
Perché Meta ha tolto i filtri di bellezza da Facebook e Instagram?
Rivoluzione nel mondo social: Mark Zuckeberg ha cancellato con un colpo di spugna circa 2 milioni di filtri di bellezza dalle sue piattaforme... Ma quali e, soprattutto, perché?

Il momento tanto temuto dal popolo dei social (influencer e comuni mortali) è arrivato. Dallo scorso 14 gennaio, la rivoluzione annunciata ad agosto 2024 è diventata una realtà: Meta ha detto addio alla piattaforma Meta Spark, quella che finora aveva reso possibile la creazione dei filtri bellezza da parte degli utenti o di terze parti tramite strumenti tecnologici appostiti.
Ma quanti e quali filtri spariranno?
Si tratta di una riduzione imponente: sono circa due milioni i filtri usati (e abusati) tutti i giorni dagli utenti dei social e che ormai non sono più a disposizione.
I filtri “ufficiali” creati da Meta, invece, non sono oggetto della tagliola anche se, in proporzione a quelli eliminati, costituiscono solo uno sparuto gruppetto, solo centoquaranta.
Rimangono inalterati tutti i filtri che non hanno a che fare con la bellezza della persona rappresentata, ma che riguardano l’immagine nel suo complesso, ad esempio i filtri che trasformano foto e video per farli diventare in bianco e nero o donargli un’aurea vintage, oppure quelli che li rendono più brillanti o aggiungono un’atmosfera particolare.
Quindi, dal punto di vista della tipologia, a sparire da Facebook e Instagram sono stati i filtri AR di Realtà Aumentata e i più moderni filtri AI-AR, non di proprietà di Meta.
Ma che significa?

Come funzionano i filtri bellezza
I filtri bellezza si dividono in due categorie.
Ci sono i tradizionali filtri AR (Augmented Reality) che, come dice il nome stesso, funzionano con la Realtà Aumentata e, in pratica, sovrappongono una maschera al viso. L’uso di questi filtri si riconosce molto facilmente e non è in grado di trarre in inganno gli altri utenti.
Poi ci sono i filtri AI-AR, più recenti, che si basano sempre sulla Realtà Aumentata, ma integrata con l’Intelligenza Artificiale (AI). Questi filtri intervengono su volti e corpi modificandoli in modo estremamente realistico, tanto che è davvero molto difficile capire che sono stati applicati a un’immagine. Questo vale non solo per le fotografie, ma anche per i video, perché i filtri AI-AR seguono i movimenti del volto e del corpo adattandosi alle diverse posizioni assunte dal soggetto.
Alla base di questa tecnologia c’è la cosiddetta “rete generativa avversaria”, fondamentalmente la stessa utilizzata per i deepfake: un database di immagini ideali, realizzate dall’IA, e che costituisce la base per creare trasformazioni fisiche iperboliche, assolutamente inarrivabili nella realtà.

Ma a cosa servono questi filtri?
Sono dei veri e propri filtri di bellezza che promettono e fanno miracoli: basta applicarne uno a una nostra foto (o a un nostro video) e scatta la magia, diventiamo esattamente quello che vogliamo essere: più giovani e senza rughe! La pelle diventa tonica e levigata come una pesca, le nostre labbra più rimpolpate, i nostri occhi grandi come quelli di un cerbiatto e quel naso che ci disturba da quando siamo nati diventa in un batter d’occhio alla francese, senza bisogno della rinoplastica. Ma non finisce qui, nessun difetto sfugge al magico tocco del filtro: i volumi del viso e del corpo si ridefiniscono, le sopracciglia si sollevano, le occhiaie e le borse sotto gli occhi spariscono insieme a brufoli, cicatrici, rossori indesiderati e alla tanto odiata cellulite. Basta un semplice tocco e i nostri desideri diventano realtà: sparisce ciò che siamo e si materializza ciò che desideriamo essere.

