
Con tre colpi di bastone sulla porta principale, l'arcivescovo di Parigi ha ufficialmente riaperto i battenti della Cattedrale alla presenza di Trump, Zelensky, Mattarella e Giorgia Meloni. Per Macron l'occasione di dimenticare per un giorno la crisi di governo interna
Bisogna risalire al 2020, in piena pandemia, per registrare l’ultima assenza in contemporanea alla Prima della Scala sia del Presidente della Repubblica sia del Presidente del Consiglio dei Ministri. Ma l’inaugurazione della Cattedrale di Notre Dame a Parigi, dopo l’incendio che l’aveva parzialmente distrutta lo scorso 15 aprile del 2019 e cinque anni di lavori di restauro era troppo importante per il Capo dello Stato e anche troppo ghiotta politicamente per la Presidente Giorgia Meloni per non presenziare alla cerimonia.

La riapertura ufficiale era stata preparata con cura e da tempo dalle autorità francesi, che non hanno lasciato nulla di intentato per stupire e per glorificare la magnificenza del gioiello gotico che era stato gravemente sfregiato dalle fiamme cinque anni fa: ai giochi di luce sulla facciata esterna e tutt’intorno all’edificio, ha fatto da contraltare la spettacolare cerimonia all’interno, iniziata con la riapertura ufficiale, annunciata dal suono delle campane ed effettuata platealmente a colpi di bastone pastorale sul portone principale da Monsiglor Ulrich, arcivescovo di Parigi. Un evento trasmesso in tutto il mondo, che ha consentito di rivedere in tutto il loro splendore gli interni restaurati della cattedrale e di lasciare un ulteriore segno, in questo 2024, dopo i Giochi Olimpici della scorsa estare, di “grandeur” parigina. Una celebrazione giunta però in un momento che più inopportuno non poteva essere per l’immagine internazionale del Presidente Macron e per la Francia: la République è infatti in questi giorni alle prese con una crisi di governo complicata e dagli esiti imprevedibili, con l’ex Premier Barnier costretto alle dimissioni dalla sfiducia subita dall’Assemblea Nazionale lo scorso 4 dicembre.

La funzione inaugurale è stata così l’occasione per il Presidente Macron per prendersi un momento di “respiro” dai problemi interni e presentare al mondo la rinnovata Cathédrale, con un discorso “ecumenico” e di gratitudine verso tutti coloro che hanno consentito la ricostruzione, a partire dai Pompiers che cinque anni fa salvarono parte della struttura grazie al loro impegno e alla loro competenza.
Un discorso ascoltato da ospiti internazionali e leader mondiali, con la presenza di ben 40 Capi di Stato.

Tra questi, come detto, anche il Presidente Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato era giunto nel pomeriggio a Parigi insieme alla figlia Laura ed è stato accolto davanti alla Cattedrale dal Presidente francese Emmanuel Macron e dalla moglie Brigitte, sedendosi poi in prima fila durante la cerimonia a breve distanza dal Capo dell’Eliseo. Al fianco di quest’ultimo, però, spiccava la presenza del neo Presidente in pectore degli Stati Uniti, Donald Trump, il quale non si è fatto intimorire dal celebre detto “tra moglie e marito non mettere il dito” e ha preso posto tra Monsieur Le Président e sua moglie.

Ed è interessante notare come il vincitore delle recenti elezioni presidenziali americane si sia assunto il ruolo non solo di principale rappresentante degli USA alla cerimonia, “esautorando” di fatto l’amministrazione ancora in carica, ma di vera e propria figura catalizzatrice dell’evento, divenuto occasione per una serie di incontri di alto livello. Nel pomeriggio, infatti, si era tenuta all’Eliseo una riunione a tre tra lui, il Presidente Macron e il Presidente ucraino Volodymir Zelensky, anch’egli presente alla cerimonia. Ad accompagnare Trump l’ormai inseparabile Elon Musk, che aveva già espresso con diversi post sul suo account X la meraviglia per la magnificenza della rinnovata e ritrovata Cattedrale e non è voluto mancare. Ad andare loro incontro, Musk e Trump hanno trovato la Presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, che ha così avuto modo di riaffermare la centralità politica della sua figura rispetto alla nuova amministrazione USA.
La cattedrale di Notre Dame è dunque ufficialmente riaperta al culto e alle visite a partire da ieri, 8 dicembre, giorno in cui le manifestazioni legate alla riapertura sono proseguite con la prima messa ufficiale, che ha visto partecipare più di 7’0 vescovi da tutto il mondo, letture bibliche e la consacrazione dell’altare.

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