
La nuova tendenza per i matrimoni è il Microwedding: eventi esclusivi per pochi intimi costruiti "su misura" sugli sposi
Ho deciso, mi sposo! E, una volta stabilita la data con la mia dolce metà, arriva il fatidico quesito che potrebbe anche rovinare tutto sul nascere… Chi invitare al matrimonio? E, soprattutto, che tipo di matrimonio fare?
Non possiamo non invitare ovviamente i parenti e gli amici più stretti. Ma poi ci sono i parenti lontani, quelli che si fanno sentire solo per i grandi eventi… e questo in fondo non è un grande evento della nostra vita? E quindi via all’invito al prozio che se incontrassimo per strada non riconosceremmo, ma fa niente, non può mancare. E poi dovrò pur dirlo al capo e ai colleghi… e come potrei tenere fuori dai festeggiamenti anche gli ex collaboratori trasferitisi altrove, ma con cui c’era un bellissimo rapporto (ovviamente con relativi “+ 1“)?

E poi i conoscenti storici, quelli che magari non sentiamo più ma con cui siamo cresciuti e che vogliamo vicini in un momento così importante, e i vecchi compagni di scuola, il gruppo del padel, e le amiche del gruppo di lettura, quelli del swing, e il medico di famiglia che è sempre tanto solerte, e…
Insomma, la lista comincia ad allungarsi, i nomi dei tavoli da 8 o da 10 da comporre si moltiplicano e se per il nostro banchetto sul mare eravamo partiti da dei banalissimi Tavolo Magellano e Tavolo Cristoforo Colombo dobbiamo andare a raschiare il fondo del barile e andare a scomodare Antonio Pigafetta, Cino Ricci di Azzurra e persino Braccio di Ferro, che comunque era marinaio pure lui e allora buttiamolo dentro.

Il “matrimonio in grande” è un fenomeno che ben conosce chi ha parenti da Roma in giù – addirittura in alcuni contesti non invitare un intero paese con tutte le sue 400 anime sarebbe considerato un affronto imperdonabile – ma l’idea che le nozze siano un evento (si spera) unico nella propria vita e meritino un parterre degno di questo nome, con banchetti luculliani con almeno un centinaio di invitati, è ben diffusa e radicata anche salendo lungo lo Stivale.
Una consuetudine che però utimamente sta lasciando spazio a una visione molto più intima del momento del sì. La nuova tendenza in ambito matrimonio arriva da Oltreoceano e si chiama “Microwedding”: si tratta di eventi intimi, raccolti, a cui prendono parte pochissimi invitati (quando non, addirittura… nemmeno uno!) e in cui il concetto di matrimonio come momento di festa da condividere con la famiglia e gli amici viene completamente rivoluzionato, lasciando spazio a un attimo in cui l’esperienza della coppia conta di più rispetto al protocollo e alla formalità di un matrimonio “tradizionale” e ci si può lasciare alle spalle tante pressioni legate alle aspettative sociali.

Questo fenomeno, originatosi per lo più nel mondo anglosassone ma in rapida espansione anche in Italia, sta ottenendo sempre più un forte riscontro nelle coppie che temono di farsi rovinare il ricordo del loro giorno più bello dalla necessità di seguire delle convenzioni e dal rischio di farsi travolgere da un ingranaggio più grande di loro. Si tratta di «matrimoni intimi e personalizzati, con focus sugli sposi e sulle persone a loro più care, lontani dagli eventi più grandi e sfarzosi a cui siamo abituati, con maggior attenzione a personalizzazione e autenticità e meno pressioni legate alle aspettative sociali», rivela Giada Filippetti Della Rocca, CEO e fondatrice di Elite Villas, società di property management che, negli scorsi mesi, ha organizzato e ospitato diversi microwedding presso alcune delle sue ville più esclusive.

