
Paola Cortellesi verso il “sogno americano” con “C’è ancora domani”
"C’è ancora domani", il film d’esordio alla regia della comica e attrice romana Paola Cortellesi, è in corsa per vincere la (o le) nomination agli Oscar.
Vi ha puntato sin dall’inizio e ora Paola Cortellesi ha iniziato a raccogliere i frutti della sua “campagna americana”.
C’è ancora domani, il suo film d’esordio alla regia (alle soglie della menopausa, come ha scherzato l’attrice) è entrato ufficialmente nella lista dei lungometraggi che si disputeranno le nomination agli Oscar.
Per Paola Cortellesi, questa è una vittoria, è un risultato importante: superando la prima scrematura, C’è ancora domani si è guadagnato visibilità e ha incrementato le sue chance di essere considerato dall’Academy.

Ma a cosa potrebbe concorrere esattamente?
Per sapere però se There is still tomorrow, questo il titolo americano scelto per il film, sarà davvero tra i grandi protagonisti della 97esima edizione della notte delle stelle che si terrà il prossimo 2 marzo nell’iconico Dolby Theatre di Los Angeles, dovremo aspettare fino al 17 gennaio. In questa data, infatti, i membri dell’Academy, dopo un lungo e meticoloso processo e votazioni che si terranno da giovedì a domenica, annunceranno le nomination finali. Ogni pellicola viene valutata attentamente per i suoi meriti artistici, ma anche tecnici e narrativi.
Inizialmente si pensava che il film di Paola Cortellesi potesse concorrere agli Oscar nella categoria Miglior Film, ma due elenchi pubblicati dall’Academy in questi giorni hanno infranto questa speranza.
Il primo elenco, infatti, riguarda le 323 “productions elegible for the 97th Academy Awards” e in esso compare “There’s still tomorrow”, anche con alcuni nomi del cast (Valerio Mastandrea, la stessa Cortellesi, Emanuela Fanelli e Romana Maggiora Vergano); nel secondo elenco, invece, che riguarda i 207 “best picture reminder list”, il film di Cortellesi non figura tra gli eleggibili. Quindi There is still tomorrow non è stato preso in considerazione come Miglior Film, ma può sperare di concorrere in altre categorie ovvero miglior regia, miglior sceneggiatura e nelle categorie attoriali.

Quali film sono in corsa per gli Oscar 2025?
Tra i film più competitivi in lizza troviamo il visionario Emilia Pérez, diretto da Jacques Audiard, e il drammatico Vermiglio, di Maura Delpero, che ha invece fallito ai Golden Globes. Non mancano titoli da tutto il mondo, come il canadese Universal Language, diretto da Matthew Rankin, e il danese The Girl With the Needle per la regia di Magnus von Horn.

Le probabilità di successo e il precedente
Paola Cortellesi, intervistata dall’Ansa, non ha mostrato molto ottimismo circa le probabilità di successo del suo lavoro agli Oscar, paragonandole alla “vita di un gatto in tangenziale” e si è piuttosto dichiarata pronta a fare il tifo per “il meritevole candidato del nostro Paese, lo splendido ‘Vermiglio’ di Maura Delpero”.
Nella categoria Miglior Film Internazionale film italiani hanno già brillato in passato. L’ultima volta che un film italiano è riuscito a gareggiare con gli altri big nordamericani è stata con La vita è bella di Roberto Benigni, nel 1999, che risultò vincitore di ben tre Premi Oscar: miglior film straniero, miglior attore protagonista (Roberto Benigni) e migliore colonna sonora (Nicola Piovani).

Chi decide i film nominati agli Oscar 2025?
Le nomination sono decise dai membri dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, composta da più di 10.000 professionisti del settore cinematografico provenienti da tutto il mondo. Ogni membro è specializzato in un settore specifico (attori, registi, sceneggiatori, ecc.) e vota principalmente per le categorie di competenza, a eccezione della categoria Miglior Film, che è votata da tutti i componenti.

Buona la seconda
Quest’anno, dunque, si è realizzato l’evento che era solo stato sfiorato lo scorso anno.
C’è ancora domani, infatti, era già stato preso in considerazione nel 2023 dalla commissione dell’ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Digitali), che ogni anno propone il candidato italiano per la corsa agli Oscar. La commissione però scelse Io Capitano di Matteo Garrone.
Quando Io Capitano fu designato ufficialmente, C’è ancora domani non era ancora arrivato nelle sale. La valutazione della commissione ANICA, che non fu esente da polemiche, era quindi avvenuta prima che il film potesse essere visto e apprezzato dal pubblico.

Un fenomeno culturale e sociale
Girato in bianco e nero, C’è ancora domani è stato un successo di botteghino, di pubblico e di critica come non se ne vedevano da tempo. Sullo sfondo storico del secondo dopoguerra e all’alba dell’introduzione del suffragio universale femminile, C’è ancora domani affronta il tema quanto mai attuale della violenza sulle donne, diventando un fenomeno culturale e sociale, capace di arrivare alle coscienze e stimolare un dibattito transgenerazionale.