Perché Meta ha tolto i filtri bellezza da Instagram e Facebook?
La motivazione ufficiale
I motivi di questa decisione di Meta, che rappresenta un duro colpo per migliaia di sviluppatori che avevano costruito business e comunità attive proprio sulla creazione di filtri (oltre che per gli utenti abituati a usarli), non sono molto chiari e nel comunicato ufficiale dell’azienda non sono specificati: si fa riferimento solo a “una strategia per rispondere meglio alle esigenze di clienti e utenti”. Sempre nel comunicato ufficiale, Meta si limita ad accomiatarsi dalla comunità di creatori e aziende che hanno reso Meta Spark un successo negli ultimi sette anni esprimendo nei loro confronti una profonda gratitudine.

Cosa c’è davvero dietro?
Da una parte un presunto impegno etico dichiarato da Meta.
L’eliminazione dei suddetti filtri è sicuramente un passo importante per tutelare i più giovani dai rischi legati a standard estetici innaturali e irraggiungibili.
Numerosi studi hanno dimostrato che l’uso costante di filtri estetici può portare a problemi di autostima e a disturbi come la dismorfofobia corporea digitale. Questo disturbo può indurre gli individui a percepire difetti inesistenti o esagerare quelli reali, causando ansia, depressione e altri problemi psicologici come quelli legati al comportamento alimentare (DCA).
Gli adolescenti e i giovani adulti sono particolarmente vulnerabili a questi effetti, poiché sono in una fase della vita in cui l’immagine corporea e l’autostima sono spesso in evoluzione. Gli esperti hanno sollevato preoccupazioni sul fatto che l’uso di filtri di bellezza possa contribuire a un aumento delle insicurezze corporee, con conseguenti impatti negativi sulla salute mentale a lungo termine (ricordiamo che recentemente l’Australia, proprio per tutelare i più giovani da questi pericoli, concreti ha varato la prima legge al mondo che vieta totalmente l’uso dei social ai minori di 16 anni).
I filtri di bellezza promuovono spesso standard di bellezza irrealistici, che possono avere effetti negativi sulla percezione del sé, specialmente, come abbiamo detto, tra i giovani. L’adozione di un aspetto filtrato come norma può indurre gli utenti a sentirsi insoddisfatti della propria immagine naturale, contribuendo a un ciclo di insicurezza e desiderio di conformarsi a ideali inaccessibili.
L’effetto di questi standard di bellezza irrealistici non si limita solo all’autostima individuale, ma si estende anche alla società nel suo complesso. Quando gli utenti vedono costantemente immagini filtrate e perfezionate sui social media, possono sviluppare una visione distorta della realtà e dei corpi umani. Questo può portare a una cultura in cui la bellezza naturale viene sottovalutata e la diversità corporea non viene celebrata.
Tuttavia, che la preoccupazione per la salute mentale dei giovani sia stato il motivo o, quantomeno, il motivo principale alla base della scelta di Meta non è una tesi che convince totalmente. Si è fatto notare da più parti, infatti, come nonostante i reiterati allarmi della comunità di psicologi e sociologi sul tema, Meta non abbia mai prestato molta attenzione alla questione… fino a ora.

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Le ragioni economiche e le nuove strategie aziendali
Sembra possibile, dunque, che dietro la scelta ci sia anche (e soprattutto?) un fattore economico, ovvero l’azienda di Mark Zuckerberg avrebbe deciso di limitare l’uso di effetti AR esterni per consolidare il controllo sui filtri e le tecnologie AI nelle sue app, rafforzando la sua posizione di mercato, quindi un tentativo di centralizzare la produzione di filtri ostacolando la concorrenza.
Meta ha anche citato la necessità di riallocare risorse verso progetti più ambiziosi, come lo sviluppo del Metaverso e dei dispositivi di realtà aumentata indossabili. La manutenzione e l’aggiornamento costante della piattaforma Meta Spark, che consentiva la creazione di filtri di terze parti, richiedevano risorse significative. Concentrandosi su questi nuovi progetti, Meta spera di innovare e rimanere competitiva nel panorama tecnologico in rapida evoluzione.
La decisione di Meta riflette una strategia aziendale più ampia volta a posizionarsi come leader nella prossima generazione di tecnologie immersive e interattive. Il Metaverso, in particolare, rappresenta una scommessa significativa per il futuro dell’interazione digitale, e Meta vuole assicurarsi di avere le risorse necessarie per guidare questa trasformazione.
L’ipotesi potrebbe essere avvalorata dal fatto che solo pochi mesi fa è stato lanciato il visore “AR Meta Orion”, il primo modello di occhiali olografici a realtà aumentata (AR) del colosso di Menlo Park, e Meta, solo nel 2024, ha investito 35 miliardi di dollari in prodotti legati alla realtà aumentata e all’Intelligenza Artificiale.

