
Mentre Carlo Conti definisce gli ultimi particolari per l’edizione 2025 del Festival di Sanremo, ecco arrivare una di quelle notizie che mai avremmo pensato di leggere: il Festival della Canzone Italiana potrebbe non essere più trasmesso da “mamma Rai”. Lesa maestà! L’ira di Dio! Muoia Sansone con tutti i Filistei! Reazioni molteplici e concitate si sono avvicendate nei giorni scorsi.
Ma da cosa nasce questa inattesa novità? Il presidente dei discografici italiani Sergio Cerruti è ricorso al Tar per contestare la concessione senza gara del Festival della Canzone Italiana alla Rai e il Tar gli ha dato ragione. In verità, ciò che ha mosso Cerruti è un credito di 50 milioni di euro che la Rai dovrebbe pagare in diritti musicali alle case di produzione e che, a detta del presidente, la tv di Stato sembra continuare a ignorare.

Non serve essere un procuratore specializzato in diritto amministrativo per sapere che qualsiasi servizio pubblico andrebbe assegnato tramite gara d’appalto ma, si sa, nel nostro Paese alcune consuetudini tendono a diventare ordinarie finché qualcuno non alza il dito e fa presente il contrario. Del resto, è ciò che sta succedendo anche nell’ambiente delle concessioni ai balneari dove per decenni ogni esecutivo ha fatto orecchie da mercante rimandando di quinquennio in quinquennio l’assegnazione delle concessioni tramite bando: adesso se ne parla per il 2027.
Il Tar ha quindi dato ragione a Cerruti chiarendo anche come «non vi sia un legame indissolubile tra il marchio Festival della Canzone Italiana e il format televisivo». Oltre a ciò «l’eventuale indizione di una procedura di evidenza pubblica potrebbe consentire di elevare ulteriormente il livello tecnico qualitativo». Ad aggravare la situazione il Tar interviene anche sul discorso “patrimonio culturale” tirato in ballo dagli attuali organizzatori: «Né il Festival né il marchio possono essere qualificati come beni culturali».

«È l’ultimo evento rimasto a Viale Mazzini, perderlo sarebbe un disastro», commenta il conduttore storico del Festival, Pippo Baudo (ne ha fatti 13!) che ricorda le volte in cui era lui stesso, in veste di direttore artistico, ad andare a trattare con il Comune di Sanremo per il rinnovo dell’accordo: «Ha caratterizzato la Rai per decenni, è un pezzo di storia».
«Si tratta di una sentenza inaspettata, articolata e complessa, e per questo la stiamo approfondendo insieme» è invece il commento a caldo del sindaco di Sanremo Alessandro Mager fresco di elezione e che si trova già alle prese con questa gravosa gatta da pelare.

Il Festival della Canzone Italiana esiste così come lo conosciamo dal 1951 ed è uno degli eventi nazionali più seguito in Italia e in Europa. Prima di allora c’erano stati alcuni tentativi più o meno riusciti di realizzare rassegne canore, soprattutto di canzone napoletana, sia nel Casinò municipale sanremese che nel parco dello stabilimento Kursaal di Rimini, rispettivamente nel 1932 e 1936. Il 25 agosto 1948 fu la volta di Viareggio dove Alberto Sargentini e Aldo Valleroni organizzarono una gara canora con brani inediti non napoletani. Fu lì che Pier Busseti, gestore del Casinò di Sanremo intuì il potenziale di una manifestazione di portata nazionale e volle organizzarla presso il Casinò di Sanremo dove trovò il consenso anche del direttore Angelo Amato. Il Festival si tenne in quella sede fino al ’76,. La prima edizione sanremese fu presentata da Nunzio Filogamo e vide la partecipazione di 3 interpreti che si alternavano nell’esecuzione di 20 brani inediti: Nilla Pizzi, il Duo Fasano e Achille Togliani.
Da allora tutti i più grandi artisti della storia della musica italiana si sono esibiti lì, anche quando dal 1977 la rassegna si è spostata nel Teatro Ariston. I più grandi devono molto al celebre trampolino che è il Festival di Sanremo, da Laura Pausini a Eros Ramazzotti, da Vasco Rossi a Zucchero, a Giorgia, a Fiorella Mannoia, a Tosca, Mango e tantissimi altri. Piccoli e grandi successi, eventi felici e tragici hanno caratterizzato le settimane sanremesi. Il suicidio di Luigi Tenco nel ’67 sembrò mettere tutto in discussione, ma la canzone italiana ha saputo rialzare la testa e far tornare gli italiani a sognare.
Dunque l’edizione 2025 si terrà come di consueto ma dal prossimo anno potrebbe cambiare tutto perché a trasmettere la più celebre kermesse canora nazionale potrebbe essere un altro canale, Sky, Mediaset, Tv8, Nove o, perché no, qualche grande emittente radiofonica nazionale come Rtl 102.5 che già organizza il Power Hits Estate. Stay tuned!
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