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ToggleIl primo round di votazioni del Conclave si è concluso ieri con la fumata nera dal comignolo della Cappella Sistina. Oggi, nella seconda giornata, sono previsti altri quattro scrutini… Saranno sufficienti per eleggere il successore di Pietro (e di Papa Francesco) o dovremo aspettare ancora un po’? Intanto, questa mattina, abbiamo già avuto un’altra fumata nera.
Come era facile da immaginare, la prima giornata di Conclave si è conclusa con un nulla di fatto. I tanti fedeli e curiosi, che ieri sera si sono dati appuntamento a Piazza San Pietro muniti di cellulare, hanno immortalato la prima fumata nera salire dal comignolo della Cappella Sistina.
Gli esperti vaticanisti non avevano molti dubbi su quale sarebbe stato l’esito del primo pomeriggio di votazione da parte dei cardinali, giudicando altamente improbabile un “Habemus Papam” così “cotto e mangiato”. Ma già oggi, nella seconda giornata di votazione, la possibilità di fumata bianca comincia ad apparire un filo più concreta.
Secondo giorno di conclave: che cosa è successo, succederà e potrebbe succedere…

Dalle ore 15:00 di ieri sono stati disattivati tutti gli impianti di trasmissione per cellulari in tutto il Vaticano fino all’elezione del Papa. Ai cardinali sono stati «sequestrati» telefonini, pc e tablet ed è loro severamente vietato ogni contatto con l’esterno.
Oggi i cardinali, dopo aver celebrato la messa, si sono recati nella Cappella Sistina dove, alle 9:00, hanno recitato le Lodi. Alle 10:30 la prima votazione, poi a mezzogiorno una seconda votazione. Alla fine della sessione del mattino c’è stata la prima fumata, che ha dato ancora esito negativo, quindi si passerà alle votazioni del pomeriggio, previste per le 17:30 e poco dopo le 19:00. A conclusione dell’ultima votazione del pomeriggio, si attende di nuovo la fumata, ma non prima che i cardinali abbiano recitato i Vespri.
A ogni giorno di Conclave, infatti, si possono avere al massimo quattro scrutini, due al mattino e due il pomeriggio. A conclusione di ciascuna sessione (mattutina e serale) le schede su cui i cardinali hanno espresso il loro voto vengono date alle fiamme nella stufa e il fumo che esce dal comignolo della Cappella Sistina, come tutti sanno, comunica l’esito della votazione “urbi et orbi”, vale a dire al mondo: fumata nera se non è stato raggiunto il quorum (che questa volta è di 89 voti) e, invece, fumata bianca se la Chiesa ha scelto il nuovo successore dell’apostolo Pietro, il 267° Papa.
Le fasi dello scrutinio

La procedura dello scrutinio per l’elezione del nuovo Papa, in base a quanto stabilito dalla Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, si articola in due momenti.
Prima fase (pre-scrutinio): prevede per prima cosa la preparazione e la distribuzione delle schede da parte dei cerimonieri (assistiti dal Segretario del Collegio dei Cardinali e dal Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie), che ne consegnano due o tre a ciascun Cardinale Elettore; successivamente avviene l’estrazione a sorte da parte dell’ultimo Cardinale Diacono, fra tutti i Cardinali Elettori, di tre scrutatori, tre incaricati a raccogliere i voti degli infermi, (denominati “Infirmarii”, ma pare che per questo Conclave non ci siano) e tre revisori.
Subito dopo la distribuzione delle schede, il Segretario del Collegio dei Cardinali, il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie e i Cerimonieri devono uscire dall’aula perché durante la votazione i Cardinali Elettori devono restare soli dentro la Cappella Sistina (rito dell’Extra Omnes, ovvero Fuori tutti). Il compito di chiudere solennemente la porta ogni volta (e di riaprirla) spetta all’ultimo Cardinale Diacono.
Seconda fase (scrutinio vero e proprio): le schede vengono deposte nell’urna, mischiate e contate, successivamente si procede allo spoglio dei voti. In particolare, ciascun Cardinale Elettore, seguendo un ordine di precedenza prestabilito, deve portare la scheda piegata e tenuta in modo che sia visibile, presso l’altare dove si trovano gli Scrutatori e sul quale è posto un recipiente coperto da un piatto per raccogliere le schede.
Ogni Cardinale Elettore deve pronunciare ad alta voce questo giuramento: «Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto», successivamente deve porre la scheda nel piatto e con questo introdurla nel recipiente. Infine, dopo essersi inchinato verso l’altare, può tornare al suo posto.
I cardinali votanti, il quorum e la scheda

I Cardinali Elettori, ovvero coloro che hanno compiuto gli 80 anni di età, sono 133.
Il quorum, invece, è a 89 (cioè i due terzi degli elettori).
La scheda è rettangolare e fatta in modo da poter essere piegata in due: nella metà superiore reca stampate le parole: “Eligo in Summum Pontificem”, mentre nella metà inferiore c’è lo spazio bianco dove scrivere il nome dell’eletto. Come è ovvio, le schede devono essere compilate da ciascun Cardinale Elettore in segreto, con grafia leggibile e non riconoscibile. Soltanto un nome può essere indicato nella scheda, in caso contrario la scheda è considerata nulla.
Chi può essere eletto? Non solo Cardinali…

I cardinali tra cui verrà scelto il nuovo Pontefice provengono da ben 71 Paesi diversi. La lista comprende 52 europei, 37 americani (16 dagli Usa, 4 dal Centro America, 17 dall’America del Sud), 23 asiatici, 17 africani e 4 australiani. Dall’Australia (anche se è ucraino) proviene il cardinale più giovane, il 45enne Mykola Bychok. Fra i più anziani, invece, c’è lo spagnolo Carlos Osoro Sierra, 79 anni. Per la prima volta nel Conclave sono presenti cardinali provenienti da 15 nazioni mai rappresentate prima da porporati che vi sono nati: da Haiti a Capo Verde, dalla Svezia al Sudan del Sud.
Una curiosità, che forse non tutti sanno, è che in base al diritto canonico può essere eletto al soglio pontificio qualsiasi maschio battezzato e celibe. Quindi a rigore, non solo non è necessario essere cardinali, ma neppure preti!
Chissà che lo Spirito Santo, la cui intercessione è sempre invocata per guidare i porporati nella scelta del Sommo Pontefice, non ci riservi delle sorprese…
Tutto sommato, però, ne dubitiamo.
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