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urlo di munch
Arte e Spettacolo

Munch a Roma: una mostra da “Urlo”!

Laura Baiocco
Laura Baiocco
Marzo 22, 2025

In questo articolo

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  • Fino al 2 giugno Palazzo Bonaparte ospita "Munch. Il grido interiore", la mostra più grande mai dedicata in Italia al pittore norvegese, con più di 100 capolavori concessi eccezionalmente dal Munch Museum di Oslo. Un'occasione più unica che rara...
  • Chi è Edvard Munch?
  • L’urlo
  • Informazioni pratiche per la mostra

Fino al 2 giugno Palazzo Bonaparte ospita "Munch. Il grido interiore", la mostra più grande mai dedicata in Italia al pittore norvegese, con più di 100 capolavori concessi eccezionalmente dal Munch Museum di Oslo. Un'occasione più unica che rara...

Senza timore di smentita, la mostra più attesa dell’anno è Munch. Il grido interiore, ospitata dallo scorso 11 febbraio e fino al prossimo 2 giugno a Roma, presso Palazzo Bonaparte, a Piazza Venezia.

Dopo l’anteprima milanese a Palazzo Reale, dove ha registrato un record di presenze, la mostra è arrivata nella Capitale e si tratta della più grande mai dedicata in Italia al pittore norvegese Edvard Munch (l’ultima risale a venti anni fa, a Roma), uno dei massimi esponenti dell’arte espressionista.

Più di cento capolavori prestati in via del tutto eccezionale dal Munch Museum di Oslo dove sono custodite quasi tutte le opere dell’artista, tra i più amati al mondo, e attraverso i quali è stata raccontata l’intera parabola artistica di Munch, partendo dai suoi esordi fino alle ultime opere e attraversando le tematiche a lui più care, tematiche che si intrecciano formando l’interpretazione della tormentata essenza della condizione umana.

Tra i cento capolavori di Edvard Munch che possiamo ammirare in questi mesi a Palazzo Bonaparte spiccano La morte di Marat (1907), Notte stellata (1922–1924), Le ragazze sul ponte (1927), Malinconia (1900–1901), Danza sulla spiaggia (1904), nonché una delle versioni litografiche de L’Urlo (1895).

La mostra, curata da Patricia G. Berman, una delle più grandi studiose al mondo dell’artista, con la collaborazione scientifica di Costantino D’Orazio, è realizzata in collaborazione col Museo MUNCH di Oslo.

Chi è Edvard Munch?

Autoritratto di Edvard Munch, 1895 (Oslo, Galleria Nazionale).
Autoritratto di Edvard Munch, 1895 (Oslo, Galleria Nazionale).

Edvard Munch, considerato il più grande pittore norvegese di tutti i tempi e uno dei più grandi del XX secolo, nacque il 12 dicembre 1863 a Løten, una piccola cittadina nei pressi di Christiania (nome originario di Oslo, la capitale della Norvegia), secondo di cinque figli.

La sua infanzia è stata profondamente segnata dalla povertà e da gravi lutti: ha solo cinque anni quando la madre muore di tubercolosi, perderà anche l’amata sorella Johanne Sophie nello stesso modo. Munch reagirà a queste disgrazie rifugiandosi nell’arte, non smette di dipingere e frequentare i circoli bohémien di Oslo e, nonostante le sue prime opere non siano apprezzate dalla critica, nel 1899 vince una borsa di studio a Parigi.

Mentre si trova nella Ville Lùmiere per studiare i maestri dell’avanguardia francese (soprattutto Gauguin), Edvard Munch apprende della morte del padre. Tale notizia sconvolge l’artista e lo fa cadere in depressione, aggravata dall’abuso di alcool che  è solito bere sin dal mattino.

Nonostante tutto, nel 1891 viene invitato a esporre a Berlino, ma non viene accolto con favore. Le sue opere sconcertano e la mostra viene fatta chiudere dagli accademici, restii ad accogliere gli influssi delle avanguardie che si stavano affermando in Europa. La stampa battezzò l’episodio addirittura come “L’affare Munch” e lui reagì in modo divertito: “È incredibile – dichiarò – quanto una cosa innocente come un dipinto possa creare un simile trambusto”.

Nel 1908, benché fosse già famoso e affermato, Edward Munch continuava a soffrire di una forma di depressione che scaturiva in profonde crisi nervose esasperate dall’alcolismo. A causa dell’alcool rischiò la paralisi del braccio e della gamba: alla fine, grazie al consiglio degli amici e del medico di fiducia, il dottor Jacobsen, l’artista si rifugiò nella sua villa nei pressi di Oslo.

