
Duran Duran: i “Wild Boys” tornano a Sanremo (3a serata)
Ripercorriamo insieme la carriera della band fenomeno degli anni '80, che torna sul palco dell'Ariston per la 3a serata del Festival, a 40 anni dalla "storica" performance (in playback) nell'85, per lanciare il tour estivo, con date anche in Italia.

Era il febbraio del 1985, quando un ciclone si abbatté sul teatro Ariston di Sanremo. In quella trentacinquesima edizione (vinta, per inciso, dai Ricchi e Poveri, secondo Luis Miguel…) Pippo Baudo portò sul palco una serie di ospiti di altissimo livello: dai Talk Talk, ai Frankie Goes To Hollywood, agli Spandau Ballet… Ma soprattutto arrivarono loro: i Duran Duran, con il loro inno generazionale The Wild Boys.
Il gruppo capitanato dal cantante Simon Le Bon e composto dal bassista John Taylor, dal tastierista Nick Rhodes, dal chitarrista Andy Taylor e dal batterista Roger Taylor prese possesso del palco e, pur esibendosi in playback, rese indimenticabile quell’edizione.
Da quel giorno, in Italia la musica non fu più la stessa. Ci si divise tra fan dei Duran e fan degli Spandau, le radio e le prime trasmissioni che programmavano video musicali iniziarono a crescere enormemente programmando a ripetizione i loro brani. Il successo dei Duran Duran fu quindi dirompente e arrivò anche nelle sale cinematografiche. Uscirà, infatti, di lì a poco (1986), il film Sposerò Simon Le Bon, una commedia adolescenziale che raccontava, oltre alla musica della band, anche i ragazzi degli anni ’80.
Ora, dopo 40 anni da quella prima storica esibizione, i Duran Duran torneranno nella “Città dei fiori” per la 75esima edizione del Festival, guidato quest’anno da Carlo Conti. Ci regaleranno quindi una serata non solo di ricordi, ma anche di musica di alta qualità.

Formatosi alla fine degli anni ’70 nella città di Birmingham, per iniziativa di John Taylor e Nick Rhodes, il gruppo si caratterizzò, all’epoca per ispirarsi alla scena “New Romantic”, che vedeva tra i protagonisti altri artisti tra i quali i Roxy Music e il leggendario David Bowie. È del 1981 il loro primo, omonimo, Lp che contiene le eccellenti Girls On Film e Planet Heart, che ancora fanno parte delle loro scalette nelle esibizioni live della band. È con il successivo Rio che il gruppo vede crescere consensi. L’album infatti è un susseguirsi di pezzi iconici tra i quali la stessa Rio, The Chaffeur, Hungry Like a Wolf e la stupenda ballad Save a Prayer. La copertina dell’album inoltre risulta entrare tra le migliori copertine di tutti i tempi, secondo la rivista musicale Billboard.

Con il successivo album del 1983 Seven and the ragged tiger, poi, i Duran Duran confermano il loro successo, ribadito nel 1984 dalla realizzazione del loro primo album live, Arena, registrato durante una data del tour tenutasi a Oakland in California e contenente anche l’inedita Wild Boys. Di lì, il successo fu mondiale.
In quegli anni inizia anche la rivalità con i loro connazionali Spandau Ballet. Una rivalità molto più sentita dal pubblico che dai due gruppi, in verità, ma che stimolò comunque le due band a dare il meglio di loro stesse, alternandosi in vetta alle classifiche.

Nel Natale del 1984, la band, si unì al supergruppo Band Aid insieme ad altri artisti britannici tra i quali U2, Sting, Wham, Culture Club, gli stessi Spandau Ballet, incidendo per beneficenza il singolo Do they know it’s Christmas? scritto da Bob Geldof e Midge Ure e il cui obiettivo era raccogliere fondi per combattere la fame in Etiopia (operazione che ispirò, poi, la “replica” di qualche mese dopo da parte di vari artisti made in U.S.A. con la celebre We Are the World di Michael Jackson).
Dopo la registrazione del singolo, la band, in cerca di nuovi stimoli, si scisse in due diversi gruppi: gli Arcadia da una parte, con Nick Rhodes e Simon Le Bon, e i Power Station con John e Andy Taylor, incidendo un album a testa.
Il 13 luglio 1985, il gruppo partecipò nella città di Philadelphia al famosissimo Live Aid. La loro esibizione, però, in tale frangente scontentò sia il pubblico che loro stessi in quanto di bassa qualità. Questa performance inoltre è ricordata per essere stata l’ultima nella formazione originale fino al 2003. Sempre nel corso del Live Aid la band presentò al pubblico di tutto il mondo la canzone A view to a Kill, incisa per la colonna sonora dell’ultimo film della saga di James Bond, Agente 007 Bersaglio Mobile. Il singolo ebbe un successo strepitoso grazie anche al videoclip girato a Parigi sulla Torre Eiffel.

Nel corso dei successivi anni la band, pur con alcuni cambi di formazione quale per esempio l’ingresso nella band di Warren Cuccurullo, chitarrista anche di Frank Zappa, ha continuato a produrre un lungo elenco di singoli e album di successo quali Notorious, ma soprattutto uno dei capolavori degli anni ’90, lo splendido album The Wedding Album comprendente una delle più grandi canzoni pop della storia, Ordinary World con un magistrale assolo chitarristico dello stesso Warren Cuccurullo.
La partecipazione al Festival di quest’anno è quindi un grande riconoscimento per la carriera discografica dei Duran Duran e per un gruppo che comunque ha fatto la storia della musica, crescendo tutta una generazione di teenager degli anni ’80 con eleganza ma anche con tanto divertimento.
Ed è anche un modo per lanciare il loro tour europeo: i Duran Duran torneranno, infatti, nella prossima estate in Italia (nell’ambito di un tour europeo che toccherà vari Paesi, dalla Finlandia alla Spagna), con doppia data al Circo Massimo di Roma il 15 e 16 giugno, il 18 a Bari, per poi chiudere il 20 giugno a Milano. Un consiglio? Fatevi un regalo quest’estate… passerete due ore di grande musica e divertimento.

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