La trama
Delia (interpretata da Paola Cortellesi) è una moglie e un madre nella Roma del secondo dopoguerra: vive in un sottoscala, che mantiene pulito e in ordine, e accudisce il marito Ivano (un eccellente Valerio Mastrandrea), i tre figli e il suocero, rozzo e “mano lesta”. Per arrotondare mette insieme anche parecchi lavoretti: rammenda biancheria, ripara ombrelli e fa iniezioni a domicilio. Ma Delia è soprattutto una donna sottomessa, asservita e vittima di Ivano che, da marito padrone, si sente in diritto di trattarla come una cosa, peggio di una schiava, e riempirla di botte e umiliarla per ogni sua sbaglio, vero o presunto. In Delia però non tutto è rassegnazione, in lei c’è una scintilla di ribellione quasi inconsapevole, lei a volte osa anche “rispondere”, come fa notare con disprezzo il suocero. Quando la figlia Marcella (Romana Maggiora Vergano) si fidanza con il figlio del proprietario della pasticceria del quartiere, Delia intravede la possibilità che questo legame possa salvare almeno lei, elevandola dal destino di povertà e sottomissione che l’aspetta. Ben presto però si renderà conto che Marcella sta per cadere nella stessa sua trappola, diventare serva di un uomo che si crede il suo signore. Delia farà di tutto pur di impedire questo matrimonio, e salvare la sua bambina, arrivando a far saltare in aria la pasticceria del futuro consuocero.
Al di fuori dello stretto nucleo famigliare si muovono gli amici di Delia: un meccanico che vorrebbe portarla via con sé (interpretato da Vinicio Marchioni), un’amica complice con cui fare qualche risata dolceamara (interpretata da una bravissima Emanuela Fanelli) e un soldato afroamericano che, nonostante il divario linguistico che li separa, riesce a darle una mano. Ma, soprattutto, Delia ha un sogno nel cassetto, legato a una lettera misteriosa. Un enigma che si dipana lungo tutto il corso del film e che incuriosisce i telespettatori, fino alla rivelazione nel finale: Delia non scappa con un amante, non ha un colloquio di lavoro segreto o non abbandona tutto e tutti in cerca di miglior fortuna, ma corre alle urne per votare il primo suffragio universale della storia d’Italia. Era il 10 marzo del 1946.

Dunque, qual è il messaggio del film?
La corsa alle urne di Delia-Cortellesi è un’epifania poetica e spiazzante al tempo stesso che racchiude in sé il messaggio di tutto il film: la protagonista non lotta per un happy end nella parabola della sua esistenza individuale, non cerca di “salvarsi da sola”, ma capisce lucidamente che potrà liberare se stessa e sua figlia solo unendosi alle altre donne ed esercitando il diritto di voto per la prima volta (e da lì in poi): solo così potrà avere una vera occasione di riscatto, far udire la propria voce e provare, insieme a tutte le altre donne, a scrivere finalmente la storia.
Sono trascorsi 79 anni da quel giorno e il senso salvifico di quell’appuntamento con le urne, che per Delia racchiude tutta la speranza nel domani (tanto che si cuce persino una camicetta nuova per l’occasione), arriva come un pugno nello stomaco a noi cittadine (e cittadini) del nuovo millennio, che ci siamo fatte/i disilludere troppo facilmente o troppo diamo per scontato.

I numeri
C’è ancora domani è il film dei record: con 36,8 milioni al box office italiano e 5,4 milioni di spettatori, C’è ancora domani, uscito nelle sale a fine ottobre 2023, è divenuto il film più visto del 2023, più dei due campioni Barbie di Margot Robbie e Oppenheimer diretto da Christopher Nolan, posizionandosi al decimo posto tra i film che hanno incassato di più nella storia e al quinto posto tra i film italiani di maggior successo. Da fine ottobre 2023 è rimasto in programmazione continuativa per 22 settimane (fino al 21 marzo 2024). È stato primo in classifica al box office per 7 settimane e per le successive 5 è rimasto saldo nella top ten. Nel 2024 risulta essere il quarto miglior incasso per un film italiano.
È stato il film italiano più visto in Francia negli ultimi dieci anni.
Inoltre è stato venduto in 126 Paesi, tra cui alcuni nei quali raramente esce in sala un film made in Italy, come Cina, Corea del Sud e Hong Kong.

I premi
Presentato come film d’apertura della Festa del Cinema di Roma 2023, C’è ancora domani si è aggiudicato il Premio speciale della Giuria e Premio del pubblico, cui sono seguiti 6 David di Donatello per Miglior regista esordiente a Paola Cortellesi, Migliore sceneggiatura originale a Furio Andreotti, Giulia Calenda e Paola Cortellesi, Miglior attrice protagonista a Paola Cortellesi, Miglior attrice non protagonista a Emanuela Fanelli, David dello spettatore e il David Giovani. Ha poi ottenuto il Nastro d’argento – Film dell’anno 2023, il Premio speciale Ennio Flaiano e il Globo d’Oro – Miglior Film 2024.
Un percorso eccezionale che lo ha visto anche invitato a oltre 30 festival in tutto il mondo, oggetto di mostre e appuntamenti istituzionali, oltre che di svariati riconoscimenti internazionali.
Questo ricco curriculum potrebbe giocare un ruolo cruciale nelle valutazioni dell’Academy, e aumentare le possibilità di successo.
Teniamo le dita incrociate.

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