
Liliana Resinovich, a tre anni dall’omicidio indagato il marito Sebastiano. Le parole di lui
Sebastiano Visintin entra nel registro degli indagati per l’omicidio della moglie Liliana Resinovich. La svolta dopo la perquisizione dentro la sua abitazione.
A tre anni dall’omicidio di Liliana Resinovich, trovata morta in un bosco di Trieste il 5 gennaio 2022, il marito Sebastian Visintin, 72 anni, finisce ufficialmente nel registro degli indagati. La svolta è stata annunciata ieri sera durante la trasmissione Quarto Grado, al termine di una settimana di novità in seguito a una perquisizione avvenuta martedì 8 aprile nell’abitazione dell’uomo.
La vicenda riguarda il giallo della morte della moglie, scomparsa dopo essere uscita di casa la mattina del 14 dicembre 2021, per essere poi ritrovata senza vita il mese successivo. Sulle prime, in seguito a una perizia poi rivelatasi errata, si era pensato a un suicidio da parte della donna, il cui cadavere era stato ritrovato all’interno di due sacchi neri, uno infilato dalla parte della testa, l’altro dalla parte dei piedi. Sulla testa c’erano anche due sacchetti trasparenti per la conservazione degli alimenti, legati da un cordino. Ma la riapertura delle indagini, con la conseguente riesumazione del corpo di Liliana avvenuta a febbraio del 2024, ha fatto invece propendere per l’omicidio: a sostenere questa tesi la super-perizia firmata dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo insieme con i colleghi Biagio Eugenio Leone e Stefano Tambuzzi e dall’entomologo Stefano Vanin.

Secondo gli specialisti, infatti, sul corpo c’erano urti e graffi inferti alla donna poco prima del decesso, oltre a segni di afferramenti, che lasciavano pensare a un omicidio, escludendo così l’ipotesi del gesto volontario. Il fascicolo aperto per omicidio adesso vanta un volto, quello del marito di Liliana che si è sempre dichiarato innocente e che anche dopo l’iscrizione nel registro degli indagati si dice tranquillo nonostante l’indagine. L’uomo non si è mai sottratto alle telecamere sin dalla scomparsa della donna, avvenuta il 14 dicembre 2021, giorno in cui, sempre secondo i periti, è stata uccisa, a 4 ore dall’ultima colazione, avvenuta intorno alle 8:00/8:30. Sempre secondo la perizia, Liliana sarebbe morta per una manovra al collo, cioè un movimento di iperflessione.
“Sono tranquillo, sereno – ha spiegato Visintin alle telecamere di Quarto Grado – ora con i miei avvocati Alice e Paolo Bevilacqua abbiamo fatto richiesta per capire bene di cosa stiamo parlando e poi decideremo il da farsi”.

Al suicidio non aveva mai creduto il fratello di Liliana, Sergio, il quale aveva anche dato un’indicazione sul movente che sarebbe da ricercare nell’eredità della donna. Le sue denunce hanno portato a una svolta nel caso, quando il Gip del tribunale di Trieste, Luigi Dainotti, dispose una serie di nuove indagini seguendo la pista dell’omicidio. Il lavoro degli investigatori ha portato alla perquisizione nella casa di Visintin, durata 7 ore, durante la quale sarebbero stati prelevati alcuni oggetti e, secondo le indiscrezioni, anche un maglione dell’uomo, un paio di guanti e dei coltelli. “Dovranno valutare anche gli oggetti presi da casa durante l’ultima perquisizione – ha detto Visintin, che è apparso scosso nonostante le sue parole – Erano già stati altre volte in casa mia, non ho cambiato nulla dentro casa e non mi aspettavo che sarebbero tornati, ma resto sereno, vedremo cosa diranno”.
Secondo la trasmissione Quarto Grado, che ha riportato le dichiarazioni dell’uomo, Sebastiano non ha fatto nulla durante la perquisizione, rimanendo sul divano.

Protagonista di questa storia, che ha tanti punti oscuri, anche un altro uomo, Claudio Sterpin, persona con cui Liliana aveva una relazione e con la quale voleva andare in Croazia, prima della sua morte: “È inammissibile che una persona, a 48 ore dalla scomparsa della propria moglie, invece di essere disperata si preoccupi di dire che ha un alibi – ha commentato Sterpin, parlando di Sebastiano – Inoltre questa persona non doveva essere disperata per la morte di Liliana, di cui non si sapeva ancora, ma per la sua scomparsa”. “Quella mattina aspettavo Lilli – ha aggiunto l’uomo – sono stato in casa tutta la mattina. È successo altre volte che non potesse raggiungermi ma mi aveva sempre avvisato, invece quella mattina non lo ha fatto. Poi, in tarda mattinata sono uscito”.
A fare chiarezza sarà la nuova indagine, che adesso mira a dare un volto all’assassino di Liliana.
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