Con l’avvento del nazismo, le sue opere vennero considerate facenti parte della cosiddetta “Arte degenerata” e rimosse dai musei, insieme a quelle di Picasso, Matisse e Gauguin. Quando la Germania invase la Norvegia nel 1940, Munch, terrorizzato dall’idea che i nazisti potessero trafugare i suoi quadri per distruggerli, corse ai ripari…

Quando morì, il 23 gennaio del 1944 all’età di ottant’anni, i familiari poterono finalmente accedere al secondo piano della sua casa, da anni chiuso agli ospiti. Dentro vi trovarono stipati 1008 dipinti, 4443 disegni, 15.391 stampe, 378 litografie che il maestro, senza eredi, aveva lasciato alla città di Oslo e che oggi sono conservate nel Munch Museum.

L’urlo

La più nota delle quattro versioni del L'urlo di Munch è una delle due dipinte nel 1893, esposta alla Galleria Nazionale di Oslo. Le altre tre si trovano presso il Munch Museum della capitale norvegese.
La più nota delle quattro versioni del "L'urlo" di Munch è una delle due dipinte nel 1893, esposta alla Galleria Nazionale di Oslo. Le altre tre si trovano presso il Munch Museum della capitale norvegese.

L’opera di Edvard Munch più celebre al mondo, il suo capolavoro, nonché l’unica opera d’arte a essere diventata un’emoticon, è L’urlo, che l’artista dipinse nel 1893. L’Urlo, diventato icona di un’angoscia interiore, impossibile da comunicare agli altri, che atterrisce come un incubo che non ha fine. Ne esistono ben quattro versioni: due sono state realizzate nel 1893; una terza nel 1895 e l’ultima nel 1910. La più nota, una delle due dipinte nel 1893, è esposta alla Galleria Nazionale di Oslo. Le altre tre si trovano presso il Munch Museum della capitale norvegese.

Ma come è nato L’urlo? Ce lo ha raccontato lo stesso Munch

«Camminavo lungo la strada con due amici quando il sole tramontò, il cielo si tinse all’improvviso di rosso sangue. Mi fermai, mi appoggiai stanco morto a una palizzata. Sul fiordo nero-azzurro e sulla città c’erano sangue e lingue di fuoco. I miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura… e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura». (Edward Munch). Così, l’artista ha messo nero su bianco le sensazioni da lui provate e da cui è scaturito il dipinto.

L’Urlo è stato interpretato da molti critici come l’inquietante anticipazione dello scoppio della Prima Guerra Mondiale di cui la sensibilità dell’artista ha colto i prodromi già nell’ultimo scorcio dell’800. Freud probabilmente lo avrebbe interpretato come la rappresentazione artistica del vissuto di un attacco di panico, una condizione di paura e sofferenza paralizzanti, che rendono l’idea della morte immediata e ineluttabile. Ma le due analisi, lungi dall’escludersi, si integrano nella percezione di una catastrofe imminente collocandosi su due livelli diversi, quello del vissuto personale dell’artista e quello della coscienza collettiva. L’uomo rappresentato nel dipinto non è Munch, è la personificazione dell’umanità.

Informazioni pratiche per la mostra

Palazzo Bonaparte, a Roma, ospita la mostra "Munch. Il grido interiore" L'edificio fu costruito tra il 1657 e il 1677 su progetto dell'architetto Giovanni Antonio De Rossi per conto dei marchesi Giuseppe e Benedetto d'Aste. Nel 1818 la proprietà fu acquistata, al prezzo di 27 000 piastre d'oro[2], da Maria Letizia Ramolino, madre dell'Imperatore francese Napoleone Bonaparte, che vi dimorò fino alla morte nel 1836.
Palazzo Bonaparte, a Roma, ospita la mostra "Munch. Il grido interiore". L'edificio fu costruito tra il 1657 e il 1677 su progetto dell'architetto Giovanni Antonio De Rossi per conto dei marchesi Giuseppe e Benedetto d'Aste. Nel 1818 la proprietà fu acquistata, al prezzo di 27 000 piastre d'oro, da Maria Letizia Ramolino, madre dell'Imperatore francese Napoleone Bonaparte, che vi dimorò fino alla morte nel 1836.

DOVE:  Palazzo Bonaparte
Spazio Generali Valore Cultura
Piazza Venezia 5, Roma.

QUANDO: dall’11 febbraio al 2 giugno 2025.

Orari: dal lunedì al giovedì 9.00-19.30; venerdì, sabato e domenica 9.00-21.00
(la biglietteria chiude un’ora prima).

Aperture straordinarie
Dal 18 aprile fino al 27 aprile 9.00-21.00
Dal 1° maggio fino al 4 maggio 9.00-21.00
Dal 30 maggio fino al 1° giugno 9.00-23.00
Lunedì 2 giugno 13.00-00.00
La biglietteria chiude un’ora prima.

Biglietti
Open € 22,00 dal lunedì al venerdì, € 25,00 valido sempre
Intero € 18,00 dal lunedì al venerdì, € 20,00 sabato, domenica e festivi
Ridotto € 17,00 dal lunedì al venerdì, € 19,00 sabato, domenica e festivi

Informazioni e prenotazioni:
T. + 39 06 87 15 111

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