeni australiani alla gestione dell’ambiente, noto come “cura del paese”, basato sulla convinzione che se le persone si prendono cura della terra, dell’acqua e dell’aria, questi elementi naturali si prenderanno cura delle persone.
Il viaggio virtuale nel continente australiano prosegue via via che ci si avventura nei diversi spazi per eventi all’interno del padiglione, i più affascinanti dei quali sono una grande sala dedicata alla barriera corallina e una sala riunioni ispirata alla foresta pluviale.
Una curiosità: in linea con il green mood di questa edizione giapponese dell’Expo, la struttura principale del padiglione è stata realizzata riutilizzando i materiali dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020, riducendo così le emissioni di carbonio.
Il Padiglione del Portogallo: un dialogo con l’Oceano.

Il Portogallo, Paese da sempre caratterizzato da un legame indissolubile con il mare, presenta un padiglione progettato dall’architetto giapponese Kengo Kuma che interpreta la vocazione marittima del Portogallo in una prospettiva contemporanea.
Il padiglione, il cui tema è “Oceano, il dialogo blu”, più che un’opera di architettura è una vera e propria opera d’arte, realizzata con un design che utilizza più di nove corde riciclate, creando una struttura che incarna il movimento del mare. Il concept pone l’accento sulla sostenibilità, con oltre il 75% dei materiali riciclati o riutilizzabili dopo l’Expo, tra cui un’estesa installazione di corde e una pavimentazione in sughero portoghese.
Lo spazio espositivo presenta la storia dell’esplorazione oceanica del Portogallo e il suo attuale ruolo nella conservazione degli oceani.
Inoltre, il 5 maggio, festa nazionale del Portogallo, che coincide con la Giornata internazionale della lingua portoghese e con la Giornata internazionale dell’infanzia in Giappone, il padiglione ospiterà un concerto di musica tradizionale portoghese, il FADO.
Il Padiglione del Regno Unito: il potere delle piccole idee

Il Padiglione del Regno Unito è caratterizzato da una struttura modulare di blocchi di costruzione, che riflette il tema “Come Build the Future”, incarnando il potere di combinare piccole idee per creare innovazioni capaci di cambiare il mondo, guidando i visitatori attraverso i successi britannici passati, presenti e futuri.
La facciata del padiglione è realizzata con pannelli di alluminio perforati, che ricordano le schede un tempo utilizzate per immettere dati nei computer e sono intrecciati utilizzando una tecnica di tessitura per rendere omaggio alle industrie tessili, grandi protagoniste della rivoluzione industriale del Paese a partire dalla metà del XVIII secolo.
Una mostra immersiva mette in mostra le invenzioni passate del Paese, nonché ambiziosi progetti per il futuro, “in cui immaginiamo uno spazio a zero emissioni di carbonio”, ha affermato Carolyn Davidson, curatrice capo del Regno Unito.
Il Padiglione della Malesia: tra tradizione e innovazione

Il Padiglione della Malesia rappresenta in pieno la realtà di questo dinamico Paese asiatico, ovvero un mix di tradizione e innovazione attraverso un design ispirato al tradizionale tessuto “Songket”. Lavorato a mano e tipico della Malesia, il “Songket” simboleggia una società malese inclusiva, culturalmente ricca, forte e sostenibile.
Il padiglione, infatti, ospita mostre sull’energia sostenibile, sulla biotecnologia e sullo sviluppo intelligente, che illustrano la visione della Malesia per il futuro.
La struttura utilizza principalmente bambù e incorpora elementi di risparmio energetico, come la ventilazione naturale e i pannelli solari, che testimoniano l’impegno della Malesia verso la responsabilità ambientale, le pratiche agricole sostenibili e le tecnologie verdi all’avanguardia.
Al centro del padiglione si trova l’Albero dell’Armonia, simbolo della crescita e della resilienza della Malesia. I dettagli intricati dell’albero sono realizzati da artigiani indigeni che rappresentano le diverse comunità del Paese.
Il Padiglione Italia: “L’arte rigenera la vita”

“L’arte rigenera la vita” è il tema del Padiglione dell’Italia all’Expo 2025 di Osaka, un padiglione progettato dall’architetto Mario Cucinella come una moderna interpretazione della “Città ideale del Rinascimento”, con il suo teatro, i suoi portici, la sua piazza e il giardino all’italiana: luoghi tipici dell’identità urbana e sociale dell’Italia che maggiormente compongono l’immaginario del nostro Paese nel mondo.
E l’obiettivo del Padiglione Italia è proprio quello di ampliare e completare l’immagine dell’Italia nel mondo attraverso la presentazione delle sue eccellenze, la sua tecnologia d’avanguardia, la ricerca scientifica, le opere d’arte classiche e contemporanee, il design e l’artigianato, la musica e le performance quotidiane dal vivo, in una vetrina dove si stima transiteranno circa 30 milioni di spettatori.
L’inaugurazione del Padiglione Italia è stata affidata al ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha tagliato il nastro insieme al Commissario Generale dell’Italia per l’Expo Mario Vattani e a Monsignor Rino Fisichella, Commissario Generale della Santa Sede per l’Expo 2025. Tajani ha commentato così l’evento: “Il Padiglione italiano a Expo Osaka 2025 è una prestigiosa vetrina internazionale per la promozione del Sistema Paese e del Made in Italy. La presenza del nostro Paese all’Expo Osaka 2025 è un’opportunità per stimolare l’internazionalizzazione delle imprese italiane, favorire l’espansione delle esportazioni, attrarre investimenti strategici e consolidare la presenza del Made in Italy nel panorama mondiale”. Tajani ha poi aggiunto: “L’Expo non è un evento mondano, ma siamo qui perché riteniamo il Padiglione Italia di Osaka uno straordinario strumento per la presenza politica ed economica del nostro Paese in Giappone e in tutta l’Asia” e “una tessera importante del mosaico Italia che stiamo rinforzando in tutto il mondo”.
Durante la cerimonia di inaugurazione, che ha visto come madrina d’eccezione Serena Autieri, si è svolta una visita istituzionale al Padiglione, guidata dall’Architetto Mario Cucinella, ed stata presentata l’iniziativa Focus Asia – Pacifico del Piano d’Azione per l’Export, insieme a opere d’arte di grande valore, tra cui “La Deposizione” del Caravaggio, proveniente dai Musei Vaticani.

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