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ToggleIl Far West di Internet: Dalla Blue Whale alla Sex Roulette
Le più grandi paure di un genitore prendono forma nelle assurde sfide tra adolescenti che, per paradossali tentativi di competizione, arrivano a toccare quel sottile confine tra la vita e la morte. E queste sfide arrivano da quel Far West che è internet: qualche anno fa si diffuse la Blue Whale Challenge, catena di sfide (challenge vuol dire sfida) online nata in Russia, sempre diverse e sempre più pericolose, dalla privazione prolungata del sonno fino veri e propri tentativi di suicidio in diretta streaming. La “moda” attuale sembra sia invece quella di organizzare incontri sessuali al buio tra perfetti sconosciuti e senza alcun tipo di protezione. Il “terreno di gioco” diventa per questi giovanissimi il loro stesso corpo. È così che una ragazza romana di 14 anni è rimasta incinta di un ignoto partner alzando il velo su questa nuova assurda modalità di sfidare al contempo la sorte e un evidente male di vivere. Quando si legge qualcosa del genere, la speranza di noi genitori è che arrivi qualcuno a smentirla, che ci racconti che non è vero niente, che sia tutta una bufala. Ma negli Stati Uniti ci sono stati diversi casi e ora anche a Roma, dove la famiglia della giovanissima si è trovata costretta a rivolgersi a un legale per venire a capo dei fatti. Noi abbiamo fatto la stessa cosa, abbiamo chiesto il parere di una specialista nel diritto di famiglia, l’avvocata Maria Luisa Missiaggia.
L'adescamento online: la trappola dei social

I social hanno facilitato l’adescamento di adolescenti indifesi, a volte privi di quel sano controllo o di quel dialogo che li metterebbe al riparo da situazioni al limite. «I ragazzi – ci racconta l’Avvocata – vengono reclutati sui vari canali social o di messaggistica come Telegram per partecipare a festini dove si fa sesso tra persone sconosciute, il tutto senza preservativo. Per rendere queste sfide ancora più estreme, tra i partecipanti a volte viene reclutato anche un sieropositivo. Le ragazze devono poi dimostrare di non essere rimaste incinte facendo un test di gravidanza. Alcune ragazze minorenni americane, dopo aver partecipato a questa challenge, hanno mostrato il test di gravidanza sulla piattaforma TikTok (il social più diffuso tra i giovanissimi) ed è proprio per questo che se ne è cominciato a parlare anche in Italia, anche a livello istituzionale».
Sfidare la sorte: le conseguenze psicologiche

Oltre al rischio immediato di una gravidanza indesiderata c’è soprattutto la possibilità di conseguenze gravi per la psicologia dei ragazzi quando si prende coscienza (prima o poi) del proprio gesto. «Questa challenge – chiarisce l’avvocata Missiaggia – è un affronto alla persona. Ragazze, anche minorenni, espongono il loro corpo a malattie e conseguenze gravissime per gravidanze indesiderate. Poi ci sono i danni a lungo termine, soprattutto se vengono diffusi sui social i video di questi festini. Quando si realizza che con la diffusione via web si è perso il controllo della situazione, subentra il senso di spaesamento con ripercussioni psicologiche molto gravi». Spesso trattasi di ragazzi di buona famiglia, insospettabili. Eppure, c’è qualcosa che li spinge a competere in sfide estreme e pericolose. «C’è il confronto con i propri pari – ci spiega l’Avvocata -che li spinge ad accettare qualsiasi sfida che sia di moda pur di farsi accettare ed essere visti. E poi dietro c’è tanta solitudine: vediamo genitori sempre più impegnati e assenti che spesso non sono in grado di cogliere i segnali del disagio dei loro figli».
La legge e il web: reati e responsabilità
Spesso ci si chiede quale reato si configuri quando vengono diffuse online immagini di minori e in questo caso parliamo addirittura di pornografia. «Il diffondere video a contenuto esplicito di minori – afferma l’Avvocata – è un reato previsto dall’art.600 ter del Codice penale. Nei fatti i grandi colossi del web non pagano mai e quindi si preferisce agire di prevenzione con, ad esempio, giornate nelle scuole dedicate al corretto utilizzo dei social». Social che però non sono tutti uguali.
«Instagram e Facebook spesso bloccano subito questi contenuti espliciti, ma con le app di messaggistica come Whatsapp o Telegram questi video corrono veloci senza alcun controllo e il rischio di diffusione, e quindi di emulazioni, tra i giovani è molto alto. Il fondatore di Telegram, Pavel Durov, è stato arrestato lo scorso agosto dalla polizia francese proprio a causa della poca trasparenza della sua piattaforma che non contrasta minimamente la diffusione di video pedopornografici». E invece il singolo utente che scarica materiale di quel tipo cosa rischia? «Gli utenti che utilizzano Telegram per scaricare video hard con protagonisti minori e, quindi, anche i video dei festini della challenge non restano impuniti», sottolinea Maria Luisa Missiaggia. «Innanzitutto, si configura il reato di detenzione di materiale pedopornografico ex art. 600 quater c.p., inoltre una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 36572/2023) ha stabilito che anche il semplice far parte di gruppi Telegram dediti allo scambio di questo materiale costituisce il reato di detenzione, anche se l’utente non lo ha materialmente scaricato».
Prevenzione vs repressione: la necessità di educare

Il problema va affrontato tuttavia con la prevenzione più che con la repressione, proprio perché, come ricorda l’Avvocata, «i minori sono soggetti deboli, che non si rendono pienamente conto dei rischi se non dopo che il danno è fatto». La “Sex Roulette” è l’ultimo e più recente sintomo di un malessere profondo, di parte di una generazione che si sente smarrita e abbandonata al proprio destino. È un atto estremo che cela una richiesta d’aiuto, un grido di attenzione. Dietro a quei video ci sono giovani che vivono nella costante ricerca di un senso e che lo cercano nel modo e nel posto sbagliato. E noi, come adulti, abbiamo il dovere di essere lì per ascoltare, comprendere e guidare, non solo per condannare. La quattordicenne che è rimasta incinta “ha perso” la sua sfida nella competizione online, ma come scoprirà presto, ha perso la sua giovinezza e con lei, che avrà bisogno della migliore assistenza psicologica, abbiamo perso qualcosa un po’ tutti.
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