«La tendenza dei microwedding – spiega la wedding expert– ha avuto origine negli Stati Uniti e in altri paesi anglosassoni, dove è in voga da più tempo, e nasce dall’esigenza di celebrare matrimoni più intimi e personalizzati. Celebrità e influencer hanno senz’altro contribuito alla sua diffusione ma, specie negli ultimi anni, sta diventando sempre più popolare anche in Italia, tra coppie non famose, specialmente quelle più giovani e vicine al mondo digitale, alla ricerca di un’esperienza più intima e significativa, con un focus su di loro e sulle persone più care, anziché grandi eventi. Non riguarda necessariamente solo gli sposi, ma spesso include una piccola cerchia ristretta di invitati, come parenti stretti o cari amici o, in alcuni casi, solo i figli. Aspetto fondamentale è che l’attenzione rimane comunque sull’unione della coppia e sull’intimità dell’evento».
La sua società, lo scorso agosto, ha ad esempio organizzato location e dettagli dell’esclusivo e atteso matrimonio svoltosi in Cilento tra l’attore inglese star di “Gossip Girl” Ed Westwick e la collega e modella Amy Jackson. Più di recente, invece, ha organizzato a Positano il microwedding dell’influencer americana Karin Chen: «Una cerimonia estremamente intima, con solo gli sposi e la loro deliziosa figlia presenti. Per loro abbiamo scelto Villa Petite Syrene, affacciata sul mare della Costiera Amalfitana, di fronte Li Galli – prosegue Giada Filippetti Della Rocca – seguendo ogni dettaglio nei minimi particolari. Dall’allestimento (curato da Sorrento Voyage), semplice ma elegante, con decorazioni di fiori bianchi che hanno reso l’ambiente raffinato, ai dettagli del buffet e della torta, servita rigorosamente con champagne per il brindisi degli sposi, e del servizio fotografico, tutto è stato curato per fornire un’atmosfera insieme intima, romantica e completa».

Data la differenza di “dimensioni”, si potrebbe pensare che l’organizzazione di un microwedding sia più semplice, ma non è così. Secondo Fabrizia Amato, che è Event Manager per Elite Villas, «organizzare un microwedding richiede una cura estrema dei dettagli: tutto deve essere personalizzato e su misura per gli sposi, tenendo conto dei loro gusti e delle loro esigenze. La scelta della location gioca un ruolo cruciale, così come il coinvolgimento di fornitori selezionati, dalla musica ai fiori. È fondamentale – prosegue Amato – per garantire che ogni dettaglio sia perfetto, oltre alla profonda conoscenza della coppia, disporre di un team esperto che conosca bene la zona e abbia già gestito eventi di questo tipo».
Di certo, questa tipologia di matrimonio può venire incontro sia alle esigenze di risparmio economico, sia alle necessità di tenere sotto controllo il più possibile l’impatto ambientale e la cosiddetta “impronta ecologica” dell’evento, tanto cara alle generazioni più giovani. Di fatto, un “Microwedding” richiede una pianificazione più snella, con un minor numero di invitati da gestire e oltre a generare potenzialmente minor inquinamento per quanto riguarda situazioni spicciole legate allo spostamento di persone e materiali o agli sprechi alimentari (e, inutile nascondercelo, talvolta anche… regali di nozze indesiderati e destinati a rimanere a vita nei rispettivi imballaggi), dà la possibilità di destinare il budget a disposizione ad altri aspetti più gratificanti a livello intimo, come per esempio il viaggio di nozze… o la stessa location, «che, con le sue caratteristiche uniche ed esclusive, com’è stato per la Villa Petite Syrene di Positano scelta per il matrimonio di Karin Chen, è in grado di rendere ancora più indelebile il ricordo del fatidico Sì», conclude Giada Filippetti Della Rocca.

Meglio, dunque, pochi intimi, magari sulla terrazza di una villa affacciata direttamente sul mare, oppure essere circondati dal calore, gli abbracci e i brindisi della famiglia al gran completo e di tanti amici? Quando si parla di matrimonio non c’è una risposta giusta, perché la cosa fondamentale, per un giorno importante come questo, è che questo sia disegnato sui desideri e sulle esigenze degli sposi.
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