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ToggleCi sono libri che intrattengono, libri che insegnano e poi ci sono quelli che scavano dentro, lasciando una traccia difficile da cancellare.
I memoir appartengono spesso a quest’ultima categoria: storie personali che diventano universali, racconti di vita che, nel loro essere intimi, riescono a parlare a tutti.
Oggi vi parlo di due libri che ho divorato: Primo sangue di Amélie Nothomb e Niente si oppone alla notte di Delphine de Vigan. Due racconti di famiglia, due viaggi nelle radici di chi scrive, due storie molto diverse, ma accomunate da una scrittura intensa e dalla capacità di scavare nell’anima.
Autrice: Amélie Nothomb
Se pensate di trovare la solita Amélie Nothomb con il suo sarcasmo tagliente e le sue situazioni surreali, preparatevi a rimanere sorpresi. Qui la scrittrice belga lascia spazio a un racconto intimo e delicato, dedicato alla figura di suo padre, Patrick Nothomb.
Lui, giovane diplomatico, si trova di fronte a una situazione estrema: prigioniero e condannato a morte in Congo, rivive la sua infanzia, il rapporto con la famiglia, la scoperta della paura e del coraggio. Il libro è scritto in prima persona, come se fosse Patrick stesso a raccontarsi, ed è qui che la Nothomb compie il suo piccolo miracolo: riesce a dare voce a suo padre con una leggerezza sorprendente, senza mai cadere nella retorica o nell’autocommiserazione.
Un libro che si legge d’un fiato e che lascia il segno. Consigliato a chi ama le storie vere narrate con ironia e dolcezza.
Autrice: Delphine de Vigan
Dimenticate la leggerezza. Questo libro è un pugno nello stomaco. Delphine de Vigan racconta la vita di sua madre, Lucile, una donna bellissima, fragile, tormentata dalla depressione. Ma non è solo la storia di Lucile: è anche quella di una famiglia piena di segreti, di silenzi e di ferite mai rimarginate.
La narrazione è un continuo alternarsi tra il racconto del passato e le riflessioni dell’autrice, che cerca di mettere ordine nel caos emotivo lasciato in eredità dalla madre. È un memoir che tocca temi difficili—la malattia mentale, il suicidio, il peso della memoria familiare—ma lo fa con una scrittura limpida e potente, capace di arrivare dritta al cuore senza mai risultare morbosa.
Un libro che consiglio a chi non ha paura di affrontare il dolore attraverso le parole, a chi ama le storie vere raccontate senza filtri.
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