Quali saranno le possibili conseguenze di questa svolta imposta da Meta?
- Impatti sulla comunità di creatori
L’eliminazione della piattaforma Meta Spark rappresenta un cambiamento significativo per i creatori di contenuti. Molti sviluppatori e artisti digitali si basavano sulla creazione di filtri per guadagnare visibilità e monetizzare la loro creatività. Questa decisione potrebbe portare a una perdita di opportunità per molti creatori, costringendoli a trovare nuove piattaforme e modi per esprimere il loro talento.
I creatori di filtri, che hanno sviluppato comunità e seguiti sostanziali grazie alle loro creazioni potrebbero vedere una diminuzione dell’interazione e del coinvolgimento dei loro follower. Tuttavia, alcuni potrebbero adattarsi e trovare nuovi modi per sfruttare le loro abilità in contesti diversi, come il design digitale o la realtà aumentata.
- Effetti sui brand e sugli utenti
1) Riduzione dell’innovazione
L’eliminazione dei filtri di terze parti potrebbe ridurre l’innovazione nel settore dei social media. La rimozione di filtri estetici personalizzati e creativi potrebbe influenzare la varietà e la creatività dei contenuti sui social media.
2) Implicazioni per i brand
I brand che hanno utilizzato filtri di bellezza per le loro campagne di marketing dovranno adattarsi a questa nuova realtà. La rimozione dei filtri potrebbe portare a strategie di marketing più autentiche e genuine, ma anche a dover affrontare sfide nel mantenere l’attenzione e l’engagement degli utenti senza l’uso di filtri accattivanti.
3) Promozione di un utilizzo più consapevole dei social media
D’altra parte, la decisione di Meta potrebbe avere effetti decisamente positivi, promuovendo un utilizzo più consapevole e autentico dei social media. Senza la pressione di conformarsi a standard di bellezza filtrati, gli utenti potrebbero sentirsi più liberi di condividere immagini naturali e realistiche, contribuendo a una cultura online più sana e inclusiva.
Le reazioni a questa decisione sono state varie e solo il tempo dirà quali saranno i suoi effetti a lungo termine. Meta ha aperto la strada a un nuovo capitolo nell’evoluzione dei social media, e sarà interessante vedere come si svilupperà questa nuova era.

I filtri spariranno anche da TikTok?
No, TikTok non seguirà (almeno per ora) l’esempio di Meta, anche se ci saranno comunque delle novità, che l’azienda ha annunciato lo scorso novembre.
TikTok ha infatti dichiarato importanti modifiche per prendersi carico della tutela della salute mentale dei giovanissimi. Tra le novità, spiccano il divieto assoluto per i minori di 18 anni di utilizzare i filtri che alterano in modo importante la propria immagine e l’introduzione di informazioni più dettagliate sulle modalità con cui un filtro possa modificare i lineamenti del viso.
Queste misure messe a punto dal social cinese puntano a promuovere un uso più consapevole e responsabile della piattaforma tra i giovani utenti.
TitTok ha specificato che le restrizioni riguardano i filtri di bellezza più estremi, come Bold Glamour e non quelli che hanno una finalità giocosa e sono immediatamente riconoscibili (pensiamo ad esempio a quelli che aggiungono orecchie da animali, barbe o baffi finti e via dicendo).
A te l'onere del primo commento..