
Il caso delle reliquie di Carlo Acutis all’asta su Internet
In vista della canonizzazione del giovane Carlo Acutis, che il prossimo 27 aprile sarà il primo "millennial" a diventare santo, alcune ciocche dei suoi capelli sarebbero state indebitamente messe in vendita online. Si tratta di truffa o di traffico di reliquie?
C’è un business delle reliquie in Umbria e riguarda le spoglie del beato Carlo Acutis. A poco meno di un mese della canonizzazione del ragazzo, che verrà dichiarato santo in occasione del Giubileo dell’Adolescenza, il vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino, ha denunciato la vendita su Internet di alcune ciocche dei capelli del giovane deceduto per tumore nel 2006. Le offerte hanno fatto salire il cimelio a un prezzo che supera i duemila euro, ma l’annuncio dopo la denuncia è stato ritirato. Adesso la Procura di Perugia ha aperto un’inchiesta sul caso, per comprendere se si tratti davvero dei capelli del beato Acutis o se sia invece una truffa che sfrutta la notorietà del prossimo evento di santificazione.

Nato a Londra nel 1991, Carlo Acutis sarà il primo “millennial” a diventare Santo, dopo un processo di canonizzazione in cui gli sono stati riconosciuti diversi miracoli, in particolare due guarigioni prodigiose a due giovani, in Brasile e in Italia. Il suo cammino nella fede ha fatto il resto: appassionato di informatica, negli anni dell’adolescenza ha divulgato la sua fede attraverso Internet, facendo conoscere così il suo percorso anche alla sua generazione, in maniera del tutto nuova. Per questi motivi sarà, su richiesta di Papa Francesco, “Il patrono di internet”. Una leucemia fulminante lo portò via giovanissimo e dopo cinque anni cominciò il percorso della chiesa di Assisi per la sua canonizzazione, che ha portato Acutis a essere proclamato prima beato e poi santo, il prossimo 27 aprile.

La sua salma, da cui deriverebbero i capelli commerciati online, è stata donata dai genitori proprio alla chiesa di Assisi. Il mercato delle reliquie, denunciato dal vescovo Sorrentino, però, non riguarda soltanto la figura di Carlo Acutis, ma anche di altri santi legati in qualche modo alla regione Umbria. Oggetti riguardanti diversi santi si trovano con facilità e la loro notorietà porta a far salire i prezzi, dando vita a un business di diverse migliaia di euro al pezzo. Il codice di diritto canonico, però, vieta il commercio delle reliquie, che possono essere soltanto donate dalla Chiesa e non esposte in luoghi profani, come appunto la bacheca del mercato online di E-bay, il sito dove sono state trovate le reliquie, con tanto di certificato della chiesa (da controllare se vero o falso) riguardante il prossimo santo Carlo Acutis.

Paradossalmente proprio Internet – il mezzo più usato, in tempi lontani dai social, da Carlo Acutis per diffondere il suo pensiero e quello di Cristo, grazie al quale egli trovò un modo per avvicinare i giovani – oggi mostra il suo lato peggiore: al Dio del percorso di fede si sostituisce così il dio denaro, che dà purtroppo forma a quella che, nella “migliore” delle ipotesi, potrà rivelarsi come una truffa, o forse come solo uno dei tasselli di un commercio illegale che ha come protagonista la chiesa umbra.
L’anonimato delle vendite sicuramente complica i piani per scoprire quale sia la verità, ma gli investigatori hanno già messo in campo tutte le forze possibili per scoprire gli autori di questo commercio.
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